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lunedì 11 dicembre 2017

Viviamo in tempi esponenziali, come cavalcarli e non subirli?


NEWS SPAZIO :- Possiamo anche non non rendercene conto, ma la verità è che tutta la nostra vita si basa sulla tecnologia. Magari non abbiamo l'ultimo modello di smartphone, c'è chi non ha la TV, ma le nostre case sono strapiene di tecnologie, da quelle più antiche a quelle più moderne.

Da come abbiamo visto nei post precedenti relativi a Scienza e Tecnologia (qui e qui), adesso sappiamo individuare un prodotto della tecnologia, è uno strumento che ci aiuta a risolvere un problema, dove la parola strumento è intesa nel senso più generale possibile.
E tornando alle nostre case, forse la tecnologia più antica che tutti noi abbiamo è il fuoco, o meglio il piano cottura della cucina, pronipote di quello strumento che all'alba dei tempi ha permesso ai primi esseri umani di controllare l'energia a loro disposizione.

Ma tutta la nostra civiltà, anzi tutto il nostro pianeta, è basato sempre di più sulla tecnologia. Non saremmo mai stati in grado di arrivare ad essere più di 7 miliardi di persone senza tutti gli strumenti che sono stati inventati in numerosissimi campi, partendo dalle tecniche di produzione del cibo fino alle scoperte in campo sanitario ed oltre, alle infrastrutture per distribuire cibo ed acqua, alle tecnologie per conservare il cibo nelle case, ecc. ecc. Potremmo continuare per ore. E non potrebbe essere altrimenti.

Capita troppo spesso purtroppo di dare per scontato tutto ciò. Dovremmo invece tenere bene a mente che non possiamo più permetterci di vivere la nostra vita come i passeggeri di un treno, che si lasciano trasportare e che guardano distrattamente le cose fuori dal finestrino.



A nessuno di noi piace fare da spettatore della propria esistenza, vero? Tutti noi abbiamo obiettivi e sogni e vorremmo raggiungerli, avverarli. Significa diventare protagonista ed è propria responsabilità fare in modo che ciò accada. Ma se da una parte ci sono i nostri desideri, dall'altra c'è il mondo reale in cui viviamo. E non possiamo permetterci di ignorare i nostri tempi.
Il progresso tecnologico, nel bene o nel male, è un processo che continua ad avanzare e l'unico modo per non farci sopraffare è conoscerlo, comprenderlo, e possibilmente cavalcarlo, se non addirittura costruirlo.

Si tratta di una questione estremamente vasta ed affascinante, e dibattuta praticamente da sempre a tutti i livelli. Intellettuali, scienziati, uomini di fede, ognuno con il proprio contributo e la propria ricetta per il futuro. In questa discussione vorrei provare a trasmettervi un paio di concetti fondamentali e perdonatemi se troverete alcune esposizioni troppo semplificate. La vastità dell'argomento e la lunghezza limitata di un post mi hanno portato ad operare alcune semplificazioni. Magari potremmo approfondire alcuni punti specifici in altri post, basta chiedere.

Torniamo alla discussione. Dunque, non possiamo più ignorare la scienza e la tecnologia. Tranquilli, nessuno deve diventare un premio Nobel. Così come non si deve essere meccanici esperti per guidare un'automobile, ci basta fare un piccolo corso di scuola guida a 18 anni, allo stesso modo non si deve essere esperti di scienza e tecnologia per conoscerle nei loro aspetti fondamentali.

Richiede un impegno da parte nostra? Assolutamente sì, è la differenza tra accomodarsi nel sedile del passeggero e guidare la propria macchina.

Abbiamo già visto che la tecnologia produce essenzialmente strumenti, complessi quanto vogliamo, alcuni affascinanti quanto mai prima d'ora ma pur sempre strumenti nelle nostre mani e dipende sempre da noi l'uso che ne facciamo.

E per saper usare qualunque cosa (oggetto o conoscenza), per saperlo maneggiare senza farsi male, è necessario conoscere questo qualcosa, avere cioè quella base minima di conoscenza per comprenderne le potenzialità e gli eventuali pericoli. E questo si chiama creare cultura intorno a quel particolare qualcosa.

