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lunedì 19 gennaio 2015

Dopo più di 10 anni di mistero trovato il lander Beagle-2 sulla superficie di Marte, by MRO!

(Credit NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona/University of Leicester)

NEWS SPAZIO :- Conosciamo tutti la sonda Europea Mars Express attualmente in orbita intorno al pianeta Marte. E' stata lanciata il 2 giugno 2003 ed ha raggiunto il sistema Marziano immettendosi in orbita intorno al Pianeta Rosso il 25 Dicembre sempre del 2003.

Mars Express portava con sé un "passeggero", il Beagle 2 Mars Lander che venne sganciato dalla sonda il 19 Dicembre, qualche giorno prima dell'arrivo in orbita, in una traiettoria che lo avrebbe portato ad entrare in atmosfera il 25 Dicembre. Beagle 2 sarebbe dovuto poi atterrare sulla superficie Marziana per studiarne la geologia e l'eventuale presenza di vita.

Ma le cose non andarono così. Si perse ogni traccia del lander, nessuna comunicazione e dopo vari tentativi venne dichiarato perso il 6 Febbraio 2004. Pochi giorni dopo venne istituita una commissione per studiare le cause del fallimento di questa particolare missione.

Ma da allora nessuna notizia di Beagle 2. Fino ad oggi.



Beagle 2 è stato trovato sulla superficie del Pianeta Rosso grazie alle immagini della sonda orbitale NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), un caro amico di questo blog. Periodicamente infatti ci affascina con spettacolari fotografie riprese dalla telecamera telescopica dell'esperimento di bordo HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

E questa volta, dopo dieci anni, ecco che spunta fuori la piccola sonda della missione Europea. Il lander appare parzialmente dispiegato sulla superficie, cosa che di fatto dimostra che l'avvicinamento, l'ingresso in atmosfera, la discesa e l'atterraggio furono completati con successo.

Rudolf Schmidt, Project Manager del progetto ESA Mars Express a quell'epoca: "Non sapere cosa fosse successo a Beagle-2 è rimasto una preoccupazione assillante. Sapere che Beagle-2 ha fatto tutta la strada fino alla superficie è un'ottima notizia".

Le immagini ad alta risoluzione relative al previsto sito di atterraggio del piccolo lander nella regione Isidis Planitia (un grande bacino da impatto vicino all'equatore) vennero inizialmente analizzate da Michael Croon, un ex membro dell'operation team della missione Mars Espress dello Space Operations Centre (ESOC) di Darmstadt in Germania, insieme ad altri membri scientifici ed industriali di Beagle-2.

Beagle-2 è piuttosto piccolo, meno di 2 metri di estensione quando è completamente dispiegato.

(Credit ESA/Denman productions)

Il concetto di ago in un pagliaio direi che spiega bene le cose, specialmente se si pensa al limite della risoluzione delle fotocamere delle sonde in orbita intorno a Marte.
Dopo l'identificazione di possibili rilevamenti sospetti, ulteriori immagini sono state ottenute ed analizzate dal team di Beagle-2 e dal team di HiRISE del NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena in California, i quali hanno confermato che i target scoperti hanno la giusta dimensione, colore e dispersione del piccolo lander.

(Credit NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona/University of Leicester)

Le foto mostrano Beagle-2 in una configurazione parzialmente aperta, con non più di tre dei quattro pannelli solari dispiegati. Sono stati individuati anche il paracadute principale e ciò che si pensa possa essere la copertura posteriore, con ancora il paracadute pilota attaccato nelle vicinanze.

Sono stati trovati anche altri target che si ipotizza possano essere gli airbag e lo scudo termico anteriore. Occorreranno altre immagini ed altre analisi per darne la conferma.

(Credit NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona/University of Leicester)

Il dispiegamento parziale fornisce una spiegazione del perché nessun segnale fu mai stato ricevuto dal lander. Infatti la completa apertura dei pannelli solari era necessaria per esporre l'antenna radio per comunicare con il controllo missione sulla Terra. Sfortunatamente ciò vuol dire anche che Beagle-2 non può nemmeno ricevere comandi e quindi non c'è alcuna possibilità di tentare di riattivarlo.

