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martedì 30 aprile 2013

Fine delle osservazioni scientifiche del telescopio spaziale Europeo Herschel

(Immagine, credit ESA/Herschel/SPIRE/PACS/D. Arzoumanian CEA Saclay)

NEWS SPAZIO :- Dopo più di tre anni di osservazioni il telescopio spaziale Europeo Herschel ha esaurito la sua riserva di elio liqido.

Herschel è il più grande e potente telescopio spaziale ad infrarossi che sia mai stato lanciato nello spazio e l'elio liquido è necessario per mantenere la strumentazione di bordo ad una temperatura prossima allo zero assoluto, condizione necessaria per permettergli di osservare le origini e l'evoluzione di stelle e galassie.



Terminano quindi le osservazioni di Herschel, un evento tuttavia assolutamente previsto. La missione era iniziata con più di 2300 litri di elio liquido e ieri Lunedì 29 Aprile nei dati ricevuti dal Telescopio Europeo la prima indicazione che la temperature degli strumenti di bordo iniziava a salire.

Prof. Alvaro Giménez Cañete (ESA Director of Science and Robotic Exploration): "Herschel ha superato tutte le aspettative, fornendoci un incredibile tesoro di dati che terranno occupati gli astronomi per molti anni a venire".

Herschel ha compiuto più di 35000 osservazioni scientifiche, totalizzando più di 25000 ore dedicate a circa 600 programmi scientifici. A ciò si aggiungono anche i dati di più di 2000 ore di osservazioni di calibrazione. Ciò ha prodotto un immenso preziosissimo archivio di dati che continueranno a produrre nuove scoperte nei prossimi anni.

Göran Pilbratt (ESA Herschel Project Scientist): "Herschel ci ha offerto una nuova visione dell'Universo fino ad ora nascosto, mostrandoci un processo inedito di nascita stellare e di formazione di galassie, consentendoci di tracciare l'acqua attraverso l'Universo, da nubi molecolari a stelle appena nate ed i loro dischi di formazione planetaria e cinture di comete".

Herschel era partito a bordo di un razzo Ariane 5 ECA dallo spazioporto europeo di Kourou in Guiana Francese il 14 Maggio 2009, insieme ad un altro importante payload, il telescopio Europeo Planck


La meravigliosa immagine che vedete in alto è stata ripresa da Herschel alle lunghezze d'onda degli infrarossi di 70, 250 e 500 micron. Possiamo vedere densi filamenti di gas nella nube interstellare IC5146 intorno ai quali si formano nuove stelle. La regione blu è una nursery stellare nota come nebulosa Cocoon.


Abbiamo seguito la missione di Herschel sin da suo inizio. Andate alla sezione del blog dedicata, al seguente url



Fonte dati, ESA.

4 commenti:

  1. Mah, mi pare un sistema un po' folle portarsi 2300 litri di elio liquido fin lassù, credo che lì in orbita la temperatura sia già piuttosto bassa, non si poteva abbassarla fino al valore necessario con sistemi elettronici Peltier a cascata?

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  2. Mi sembra che le Celle di Peltier non abbiano la possibilità di portare la temperatura di un satellite a pochi gradi dallo zero assoluto, e di mantenerla per lungo tempo.
    Ma se ritieni fattibile questo approccio ti invito a contattare l'Agenzia Spaziale Europea. Why not?

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    1. Sergio penso che l'unica cosa da raffreddare fossero i sensori ccd, l'unico dubbio potrebbe essere, come dice Claudio, il rumore termico dovuto alla corrente continua che le fa funzionare. Riguardo alla temperatura le celle fanno un salto di 25° tra davanti e dietro, se dietro hai già -200° fai presto a tirare giù, comunque era solo un pensiero loro ne sanno certamente di più ;-)

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  3. Anche io pensavo che probabilmente non è fattibile con le celle di Peltiér.

    Non ho una competenza specifica o l’esperienza sufficiente, ma ho visto che l’efficenza di queste celle, allo stato attuale, è piuttosto bassa (rendono poco e necessitano di molta energia elettrica).

    Ammettendo di aver sufficiente energia per farle funzionare tutte per un impiego di questo tipo, e questa sarebbe già una grande difficoltà, probabilmente introdurrebbero del rumore elettronico e termico parassito che disturberebbe e creerebbe ulteriori problemi … credo.
    E poi, gli ultimi strati di questo ipotetico sandwich elettronico potrebbero funzionare a temperature così basse, o c’è un limite termico-funzionale sotto il quale attualmente non si può scendere?

    Sarebbe una bella cosa, davvero auspicabile, se anche in questo settore dell’elettronica si trovassero soluzioni più efficienti e se questa si potesse evolvere come la tecnologia LED che dopo 20 … 30 anni di iniziali, piccole, modeste migliorie di efficienza e di colore, che vedevano i LED esclusivamente come piccole spie luminose rosse al posto di piccoli bulbetti neon, si è arrivati, dapprima lentamente e poi con una rapida accelerazione in questi ultimi anni, ad avere efficienze impressionanti che stanno rivoluzionando il mondo dell’illuminotecnica e dell’elettronica di consumo a costi sempre più bassi (o se vogliamo, meno alti).

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