Come si fa a creare cultura su di una tecnologia? O si prova o ci si informa, abbiamo infiniti canali multimediali nel nostro smartphone. La parte 'Si prova' spesso è la più divertente, ma non sempre è la cosa migliore da fare. Certo che la prima volta che ciascuno di noi ha visto un ferro da stiro, acceso, le cose erano due: lo tocco o non lo tocco... e molti di noi lo hanno toccato e si sono bruciati!
Ma da quel momento abbiamo fatto attenzione ogni volta che ci capitava sott'occhio un ferro da stiro, vero? Bene, abbiamo sperimentato una tecnologia che non deve essere toccata quando è calda. Abbiamo imparato qualcosa su come maneggiarla, abbiamo aumentato la nostra cultura su di essa.
Ma per un ferro da stiro si può anche adottare un approccio sperimentale. Ci sono contesti, come ad esempio una centrale nucleare, in cui non sarebbe proprio il caso di lasciar fondere il reattore per vedere cosa accade.

Insomma, sono la nostra intelligenza, la nostra maturità, la nostra esperienza che devono guidarci nell'uso delle tecnologie. Ma la prima cosa tra tutte, e lo ripeto ancora, è conoscerle.

Ho appena scritto che la tecnologia è un processo che procede sempre in avanti, ma non è tutto. E' sempre più opinione condivisa che il progresso tecnologico stia procedendo a velocità sempre maggiore, aumenta sempre di più velocemente, in maniera esponenziale.

Per avere un'idea migliore concedetemi questo semplice esempio numerico. Partiamo dal numero 2 e aggiungiamo 2, otteniamo 4. Aggiungiamo ancora 2 ed ancora 2, e via così. Ecco la successione di 10 numeri risultato

2  4  6  8  10  12  14  16  18  20

si riconosce un andamento di crescita continua, che viene detta lineare (Y=2*X). Se tracciassimo un grafico con questi numeri otterremmo una linea retta che va gradualmente e costantemente verso l'alto.

Adesso invece ripartiamo dal numero 2 ma applichiamo la regola che il numero successivo si ottiene raddoppiando il numero che abbiamo. Così da 2 arriviamo a 4. Continuiamo sempre con la stessa regola, così da 4 arriviamo ad 8 e via così. Ecco il risultato, anche qui composto dai primi 10 numeri

2  4  8  16  32  64  128  256  512 1024

Anche la seconda serie di numeri aumenta, i primi 2 numeri sono gli stessi della serie lineare, ma subito dopo prende ad aumentare molto più velocemente. Il decimo numero, 1024 è molto molto molto più grande di 20. E' questo un esempio di successione di numeri che hanno un andamento esponenziale (Y=X*X).

Date un'occhiata alle due curve della figura in cima al post, vi sono i due andamenti, lineare ed esponenziale. L'idea è che più si va avanti e più le cose cambiano con maggiore velocità.

Non possiamo far altro che prestare attenzione a non restare indietro. Dobbiamo continuare ad interessarci, ad informarci e ad avere un'opinione, a farci una cultura matura e responsabile in grado di avere un valore.

E' davvero il caso dello sviluppo tecnologico, che in questi anni ha raggiunto velocità e livelli importanti. Nei prossimi anni nuove conquiste scientifiche e tecnologiche avranno sempre più il potenziale di avere impatti forti a livello sempre maggiore, in tante differenti aree, tra queste medicina, esplorazione spaziale, Intelligenza Artificiale, Robotica, industria, energia, trasporti, lavoro, ecc. ecc.

Le potenzialità saranno enormi, potremo per la prima volta arrivare a pensare di poter finalmente risolvere i grossi problemi che abbiamo da sempre come umanità. Ma altrettanto grandi saranno i pericoli se queste tecnologie verranno usate in modo sconsiderato.
In una prossima discussione parleremo di una di queste esplosioni.

Ora, il punto importante è che una rivoluzione tecnologica da sola non basta per migliorare le nostre vite. Non da sola. Non è la tecnologia che guida le nazioni. Ed arriviamo al quesito della discussione, che avete nel titolo del post

Viviamo in tempi esponenziali, come cavalcarli e non subirli?

In parte ho già espresso il mio pensiero a riguardo, in questo e nei precedenti post di discussione, ma qui in questo articolo mi è sembrato necessario farlo subito per introdurre gli aspetti importanti della problematica.

