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giovedì 22 dicembre 2022

Kepler-138, a 218 anni luce da noi due esopianeti probabilmente "acquatici"

(Credit NASA, ESA, and Leah Hustak, STScI)

NEWS SPAZIO :- Un team di ricerca ha trovato forti indizi dell'esistenza di due esopianeti che sono "mondi acquatici", dove l'acqua cioè costituisce una grande frazione dell'intero pianeta.

Questi mondi lontani si trovano nel sistema planetario noto come Kepler-138 che si trova a 218 anni luce di distanza da noi, nella costellazione della Lira. E sarebbero differenti da ogni pianeta del nostro sistema solare.
Questi pianeti sono in orbita intorno ad una stella nana rossa.

Il team di ricerca è guidato da Caroline Piaulet del Trottier Institute for Research on Exoplanets dell'Università di Montreal, ed ha pubblicato uno studio dettagliato di questo sistema planetario sulla rivista Nature Astronomy


venerdì 12 maggio 2017

La Nebulosa del Granchio in nuove bellissime immagini a differenti lunghezze d'onda, video by NASA!

(Credit NASA, ESA, NRAO/AUI/NSF and G. Dubner, University of Buenos Aires)

NEWS SPAZIO :- La nebulosa del Granchio è quanto rimane dell'esplosione di una supernova, osservata addirittura dagli astronomi Cinesi nell'anno 1054.

Essa si trova a 6500 anni luce da noi. Nel suo centro si trova una stella di neutroni super densa in rotazione con periodo di 33 millisecondi che eietta fasci di onde radio e luce, una pulsar.

La forma intricata e particolare della nebulosa è il risultato dell'interazione tra il vento super-veloce di particelle provenienti dal centro eiettate dalla pulsar ed il materiale originariamente emesso dall'esplosione della supernova.
Ne abbiamo già parlato varie vole ed abbiamo già visto alcune immagini spettacolari, se fate una ricerca dal blog trovate questo


La notizia oggi è che un team di astronomi ha analizzato nuove osservazioni ed ha prodotto una nuova mappatura della nebulosa del Granchio altamente dettagliata, combinando i dati di molte sorgenti differenti.

giovedì 23 febbraio 2017

TRAPPIST-1, la spettacolare scoperta di un nuovo sistema solare con sette pianeti "simili" alla nostra Terra

(Credit NASA/JPL-Caltech/R. Hurt, T. Pyle IPAC)

NEWS SPAZIO :- E' la notizia del giorno, ne parlano proprio tutti, anche i media tradizionali sono lanciatissimi. La rete poi è piena di articoli sulla scoperta diffusa ieri dalla NASA in una conferenza stampa indetta nella loro sede centrale di Washington proprio per annunciare che è stato individuato un sistema solare non troppo lontano da noi, ad appena 40 anni luce, composto da 7 pianeti di "dimensioni" simili alla Terra.

Inoltre 3 di questi esopianeti orbitano all'interno della "zona abitabile" della stella, che come ho già scritto varie volte in altrettanti post precedenti è quella regione di spazio intorno ad un astro la cui distanza (dalla stella stessa) è tale che un pianeta che vi orbita al suo interno presenta le condizioni ambientali "giuste" per sostenere la presenza di acqua liquida in superficie.
E come noi sappiamo l'acqua liquida è un componente necessario, indispensabile per far sì che possa svilupparsi la vita. E' quindi condizione necessaria (ci deve essere per forza) ma non sufficiente, da sola non basta per affermare che un mondo ha vita.

Si tratta di una scoperta eccezionale dal punto di vista scientifico, anzi riformulo, eccezionale dal-punto-di-vista-scientifico, che terrà impegnati - ed eccitati! - gli astronomi per parecchi anni a venire.

