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martedì 5 maggio 2015

SelfieSat all'International Space Apps Challenge NASA 2015, il gruppo Italiano vincitore in gara insieme ad altre 271 squadre di tutto il mondo


NEWS SPAZIO :- Mi piace sempre molto presentare nuove idee e nuovi progetti, specialmente se provengono dai più giovani professionisti ed entusiasti. Passione ed energia, la migliore ricetta per il nostro futuro.
Qualche giorno fa mi ha contattato Davide Candela del gruppo SelfieSat, vincitori dell'edizione locale del NASA International Space Apps Challenge di quest'anno, la cui edizione Italiana si è svolta a Napoli l'11 ed il 12 Aprile scorsi.

L'edizione 2015 ha visto 13.259 partecipanti da tutto il mondo, 133 città in cui si è svolto in contemporanea l'evento per un totale di 949 progetti.

Il team ha partecipato alla competizione con il progetto SelfieSat, un nanosatellite che separandosi da un satellite madre si immette in un'orbita vicina. La sua missione è scattare immagini del satellite carrier sia per finalità diagnostiche che per motivi documentaristici.

Conosciamo meglio il progetto.



Il team è adesso nella successiva fase della competizione, insieme ad altre 271 squadre di tutto il mondo.
E' quindi con grande piacere che pubblico il loro comunicato in cui ci presentano l'avventura SelfieSat.


Nei giorni 11 e 12 aprile 2015 Napoli è stata teatro di un’iniziativa della NASA: l’International Space Apps Challenge, sponsorizzato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università Federico II, dal centro IREA del CNR, dal Distretto Aerospaziale Campano e dal Consolato Americano per il Sud Italia.

La manifestazione, svoltasi contemporaneamente in 138 città di tutto il mondo, consisteva nell’ideare soluzioni a problemi aperti proposti dall’ente spaziale americano. A livello locale si è distinto il team SelfieSat, composto dai giovani laureati e studenti della facoltà di ingegneria aerospaziale Antonio Caiazzo (in collegamento da Brema), Davide Candela, Stefania Ferrentino, Giovanni Nardone e Salvatore Sarno.

I cinque hanno sviluppato il nanosatellite SelfieSat, la cui missione è quella di scattare foto ad un satellite madre a fini diagnostici, documentaristici ed artistici (immortalando ad esempio un flyby).


I capisaldi progettuali, riguardanti sia il nanosatellite che il suo alloggio presso il satellite madre, sono:

  • massimizzazione dell’autonomia
  • massimizzazione della vita utile
  • flessibilità e riusabilità
  • economicità e possibilità di produzione a breve termine

La vita operativa è stata idealmente ottimizzata concependo SelfieSat come un sistema totalmente elettrico, con ricarica del pacco batterie ottenuta sia quando il nanosatellite è alloggiato presso il satellite madre che durante lo svolgimento della missione, grazie ad un sistema di pannelli solari che avvolgono la sua struttura esterna. Ciò evita inoltre la necessità di refueling, semplificando la docking station.

Dal momento che il sistema di satelliti artificiali è concepito per orbitare intorno a Mercurio, uno scudo termico di natura ceramica è stato considerato per proteggere l’astronica di bordo dalle radiazioni esterne. Infine l’utilizzo di tre Reaction Wheels per il controllo di assetto permette l’impiego di un unico propulsore (un electrospray).

La flessibilità è intesa come la possibilità di immettere SelfieSat in un’orbita generica: ciò è stato ottenuto posizionando la struttura d’attracco, presente sul satellite madre, su di una piattaforma rotante giacente parallelamente al piano orbitale.


Inoltre tale sistema è dotato di un dispositivo magnetomeccanico che aiuta la fase d’attracco e permette di eiettare il nanosatellite nell’orbita desiderata, che viene dunque raggiunta a mezzo di un trasferimento orbitale. La genericità dell’orbita di destinazione è dunque garantita dalla combinazione tra piattaforma rotante e modulazione della corrente circolante nell’elettromagnete.
Tale sistema permette dunque di minimizzare il consumo energetico del nanosatellite.
Similmente la manovra di docking è preceduta da un rendez-vous.

Problema cardine è il puntamento automatico del satellite madre: tale obiettivo è raggiunto a mezzo di antenne ispirate ai sistemi avionici Non Directional Beacon (NDB) ed Automatic Detection Finder (ADF), che permettono ai velivoli di determinare l’angolo che la fusoliera forma con la stazione (heading to station). In tal senso SelfieSat è dotato di due antenne circolari rotanti, mentre il satellite madre è equipaggiato con una trasmittente che invia segnali di interrogazione.

Infine il nanosatellite è concepito come un progetto economico e realizzabile nel breve periodo, grazie all’impiego di componentistica in gran parte già testata e disponibile sul mercato.

In quanto vincitore dell’evento locale, il team SelfieSat è attualmente in sfida con altre 271 squadre provenienti da tutto il mondo ed attende il giudizio della NASA. Premio finale della competizione è assistere al lancio di un satellite presso il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, mentre la NASA si riserva la possibilità di investire sulle idee più promettenti.