Lo riassumo brevemente. Occorre rendersi conto che viviamo in un mondo basato sulla tecnologia e che non possiamo più essere ignoranti in merito. Il progresso tecnologico aumenta con sempre maggiore velocità, ma  non c'è bisogno di essere esperti per comprendere i cambiamenti, bisogna essere curiosi su ciò che accade, continuare ad informarsi ed a crescere nella nostra consapevolezza. Solo così si crea la necessaria cultura che crea etica, coscienza civile, impegno politico, possibili soluzioni ancora prima che arrivino i problemi.
Perché viviamo in tempi eccezionali, in cui il progresso tecnologico sta aumentando esponenzialmente, con potenzialità enormi mai raggiunte prima, in grado di risolvere i grossi problemi che abbiamo da secoli ma anche con grossi pericoli. Starà alla nostra maturità come civiltà utilizzare al meglio gli strumenti che la tecnologia porrà nelle nostre mani.

E la vostra ricetta qual'è?

26 commenti:

  1. Sergio sei davvero convinto che l’uomo riuscirà a progredire così velocemente per stare al passo della tecnologia?...io non credo...siamo lenti nell’assimiliare il nuovo...e lo si nota nella quotidianità...sé sfruttassimo al 90% tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione non avremmo certe situazioni...spreco di acqua,problemi smaltimento rifiuti,energia rinnovabile,ecc ecc...siamo già in ritardo di parecchio e avendo un’evoluzione tecnologica esponenziale avremo solo un aumento del gap tra maturità della civiltà e progresso tecnologico...ah...auto elettriche...disastro nel metterle a mercato...purtroppo a livello di civiltà nei nostri giorni comanda il dio denaro...e finché ci sono profitti su tecnologie obsolete non andremo da nessuna parte...o meglio la tecnologia si...l’uomo proprio no...spero di essere smentito in futuro

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    1. Ciao Max,
      comprendo il tuo parere, spesso mi trovo anch'io a pensarla così.
      Recentemente ho rivisto alcuni amici che non vedevo da un bel po' di tempo. Ciascuno di questi dopo esserci salutati con affetto mi ha subito detto che le cose vanno male, sempre peggio. Ho notato come una cappa di scuro sopra tutti loro, una negatività ormai così radicata da diventare rassegnazione.

      E proprio questa mattina ho letto un articolo molto interessante che sembra fatto apposta, in cui viene sottolineata l'esigenza di avere un approccio intelligentemente ottimista.

      E mi ci trovo appieno. Il nostro cervello è progettato per adattarsi e sopravvivere alla savana africana, gli stimoli negativi sono quelli a cui siamo più ricettivi, per la necessità di autoconservazione. Ebbene, ai giorni d'oggi è la stessa cosa. Ed i media ci campano su questo fatto. Più le notizie sono negative e più reagiamo. Ed ecco che in un telegiornale troviamo una media di circa 17 notizie negative a fronte di 1 positiva.
      E tutto questo genera una percezione del mondo così negativa da vedere il nostro futuro più nero del nero.

      Eppure i tempi in cui viviamo oggi, adesso, sono il periodo della storia in cui abbiamo le maggiori ricchezze. Non siamo mai stati così bene come oggi. Lo smartphone che ognuno di noi ha in tasca è un supercomputer, la sanità è in grado di combattere malattie che 40 anni fa non davano scampo. Possiamo prendere un aereo ed andare in Europa ad un costo irrisorio. Con Internet abbiamo sempre con noi tutte le conoscenze dell'umanità. Possiamo vedere e parlare con i nostri cari che si trovano dalla parte opposta del mondo. E potrei andare avanti così per settimane.
      E tutto questo grazie al progresso tecnologico, in tutti i campi dell'operare dell'uomo.

      Attenzione, mettere in evidenza le cose positive non significa sminuire quelle negative. Abbiamo grossi problemi davanti a noi, problemi che 40 anni fa non avevamo, cambiamenti climatici, migrazione, terrorismo, guerre, ecc. ecc.
      Ma l'umanità ha sempre avuto grossi problemi da affrontare. E le possibilità sono sempre due , o li risolviamo oppure no.
      E tutto questo dipende solo ed esclusivamente da noi. Fare il passeggero è facile, comodo, indolore, ma poi non puoi lamentarti di ciò che ti capita.

      La mia esortazione Max è quella di darsi da fare per (1) comprendere il mondo che ci circonda e (2) agire con gli strumenti di civiltà che abbiamo per fare la nostra parte.

