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giovedì 6 ottobre 2016

New Shepard, doppio ed entusiasmante successo nel 5° test di volo, video by Blue Origin!

(Credit Blue Origin via YouTube)

NEWS SPAZIO :- Grande, grandissima prova il test di ieri del razzo suborbitale New Shepard dell'azienda Blue Origin. Spero lo abbiate visto anche voi in diretta, emozionante davvero. Ma se così non è stato non preoccupatevi, in questo post potrete vedere e rivedere lo spettacolare volo.

Il test, il 5° per lo stesso razzo - non lo stesso modello, proprio lo stesso veicolo spaziale - ha avuto luogo ieri mattina nel deserto del Texas, nel sito di lancio e test di Blue Origin (da noi era pomeriggio).

Oggetto del test, annunciato il mese scorso, era verificare il funzionamento del sistema di Escape che allontana velocemente la capsula passeggeri in caso di avaria al booster durante le fasi di ascesa.

Dopo 45 secondi di volo è stata infatti simulata un'anomalia al veicolo. La descrizione del test con tutti i dettagli la trovate qui


Vediamo come è andata.



Il test rappresenta un'importante milestone per la maturità dell'infrastruttura di voli suborbitali a pagamento che Blue Origin sta realizzando, sia per turismo che per compiere esperimenti scientifici in condizioni di microgravità.

E tra i sistemi necessari per avviare un programma di voli con esseri umani uno dei più critici è proprio il sistema di emergenza che allontana velocemente la capsula (con equipaggio a bordo) dal veicolo spaziale nel momento in cui viene rilevata una grave anomalia al vettore.
Noto più in generale come LAS (Launch Abort System) siamo abituati a vederlo implementato come una torretta al di sopra della capsula che in caso di Abort del lancio la "tira via" portandola al sicuro.

New Shepard (così come la capsula Dragon V2 di SpaceX) implementa invece una differente modalità, un motore interno alla capsula che la "spinge via" in caso di emergenza.

Ma veniamo al test di ieri. La diretta video è iniziata alle 16:45 ora Italiana, ma il lancio ha avuto luogo con circa 40 minuti di ritardo dopo che il conto alla rovescia era stato fermato per due volte.

New Shepard ha acceso il motore principale BE-3 fornendo una spinta di circa 490 kN, un decollo perfetto.
A T+0:45 sec, ad un'altitudine di 4.893 metri (16.053 piedi) ed alla velocità di 240 m/sec, è stato volutamente impartito il comando di Abort.

La capsula ha quindi effettuato la sequenza di "Escape", si è subito separata dal veicolo in ascesa ed ha acceso il suo "Escape Motor" allontanandosi velocemente dalla traiettoria del booster stesso. Ecco il momento

(Credit Blue Origin)

Il motore a propellente solido della capsula è rimasto acceso per 1,7 secondi ed ha impresso una spinta di circa 310 kN che l'ha spinta via dal pericolo (simulato).
Dopo lo spegnimento del motore la capsula ha continuato l'ascesa per inerzia, percorrendo il ramo ascendente di una parabola discendente. Trotterellando un po' ha raggiunto l'apogeo di 7.092 metri (23.269 piedi) per poi iniziare la discesa.

Si sono aperti prima tre paracadute pilota per stabilizzare il rientro e poi i tre paracadute principali che hanno portato la capsula ad atterrare gentilmente al suolo a circa T+04:15. Per attutire l'impatto, negli ultimi attimi della discesa la capsula ha acceso i piccoli motori "soft landing thrusters", similmente alla capsula Russa Soyuz.

Nel frattempo il destino più incerto era certamente per il booster. Jeff Bezos aveva preannunciato un'alta probabilità che andasse distrutto.
La separazione è avvenuta proprio nel momento in cui il veicolo spaziale era soggetto alle massime sollecitazioni aerodinamiche, ed il motore della capsula ha sparato i propri getti proprio direttamente sul booster. Inoltre, la stessa separazione della capsula dal booster ha fatto variare improvvisamente l'aerodinamica a quest'ultimo.
Il booster non è stato progettato per gestire tale situazione e da qui il forte timore che potesse non essere in grado di stabilizzare il volo.

Invece, dopo che la capsula si è allontanata, il booster ha continuato l'ascesa, raggiungendo l'apogeo di 93,713 km (307.458 piedi). Da qui è iniziata la discesa controllata ed a T+07:29 il booster ha effettuato un perfetto atterraggio completando la sua 5° ed ultima missione.