Se volete saperne di più sul progetto SelfieSat ecco i collegamenti



Un grosso in bocca al lupo, ragazzi! E fateci sapere, a me ed a tutto il blog, come continua la vostra avventura, d'accordo? Ci conto!

14 commenti:

  1. Idea eccellente, progetto illuminante, semplice, geniale, utilissimo.

    Se nel passato ci fosse stato uno di questi assieme agli Shuttle, forse, solo forse, gli astronauti del Columbia qualche cosa avrebbero potuto escogitare prima del rientro, di quel triste e disastroso rientro, anzi di quel non-rientro, non-ritorno a Terra.
    Questo solo per citare un evento.

    Ho visto i vostri filmati in YouTube.
    Ragazzi, piano e con calma, non siete in gara a chi parla più velocemente, esponete i vostri concetti con rilassata sicurezza e disinvoltura (lo potete fare, il vostro progetto è interessantissimo), quindi non parlate con un inglese mitraglietta, cercate di farlo in modo più tranquillo e naturale, se non riuscite a parlare a braccio, o ad imparare a memoria il testo che volete esporre, evitate di dissimulare la lettura (è fin troppo evidente e disturba vederlo) qualche sorso d'acqua prima di parlare, qualche salivazione in meno ... ��

    Sergio, nella tua spiegazione, d'un tratto parli di satelliti artificiali in orbita attorno a Mercurio.
    Non ho mica capito a cosa ti riferisci, manca qualche cosa? Non ho visto collegamenti ed info al progetto.

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  2. Ciao Claudio,

    sono Davide, uno dei ragazzi del team SelfieSat. Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti, e poi non posso che apprezzare il fatto che si sia compresa anche l'utilità più profonda del progetto. Anzi, ti dico che il tuo collegamento con il Columbia è così azzeccato che proprio qualche giorno fa abbiamo deciso di utilizzarlo in un talk che terremo la settimana prossima.

    Per quanto riguarda i satelliti in orbita intorno a Mercurio, posso risponderti io: la sfida originale proposta dalla NASA riguardava proprio missioni da svolgersi intorno al pianeta in oggetto. Ma ovviamente ciò non toglie che il concept possa essere generalizzato!

    Infine, nota un po' dolente... i video: quel che dici è vero, ma avevamo tantissime cose da dire ed i secondi contati, per cui abbiamo fatto del nostro meglio! Ad ogni modo terremo a mente i tuoi preziosi consigli, così che in futuro non ci faremo cogliere impreparati!

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  3. Bene Davide,

    si, prima ti avevo visto (leggendo il post di Sergio avevo anche pensato ad una battuta e chiedere: quande candeline ha già soffiato Candela? ...).

    Lo stile della comunicazione e l'immagine che passa sono molto importanti.

    Ad ogni modo non pensare che io non capisca la vostra emozione e le vostre insicurezze, è tutto normale, penso che chiunque lo sarebbe al posto vostro.

    Comunque bravissimi, andate avanti così!

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  4. Ciao Claudio! Sono Stefania, la ragazza del gruppo!

    Ci tengo anch'io a ringraziarti per i tuoi complimenti perchè ci spingono a credere ancora di più nel nostro progetto.

    Inoltre capisco che i video non sono il nostro forte. Purtroppo come ha detto davide abbiamo avuto pochissimo tempo per prepararli e quindi non abbiamo raggiunto i risultati sperati. Proveremo a migliorare dal punto di vista dell'immagine, promesso!

    Grazie ancora e ti terremo informato su eventuali sviluppi futuri ;-)

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    1. Ciao Stefania,

      e io, come tutti in questo blog di Sergio, vi seguiremo con gioia e molto interesse!

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Temo che il problema dell'invio multiplo stia in qualche modo nella mia tablet Samsung.

      Dopo aver cliccato sul tasto di spegnimento dello schermo ha fatto un secondo invio, segnalatomi anche dalla notifica acustica.

      Ora sto scrivendo da un Honor 6 (Huawei) e cancellerò la seconda copia qui sopra.

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    4. Anche se in questo periodo sono molto avaro in materia di partecipazione attiva, ci tenevo ad aggiungere i miei incoraggiamenti, e dire che sarò uno di quelli che accoglierà certamente con la gioia e l'interesse previsti da Claudio, gli aggiornamenti che vorrete condividere nello spazio di Sergio.
      Davvero un progetto che potrebbe aprire la strada a delle applicazioni molto utili per chi opera nello spazio, complimenti.

      Massimo

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  5. Complimenti ragazzi ed in bocca al lupo^_^.

    NASA organizzando queste competizioni aperte anche alle nazioni extramericane stimola gli studenti con un bagaglio esperienziale diversificato a progettare idee nuove, per poi farle sue sviluppandole,. Un semplice modo di fare ricerca senza spendere denaro.

    By Simo


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    1. Ciao Simo,
      grazie per i complimenti e crepi il lupo!
      Comunque, ad essere sinceri, noi speriamo che qualche spicciolo la NASA lo spenda :D

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    2. Certamente Davide, chissà che non ci scappi anche qualcosa di più, come un esperienza attiva nella realizzazione del progetto alla NASA^_^!!
      Emergere in questo concorso cosi partecipato non sarà facile, teneteci informati.

      By Simo

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