Differenti siti hanno proposto la notizia in differenti modi. Non può mancare anche il mio contributo e come è nel mio stile approfondisco in questo post la notizia mettendo in evidenza gli aspetti davvero importanti.
Non vi sarà sfuggito il virgolettato nel titolo, ebbene let's go deep!

venerdì 21 marzo 2014

20 Giga-Pixel per questa splendida mappa a 360° della nostra Galassia, by NASA Spitzer!

(Credit NASA/JPL-Caltech/University of Wisconsin)

NEWS SPAZIO :- Ecco un'altra gigantesca mappa che ha catturato la mia attenzione. Anche questa è una prima volta in assoluto, si tratta infatti del primo mosaico a 360° della Via Lattea, fotografata dal telescopio spaziale ad infrarossi Spitzer.

Questo impressionante mosaico raccoglie più di 2.000.000 di foto ad infrarossi scattate negli ultimi 10 anni da Spitzer, per un totale di un'immagine composita di 20 Giga-Pixel di dimensione. E' stato presentato ieri al TEDActive 2014 Conference a Vancouver, Canada.

giovedì 19 luglio 2012

Individuato forse il più vicino esopianeta più piccolo della Terra, by Spitzer!

(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- Mediante il Telescopio Spaziale NASA Spitzer è stato individuato quello che sembra essere un esopianeta "piccolo", il cui diametro è di circa 8,400 kilometers, 2/3 rispetto alla Terra.

Questo pianeta (per il momento ancora 'pianeta candidato') si chiama UCF-1.01 e si trova a 33 anni luce da noi. Si tratterebbe del più vicino a noi ad avere tali dimensioni.

giovedì 1 marzo 2012

Nebulosa di Orione, un bellissimo arcobaleno ad infrarossi ad alta natalità di stelle, by Spitzer ed Herschel!

(Immagine, credit NASA/ESA/JPL-Caltech/IRAM)

NEWS SPAZIO :- Questa è senz'altro una delle più belle immagini del nostro Universo. Quante volte abbiamo pensato o detto qualcosa del genere? A me capita spesso, anche oggi, con la splendida foto che avete in questo post.

Si tratta di un particolare della nebulosa di Orione in cui si vedono nuove stelle nascere tra gas e nubi interstellari. Chi ci ha permesso di arrivare fin laggiù sono le osservazioni ad infrarossi dei telescopi Spaziali Spitzer (NASA) ed Herschel (ESA).

giovedì 29 settembre 2011

La Nebulosa Pacman nelle immagini dei telescopi spaziali Chandra e Spitzer

(Immagine, credit X-ray: NASA/CXC/CfA/S.Wolk - IR: NASA/JPL/CfA/S.Wolk)

NEWS SPAZIO :- Andiamo a visitare lo star cluster NGC 281, a 6500 anni luce da noi nella costellazione di Cassiopea, noto anche con il nome informale di Nebulosa Pacman.

Fortunatamente per gli astronomi NGC 281 si trova a circa 1000 anni luce al di sopra del piano galattico e ciò fornisce agli studiosi una visuale "privilegiata" delle sue regioni in cui sono in atto processi di formazione stellare.

venerdì 6 agosto 2010

La spettacolare collisione-incontro-scontro di due galassie, by Chandra, Hubble e Spitzer!

(immagine, credit NASA/CXC/SAO/JPL-Caltech/STScI)

NEWS SPAZIO :- Due galassie che si scontrano, anzi meglio dire che si fondono. E' quello che vediamo in questa meravigliosa (gli aggettivi si sprecano!) immagine composita, a 62 milioni di anni luce da noi.
Loro sono le Galassie Antenne e si trovano nella costellazione del Corvo. Sono chiamate così per via delle lunghe braccia che si estendono all'esterno.

La collisione tra le due galassie è iniziata più di 100 milioni di anni fa ed è ancora in corso. Essa ha innescato la creazione di milioni di nuove stelle tra le nuvole di polvere e gas. La più massiccia tra queste ha già concluso la sua vita ed è esplosa come supernova.