Ecco il replay del webcast



Per ciò che abbiamo visto il test a cui abbiamo assistito è stato uno spettacolare successo. Adesso Blue Origin analizzerà accuratamente i dati che ha registrato per verificare che tutto sia andato come progettato e che siano stati rispettati tutti i vincoli per garantire che il sistema effettivamente funzioni a dovere per portare in salvo l'equipaggio nel caso si verifichi un emergenza al lancio.

Nel 2017 Blue Origin inizierà i primi test di New Shepard con equipaggio, e se tutto andrà come sperato i primi voli commerciali potranno prendere il via nel 2018.

Trovate tutti dettagli di questa spettacolare avventura di Blue Origin nella sezione dedicata del blog, a questo indirizzo


Stay Tuned!

4 commenti:

  1. Non si vedono, è come se non ci fossero, li hanno rubati i russi?
    Si vede solamente un nuvola di polvere, forse nascosti dalla vegetazione negli istanti prima del touchdown, forse semi invisibili come le fiamme generate dall'alcool, non c'è evidenza: T 55:42 nel filmato qui proposto da Sergio.

    Eeh? Ma di che parli Clà?

    Dei retrorazzi ... cercateli voi, io non li ho trovati, ma ovviamente non dico che non ci sono :)

    La versione tagliata, il cuore del test con quest'esito straordinario, iniziando dal decollo senza la lunga attesa dovuta alle interruzioni del count down sta in QUESTO VIDEO:
    https://youtu.be/c7Q-IY9qhBs

    Claudio B, a proposito di ciò che hai scritto ieri:
    "Vedendo e rivedendo piu' volte il lancio ho notato che nel distacco della capsula crew la stessa non aveva una traiettoria stabile.Beccheggi e rollii erano piuttosto eloquenti.Quindi c'e' da perfezionare qualcosa nell'aerodinamica o i poveri ospiti avranno un forte mal di testa al rientro."

    Ma ti pare che se anche fosse come dici questo sarebbe un problema?
    Potresti magari suggerire a Bezos di dare agli ospiti qualche diversivo in più e, per attenuare il mal di testa, spruzzare nel casco una sostanza tranquillante ed antivomito.

    Rivedi ancora una volta e forse noterai che l'instabilità si è generata, non durante la breve propulsione dei razzi che hanno separato e proiettato più in alto la capsula durante la loro spinta intensa, ma durante l'esaurimento della stessa.
    Lo spegnimento non è stato repentino, è durato alcuni secondi.
    L'areodinamica non centra, penso che forse forse gli ingegneri abbiano avuto l'accortezza di disegnare un bel profilo aereodinamico con un programmino apposito, fatto le simulazioni con un'altro programmino e poi messa la capsula alla prova nella galleria del vento, non credi?
    Il piccolissimo problema sta semmai nel centro di gravità della capsula stessa unita al fatto che l'interruzione della spinta, di quella piccola spinta residua dei singoli motori durante l'esaurimento finale del propellente non è stata equalizzata perfettamente, ognuno ha continuato a dare il suo contributo non con la stessa forza, squilibrandola ed innescando quindi anche delle turbolenze. Difficile fare di meglio.

    L'aspetto che secondo me sarebbe da chiarire, invece, è come si comporterebbe la coppia in condizioni meno ideali di questa.
    Si potrebbero o dovrebbero fare, per concedere il certificato di sicurezza a Blue Origin, dei test in cui avviene qualcosa di più critico, come ad esempio un improvviso squilibrio nell'assetto di volo durante l'ascesa a seguito del malfunzionamento del booster.
    Cosa succederebbe se, senza un preavviso, il razzo si inclinasse repentinamente proseguendo la sua corsa in orizzontale non seguendo più la verticale di ascesa?
    Improbabile situazione con le moderne tecnologie missilistiche, ma io non credo escludibile del tutto ed impossibile.

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    1. L'escape engine della crew capsule è un unico motore e dovrebbe quindi avere un unico ugello di scarico.

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    2. Mmmh ...
      Quindi se è così, le turbolenze potrebbero essere causate anche dai flussi irregolari della spinta residua.
      Ci potrebbero aggiungere delle alette o dei giroscopi stabilizzanti, così poi da far uscir fuori i capi delicati, non troppo strapazzati.

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