Beagle-2 era la prima missione del Regno Unito verso un altro pianeta. Il progetto era una partnership tra la Open University, l'University of Leicester ed EADS Astrium UK (ora Airbus Defence and Space). Tra gli altri erano inclusi l'ESA, l'Ufficio di Scienza e Tecnologia del Ministero del Commercio e dell'Industria, il PPARC (Particle Physics and Astronomy Research Council), il Wellcome Trust, il National Space Centre e la Millennium Commission.
A dirigere il progetto vi era il professor Colin Pillinger della Open University, scomparso nel 2014. Grande contributo a Beagle-2 è dovuto ai professori George Fraser (University di Leicester) ed al professor David Barnes (Aberystwyth University), anche'essi scomparsi nel 2014.



Fonte dati, ESA.

5 commenti:

  1. Che sfortunata missione, ma soprattutto che peccato che quei tre professori non abbiano potuto avere nemmeno questa piccola soddisfazione prima di morire.

    Loro sono scomparsi sulla Terra il loro lander è stato trovato su Marte ...

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  2. ...." Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), un caro amico di questo blog"
    Sergio WOW. Continua così!!

    Mi sono sempre chiesto dove fosse finito, il dispiacere più grande fu non avere captato nessun segnale...
    Come se una missione fosse stata annullata completamente dal suo concepimento...tutto ciò che doveva essere non è stato, senza nessuna giustificazione documentata. Un dignitoso nulla, rispetto a tutti i tentativi passati di raggiungere Marte, con la sua atmosfera cosi mutabile ed inconsistente...
    Ora MRO ha dato la giusta collocazione nella storia di questo figlio... una propagazione dei nostri sensi e aspirazioni..un precursore di fameliche sonde e rover terrestri dai destini vividi, come vivido fu l'interesse suscitato delle loro grandi imprese.
    Solo averlo individuato ha un grandissimo risvolto scientifico oltre che umano, sappiamo ora che le tecnologie usate non erano sbagliate e che i calcoli per l'entrata in atmosfera non furono errati...
    Il risvolto umano lo ha espresso benissimo Claudio nel precedente commento.

    By Simo

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  3. Concordo pienamente con voi tutti.. ritengo comunque che quando si lavora, seriamente e bene.. i risultati e i riconoscimenti, seppur spesso postumi, arrivano sempre.. come in questo caso!! Tutto il lavoro svolto comunque non andrà perso.. magari da perfetto ignorante in materia per quel che riguarda l'antenna avrebbero dovuto cercare un modo, a livello progettuale, da poterla far dispiegare indipendentemente dall'apertura di tutti i pannelli.. se qualcosa fosse andato storto.. ma col senno di poi, si sa, tutto è facile da dire.. :)

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  4. Ciao Ale, ben tornato,

    ed infatti, è così facile che ci avevo pensato ànchio ...
    Mi dicevo, quella padella elettronica avrebbe dovuto essere progettata in modo da avere da subito la possibilità di comunicare bidirezionalmente tramite una riserva di energia elettrica ed un'antenna, anche solo per i primi giorni, indipendentemente dal dispiegamento dei 4 pannelli solari, dispiegamento parziale o completo che fosse stato.

    Questo anche perchè nessuno avrebbe potuto garantire che, quella semplice struttura, senza gambe, così bassa al suolo, sarebbe ammartata in una zona ideale come quella dell'immagine qui sopra, piana, priva di grandi ostacoli, cioè grandi sassi e rocce che avrebbero potuto impedire o limitare la sua completa apertura, ed ammesso che il meccanismo fosse stato concepito e realizzato così bene da poter superare i più forti shock termici e meccanici, oltre che l'insidia della polvere del suolo marziano, sollevata nel momento del touch down e successivamente da eventuali turbini di vento.

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  5. Effettivamente pare l'uovo di Colombo ragazzi, qui ci abbiamo pensato tutti (col senno di poi?) e cotante menti no?
    Forse non aver previsto un sistema di emergenza nasce da un infelice impulso burocratico di risparmiare qualche soldino sperando nella buona sorte? Escludendo a priori una cantonata collettiva, che altra spiegazione può esserci?

    Massimo

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