La foto è la composizione di immagini riprese dai telescopi spaziali Chandra (in blu), Hubble (oro e marrone) e Spitzer (rosso).

L'immagine a raggi-X di Chandra mostra grandissime nubi di gas interstellare caldissimo, nubi che sono state arricchite dagli elementi liberati dall'esplosione della supernova (tra cui elementi come ossigeno, ferro, magnesio e silicio) e che diventeranno parte di nuove generazioni di stelle e pianeti.

I dati infrarossi registrati da Spitzer riguardano invece nubi di polvere riscaldate dalle giovani stelle, le più luminose delle quali si trovano nelle regioni di intersezione tra le due galassie.

I dati di Hubble nella banda del visibile mostrano le stelle più vecchie e le regioni in cui ne nascono di nuove (oro e bianco, i filamenti di polvere sono colorati di marrone). Molti degli oggetti più deboli sono cluster contenenti migliaia di stelle.

Al seguente URL il video NASA


Fonte dati, NASA-JPL.

venerdì 23 luglio 2010

Scoperte per la prima volta molecole Buckyballs nello spazio, by Spitzer!

(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech - Immagine di Hubble, credit NASA, ESA, STScI)

NEWS SPAZIO :- Utilizzando il telescopio spaziale NASA Spitzer un gruppo di astronomi ha scoperto nello spazio per la prima volta particolari molecole di carbonio delle Buckyballs.

Si tratta di microsferule composte da 60 atomi di carbonio arrangiate tridimensionalmente, come rappresentato molto bene nell'illustrazione qui sopra. Il nome Buckyballs deriva dall'architetto Richard Buckminster Fuller (famose sono le sue cupole geodetiche).

Le parole dell'astronomo Jan Cami della University of Western Ontario (Canada) e del SETI Institute a Mountain View (California, USA): "Abbiamo trovato quelle che attualmente sono le più grandi molecole che esistono nello spazio. Siamo particolarmente entusiasti perchè esse hanno proprietà uniche che le rendono importanti protagonisti per tutti i tipi di processi fisici e chimici che avvengono nello spazio". Cami è autore di un articolo sulla scoperta che verrà pubblicato nella rivista online journal Science.

Il team di ricerca ha scoperto anche Buckyballs C70, cioè con 70 atomi di carbonio, disposte un po' come una palla da rugby (le C60 assomogliano invece ad un pallone da calcio).
Tutte queste molecole (C60 e C70) appartengono alla stessa famiglia delle buckminsterfullereni, o fullereni.

I ricercatori hanno trovato le Buckyballs in una nebulosa planetaria di nome TC 1, tra le sue nuvole di polvere e gas. Gli astronomi hanno utilizzato lo spettroscopio di Spitzer per analizzare la luce infrarossa di TC 1 ed hanno scoperto la firma spettrale delle microsferule di carbonio. Le vedete nella seguente immagine.

(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech/University of Western Ontario)

Le Buckyballs oscillano, vibrano in 174 modi differenti, quattro dei quali le porta ad assorbire o emettere luce infrarossa. Tutte queste ultime quattro modalità sono state rilevate da Spitzer.

Esse si trovano approssimativamente a temperatura ambiente, la condizione ideale per poter distinguere singoli pattern di luce infrarossa. I dati rilevati dal telescopio spaziale sono stati confrontati con i dati di precedenti misurazioni effettuate in laboratorio delle stesse molecole ed il match è stato perfetto.

Nel 1970 il professore Giapponese Eiji Osawa predisse l'esistenza delle Buckyballs, ma esse furono osservate in laboratorio solamente nel 1985. I ricercatori avevano simulato le condizioni presenti nelle atmosfere di "vecchie" stelle giganti ricche di carbonio in cui erano state rilevate catene di atomi di carbonio. Sorprendentemente questi esperimenti produssero una grande quantità di buckminsterfullereni. Da allora queste molecole furono individuate sulla Terra, nella fuliggine delle candele, negli strati di roccia e nei meteoriti.

Fonte dati, NASA.

AGGIORNAMENTO
Eccovi questo video dal canale JPLnews di YouTube




mercoledì 25 novembre 2009

La spettacolare morte di una stella, by Chandra, Hubble e Spitzer!


NEWS SPAZIO :- Guardate questa meravigliosa immagine! Quattro luglio 1054, costellazione del Toro. L'esplosione di una supernova viene vista e registrata da astronomi arabi e cinesi.

Adesso, circa mille anni dopo, una stella di neutroni è quanto resta di quell'antica esplosione. Particelle ad alta energia e detriti sono tutti intorno in una nebulosa di gas in espansione nota come Nebulosa del Granchio (Crab Nebula), uno degli oggetti celesti più studiati.

Questa meravigliosa immagine è la composizione di dati provenienti da tre grandi osservatori spaziali NASA che conosciamo bene. I dati a raggi X del telescopio spaziale Chandra sono mostrati in blu, i dati nella banda del visibile registrati da Hubble sono in giallo e rosso ed i dati all'infrarosso provenienti da Spitzer sono colorati di porpora.

Cliccate sull'immagine per visualizzarla alla sua risoluzione originale. Qui sotto ne trovate una versione TIFF ad alta risoluzione (36MB)


Immagine, fonte NASA/CXC/SAO/F.Seward (raggi X); NASA/ESA/ASU/J.Hester & A.Loll (ottica); NASA/JPL-Caltech/Univ. Minn./R.Gehrz (infrarossa).

mercoledì 21 ottobre 2009

Trovati composti organici alla base della vita in un altro esopianeta, il secondo, by Hubble e Spitzer!


(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Molto lontano dal nostro sistema solare, a 150 anni luce da noi nella costellazione Pegaso c'è una stella simile al nostro sole. Intorno ad essa orbita HD 209458b, un pianeta gassoso più grande del nostro Giove.

Utilizzando i due telescopi orbitanti Hubble e Spitzer, ricercatori NASA hanno individuato all'interno di HD 209458b la presenza di composti organici, la chimica di base per la vita. Sebbene il pianeta non sia abitabile (secondo i nostri parametri) è importante sottolineare la capacità da parte di scienziati terrestri di determinare i mattoni fondamentali della vita dispersi nell'universo. Se la stessa chimica rilevata in HD 209458b venisse trovata in un pianeta roccioso ciò potrebbe indicare la presenza di vita.

"E' il secondo pianeta fuori dal nostro sistema solare in cui sono stati trovati acqua, metano ed anidride carbonica, i quali sono potenzialmente importanti per i processi biologici nei pianeti abitabili" ha detto il ricercatore NASA Mark Swain del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, "Rilevare composti organici in due esopianeti aumenta le possibilità che diventi abbastanza comune trovare pianeti con molecole legate alla vita".

Questi nuovi risultati si aggiungono a quanto scoperto in precedenza lo scorso dicembre 2008 in un altro esopianeta gigante, anche qui molecole di anidride carbonica, vapori d'acqua e metano su HD 189733b.

Ma come è possibile individuare questi componenti a 150 anni luce di distanza? Facendo un rapido conto 150 anni luce corrispondono a circa 300.000 (chilometri percorsi dalla luce in un secondo) moltiplicato 60x60x24 (secondi che ci sono in un giorno) moltiplicato 365 (giorni che ci sono in un anno) moltiplicato 150. Il risultato è per noi spaventoso, si tratta di 300.000 x 60 x 60 x 24 x 365 x 150 = 1.419.120 miliardi di chilometri, circa 1,5 milioni di miliardi di chilometri.

La risposta è "spettroscopia". Analizzando la luce emessa dal pianeta e catturata dai telescopi spaziali questa viene divisa in componenti che rilevano le firme spettrali caratteristiche dei vari elementi chimici. In particolare sono stati utilizzati la fotocamera near-infrared ed il multi-object spectrometer di Hubble ed i fotometro e spettrometro ad infrarossi di Spitzer.

Ancora Swain: "Questo dimostra che siamo in grado di rilevare le molecole responsabili dei processi vitali".

Individuare pianeti rocciosi più simili alla Terra è compito della missione NASA Kepler, lanciata lo scorso marzo.

Se in tali pianeti verranno trovati composti organici questo non vorrà necessariamente dire che la vita è presente perché vi sono anche processi non biologici che possono generare tali componenti, ma certamente quei pianeti meriteranno maggiore attenzione di altri.

Swain: "Questi pianeti sono troppo lontani per inviarci delle sonde, quindi l'unico modo che avremo per imparare qualcosa da essi è puntare i [nostri] telescopi. La spettroscopia è uno strumento potentissimo per determinare la loro chimica e le loro dinamiche".

giovedì 8 ottobre 2009

Il telescopio spaziale Spitzer scopre un gigantesco e lontanissimo nuovo anello intorno a Saturno

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/Keck)

NEWS SPAZIO :- Il telescopio spaziale NASA Spitzer ha fatto una scoperta molto particolare: un enorme anello intorno a Saturno mai identificato in precedenza.

Spitzer ha iniziato da poco la sua "warm mission" ma questa scoperta è precedente.

Il nuovo anello è lontanissimo da Saturno, a circa sei milioni di chilometri di distanza da esso. Una delle sue lune più lontane, Phoebe, ruota all'interno di questo nuovo anello e molto probabilmente ne è la sorgente.

L'orbita che disegna il nuovo anello è inclinata di 27° rispetto al piano su cui giacciono gli altri anelli di Saturno. Ed anche in altezza non si scherza: il nuovo anello è circa 20 volte più alto del diametro del pianeta (per riempire tutto l'anello occorrerebbero circa un miliardo di pianeti uguali alla nostra Terra).

Un articolo sulla scoperta è stato pubblicato online ieri 7 settembre 2009 sulla rivista Nature dai tre astronomi Anne Verbiscer (University of Virginia, Charlottesville), Douglas Hamilton (University of Maryland, College Park) e Michael Skrutskie (University of Virginia, Charlottesville).

Il nuovo anello è estremamente difficile da individuare nella banda del visibile. E' composto da una sottile matrice di ghiaccio e polvere, molto tenue. Spitzer lo ha individuato solamente grazie ad i suoi sensibilissimi sensori ad infrarossi. Verbiscer e colleghi hanno utilizzato il Multiband Imaging Photometer di Spitzer (MIPS) per scandagliare lo spazio vicino all'orbita di Phoebe.

Questa nuova scoperta potrebbe aiutare a risolvere un enigma storico riguardante Iapetus, una delle lune di Saturno. Iapetus ha infatti una caratteristica molto strana: da un lato è luminoso e dall'altro è oscuro.
Il nuovo anello gigante esterno appena scoperto ruota nella stessa direzione di Phoebe, mentre Iapetus, gli altri anelli e la maggior parte delle lune di Saturno ruotano nella direzione opposta. Secondo gli scienziati parte del materiale dell'anello gigante si muoverebbe verso Iapetus andando ad impattare la luna ghiacciata "sporcandola".

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

Hamilton: "Gli astronomi da tempo sospettano che vi sia una connessione tra la luna più esterna di Staurno, Phoebe, ed il materiale oscuro su Iapeus. Questo nuovo anello fornisce prove convincenti di questa relazione".

sabato 25 luglio 2009

Spettacolare la Galassia NGC 1097 con il suo °occhio gigante°

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- Il telescopio spaziale NASA Spitzer si è imbattuto in qualcosa di veramente insolito, una galassia lontanissima, con al centro... un'occhio gigantesco!

Si tratta della galassia NGC 1097, lontana da noi ben 50 milioni di anni luce. La sua forma a spirale è simile a quella della nostra Via Lattea, ma le somiglianze finiscono qui. L'occhio che si vede al centro di NGC 1097 è un mostruoso buco nero circondato da un anello di stelle.

La massa del buco nero è spaventosa, circa 100 milioni di volte la massa del nostro Sole. Al confronto il buco nero che c'è nel centro della nostra Galassia è piccolino, "appena" pochi milioni di volte il nostro Sole.
Nell'immagine non è possibile distinguerlo: si vedono solamente l'area intorno al buco nero in blu e l'anello di stelle che lo circondano in bianco.

George Helou, vice direttore del Centro NASA Spitzer Science Center al California Institute of Technology di Pasadena, dice: "Il destino di questo buco nero e di altri come lui è un'attuale area di ricerca. Alcune teorie sostengono che il buco nero possa 'calmarsi' ed alla fine entrare in uno stato più dormiente come il buco nero nella nostra Via Lattea".

L'anello di stelle intorno al buco nero è in forte attività di star formation. Un flusso di materiale verso il centro della galassia sta causando sempre più nuove nascite di stelle.

Nell'immagine, la luce ad infrarosso, con lunghezza d'onda più corte, è blu, mentre la luce con lunghezza d'onda maggiore è rossa. Le rosse braccia a spirale della galassia ed i vorticosi raggi tra di essere mostrano polvere riscaldata dalle nuove stelle. Le popolazioni stellari più "vecchie" disseminate nella galassia appaiono invece di colore blu. Il grosso punto blu a sinistra che sembra essere circondato dalle braccia rosse è in realtà un'altra galassia, compagna di NGC 1097.

Gli altri punti luminosi presenti nell'immagine possono essere o stelle vicine nella nostra galassia oppure galassie molto distanti.

Al seguente link potete trovare la stessa immagine a massima risoluzione in formato tiff (6,52 MB)
http://www.nasa.gov/images/content/372221main_spitzer20090723.tif

domenica 17 maggio 2009

Il telescopio spaziale Spitzer ha terminato il suo refrigerante ed entra in °warm mission°

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- Dopo più di cinque anni e mezzo di esplorazione del cosmo, il telescopio NASA Spitzer Space Telescope ha esaurito la sua scorta di Elio 3, il refrigerante necessario per mantenere operativi i suoi strumenti all'infrarosso a bassissima temperatura.

Come conseguenza di ciò Sptitzer è entrato in modalità "Standby" alle ore 00:11 di ieri 16 maggio 2009.

Il telescopio andrà riscaldandosi leggermente, da -271°C a -242°C. La cosa importante è che due dei suoi rilevatori ad infrarossi continueranno a funzionare. L'attività può quindi andare avanti in quella che è stata definita "warm mission", che dovrebbe durare altri due anni.

Gli scienziati di missione passeranno le prossime settimane a ricalibrare gli strumenti alla temperatura maggiore per riprendere le osservazioni scientifiche.

venerdì 6 febbraio 2009

Variazioni termiche estreme in un pianeta extrasolare, by Spitzer!


NEWS SPAZIO :- "Abbiamo osservato una delle più violente tempeste nella galassia", è quanto ha detto l'astronomo Greg Laughlin, del Lick Observatory (University of California, Santa Cruz), autore principale di una ricerca pubblicata nel numero del 29 Gennaio di Nature.

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe al pianeta Giove se lo spingessimo molto vicino al sole? No, non sto parlando di fantascienza: questa è una delle domande che si fanno gli astronomi. E non è detto che non possa essere data una risposta.

Grazie al telescopio spaziale Spitzer è stato possibile rilevare una spettacolare variazione di temperatura in HD 80606b, un pianeta gassoso gigante che orbita intorno ad una stella che dista da noi 190 anni luce, nella costellazione dell'Orsa Maggiore.

Tanto per cominciare la sua orbita appare subito molto inusuale: infatti nel punto più lontano dal suo-sole il pianeta è ad una distanza maggiore di quella che c'è tra il nostro-sole e la Terra, e nel punto più vicino al suo-sole HD 80606b si trova ad una distanza molto minore rispetto a quella che c'è tra il nostro-sole ed il pianeta Mercurio. Utilizzando un metodo di nome "Doppler-velocity technique" gli astronomi hanno potuto accertare che il pianeta ha un'orbita molto schiacciata ("eccentrica" è il termine tecnico), più simile all'orbita di una cometa piuttosto che all'orbita di un pianeta.
Per intenderci, nel suo punto più lontano HD 80606b dista dalla sua stella 0,85 UA, mentre nel punto più vicino dista appena 0,03 UA. UA sta per Unità Astronomica ed è una misura della distanza tra due corpi celesti. 1 UA corrisponde alla distanza media che c'è tra la Terra ed il Sole, pari circa 149.600.000 Km.

Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio Spitzer per misurare il calore emanato dal pianeta mentre questo era in avvicinamento alla sua stella. Ebbene, in circa sei ore la sua temperatura è schizzata da 527 a 1227 °C.

Laughlin: "Questa è la prima volta che abbiamo rilevato tali cambiamenti climatici in tempo reale in un pianeta al di fuori del nostro sistema solare".

Il pianeta impiega 111 giorni (terrestri) per compiere un'orbita intorno alla sua stella, la maggior parte dei quali li passa lontano da essa. La sua velocità aumenta mano a mano che le si avvicina, in base alla seconda legge di Keplero sul moto di un pianeta intorno ad una stella. Tale velocità aumenta al punto tale che HD 80606b impiega meno di un giorno per attraversare tutta la zona della sua orbita più vicina alla stella, per poi allontanarsi nuovamente, con la velocità che inizia a diminuire.

HD 80606b era già stato scoperto nel 2001 da un gruppo svizzero diretto da Dominique Naef, dell'Osservatorio di Ginevra. La ricerca di Laughlin e del suo gruppo fa riferimento ad osservazioni compiute da Spitzer nel novembre 2007. HD 80606b è stato studiato nelle fasi prima-durante-dopo il suo passaggio ravvicinato alla stella.


L'immagine precedente mostra 30 ore di osservazione all'infrarosso (lunghezza d'onda di 8 micron) registrate dalla fotocamera ad infrarosso di Spitzer, misurando i cambiamenti di calore del pianeta. Nella parte di sopra si evidenzia il passaggio del pianeta intorno alla stella.

Durante il passaggio ravvicinato, HD 80606b è stato "eclissato" dalla sua stella relativamente all' osservatore (nel nostro caso il telescopio Spitzer in orbita intorno alla Terra) e questo ha permesso agli astronomi di calcolare la quantità di energia proveniente dal pianeta rispetto alla quantità di energia proveniente dalla stella stessa.

Avere la possibilità di studiare altri pianeti in condizioni diverse dal nostro è fondamentale per saperne di più su "come funziona" un pianeta: come nasce, da cosa è influenzato ecc. ecc., e quindi per conoscere meglio anche la nostra Terra.

Immagini, fonte NASA/JPL-Caltech/UCSC.

giovedì 22 gennaio 2009

Una cometa in mille pezzi, by Spitzer!

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- L'avete mai vista una cometa in agonia? Ecco 73P/Schwassman-Wachmann 3, ripresa agli infrarossi dal telescopio spaziale americano Spitzer mentre letteralmente "perde pezzi" durante i suoi passaggi ravvicinati intorno al sole. Gli oggetti che sembrano fiammelle sono in realtà i frammenti della cometa con le loro code, mentre la coda di 73P è la lunga linea in diagonale che unisce tutti i frammenti.

73P/Schwassman-Wachmann 3 ha iniziato a disintegrarsi nel 1995 durante uno dei suoi passaggi vicino al sole. Da allora la cometa ha continuato a frammentarsi in dozzine di pessetti, di cui almeno 36 sono visibili nell'immagine. Gli astronomi ritengono che la cometa non sia stata in grado di sopportare lo stress termico durante la "vicinanza" con la nostra stella. I detriti detriti della cometa, delle dimensioni che vanno dal piccolo sassolino al grande masso, scaldandosi alla luce solare emettono bagliori nelle lunghezze d'onda dell'infrarosso, rilevati da Spitzer.

Quando la nostra Terra ogni anno passa vicino a questa coda di frammenti, i detriti bruciano nella nostra atmosfera illuminando il cielo in una pioggia di meteore. La prossima è prevista nel 2022, quando il nostro pianeta passerà vicino alla coda della cometa.

L'aspetto scientifico di tutto questo è parecchio stimolante: gli astronomi studiano le immagini del telescopio spaziale Spitzer alla ricerca di indizi sulla composizione della cometa e su come avviene la sua disgregazione. In questo senso 73P/Schwassman-Wachmann 3 offre un perfetto laboratorio per studiare l'interno di una cometa. L'immagine pubblicata è ottenuta da osservazioni effettuate dal 4 al 6 maggio con il fotometro multi-banda di Spitzer utilizzando un canale a lunghezza d'onda di 24 micron.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il centro della nostra galassia, visto come mai prima d°ora da Hubble e Spitzer


Due tra i telescopi spaziali più grandi e potenti, Hubble e Spitzer, hanno unito le loro forze ed ecco il risultato: una immagine composita ad infrarossi del centro della nostra galassia, la Via Lattea, a dir poco meravigliosa, la più dettagliata di sempre del nucleo centrale galattico.

Essa rivela per la prima volta nuove popolazioni di stelle massicce e nuovi dettagli in strutture complesse nei caldissimi ammassi di gas centrali. per gli scienziati questa immagine è un vero e proprio laboratorio per studiare la formazione di stelle massicce e di come esse influenzano il loro ambiente circostante nelle violente regioni centrali della galassia.

L'immagine combina (1) l'acutezza del telescopio spaziale Hubble, tramite lo strumento NICMOS (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer, fotocamera vicino agli infrarossi e spettrometro multi oggetto), con (2) le immagini a colori di una precedente analisi effettuata dal telescopio spaziale Spitzer, mediante la sua IRAC (Infrared Astronomy Camera, fotocamera astronomica ad infrarossi).



Il nucleo galattico risulta essere oscurato nella luce visibile a causa di nubi di polvere, ma la luce infrarossa è in grado di penetrare la polvere. La risoluzione spaziale di NICOMS corrisponde a 0,025 anni luce (alla distanza di 26.000 anni luce dal nucleo galattico). Hubble è quindi in grado di rilevare dettagli piccoli fino a 20 volte la grandezza del nostro sistema solare. Certo a noi tutto questo sembra enormemente grande, ma per le distante e dimensioni in gioco si tratta di un valore molto modesto.

Il mosaico di immagini ottenuto da NICMOS ricopre circa 300 x 115 anni luce ed è stato combinato con una immagine a colori di Spitzer avente risoluzione minore (1/10). Le esposizioni di IRAC mostrano lunghezze d'onda di 3,6 micron (blu), 4,5 micron (verde), 5,8 micron (arancione) e 8,0 micron (rosso).

I nuovi dati mostrano il bagliore proveniente da gas di idrogeno ionizzato nonché una moltitudine di stelle, una popolazione importante di stelle con forti venti stellari distribuita in tutta la regione. I venti e le radiazioni provenienti da queste stelle formano le strutture complesse che si osservano nel nucleo.

Per generare il mosaico di immagini da parte di NICMOS sono state necessarie 144 orbite di Hubble e 2304 esposizioni, dal 22 febbraio 2008 a 5 giugno 2008.

Immagine Hubble, fonte NASA, ESA, and Q.D. Wang, University of Massachusetts, Amherst; immagine Spitzer, fonte NASA, Jet Propulsion Laboratory, S. Stolovy, Spitzer Science Center/Caltech.