      Quello che dici è vero Max, "... finché ci sono profitti su tecnologie obsolete non andremo da nessuna parte...", e le tecnologie per migliorare il mondo e risolvere i grossi problemi che abbiamo esistono già. Motivo in più per essere informati e per agire con quelle leve che abbiamo.
      Giusto un esempio. Prima di andare a votare per quel candidato, informiamoci per sapere come intende risolvere i grossi problemi che abbiamo, come intende utilizzare le potenzialità delle “tecnologie esponenziali” che abbiamo. Non votiamo alla cieca, non facciamo i passeggeri.

      Non lo so se saremo in grado di stare al passo con la tecnologia, ma non provarci sarebbe l'alternativa peggiore.

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  2. Mi accodo SUBITO al discorso di Max, e credo che più la tecnologia aumenterà e "purtroppo" più l'Uomo la subirà passivamente tanto da restare solo SPETTATORE e non più Primo protagonista come magari succedeva fino solo a 15 anni fà.
    Star dietro a TUTTO col tempo che EVOLVE "velocemente" sarà praticamente IMPOSSIBILE, e la mia personalissima previsione e che il buon 98% degli umani rimarrà attardato ed inseguirà per sempre, avendo il sapore acre di non arrivare mai, perchè basterebbe solanto una piccola pausa per es. di una settimana (es. causa malattia) per trovarsi già come un primitivo, siccome la velocità della tecnologia corre e non si ferma come magari possiamo noi UMANAMENTE bisognosi.
    Come Max prima di me...
    ANCHE IO: "spero di essere smentito in futuro"
    Ma ne dubito, ormai la strada sembra Segnata.

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    1. Star dietro a tutto Francesco non è impossibile. Se ti rendi conto che è fondamentale per il tuo futuro eccome se lo trovi il tempo per aggiornarti.

      E' che forse siamo stati progettati/educati a spendere il minimo di energie necessarie. Ma questo modello non funziona più proprio perché viviamo in tempi esponenziali. Può piacerci o meno ma fare il passeggero non funziona più.

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    2. Forse perchè NOI siamo stati EDUCATI umanamente e non PROGETTATI artificialmente come IA ???
      "Loro" evolvono molto velocemente e NOI dovremmo avvantaggiarcene, MA se "Loro" evolvessero troppo velocemente, poi NOI riusciremo a stargli "dietro"?
      Speriamo bene..banalmente concludo scrivendo CHI VIVRA' VEDRA'.

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    3. Mi sembra che tu non stia commentando quello che scrivo, le conclusioni a cui arrivo, ma invece ho l'impressione che stai ripetendo in continuazione il tuo pessimismo... dai, fai uno sforzo.
      Il mio ultimo commento chiudeva con

      " fare il passeggero non funziona più"

      Qual'è il tuo pensiero in merito?

      Quando scrivi "chi vivrà vedrà" (prova a limitare l'utilizzo delle parole tutte maiuscole, suonano come un urlo) cosa intendi? Mi suona un po' troppo come fare il passeggero. Spiegami.

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    4. Il mio Pensiero? se io potessi avere fiducia sull'evoluzione umana intesa come nuove scoperte tecnologiche che saranno una sola conseguenza della nostra evoluzione intellettiva.. "OK"
      Ma non ho la stessa fiducia nel carattere Umanano.. molto volubile ed influenzabile psichicamente..
      Notizia di stamattina voleva il dittatore Nord Coreano pronto a scatenare un epidemia di peste, di colera e di vaiolo nel mondo intero oltre ovviamente all'attacco Nucleare.
      Quindi più aumenta il nostro giochino e più il bambino (Uomo) può far Grandi danni che magari porteranno all'estinzione totale dell'umanità.
      STIAMO GIOCANDO COL FUOCO.

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    5. Quando ho scritto chi vivrà vedrà giustamente ti suona come passeggero, infatti più anni passano e più personalmente credo che saremo spettatori e/o solo clienti ed utilizzatori passivi di quest'evoluzione tecnologica.

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    6. Tutto il mio impegno anche in questo post caro Francesco è per dire

      "smettiamo di fare i passeggeri sennò le cose andranno male!"

      Non c'è altra alternativa eppure continui a voler rassegnarti! Non va bene!

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    7. In questi ultimi 4 anni da "spettatore" sull'evoluzione tecnologica, ho capito di esser letteralmente inondato di nuove tecnologie che umanamente non riesco a capire totalmente appieno ancora oggi..
      sembra una corsa sfrenata ed umanamente, la mia posizione di spettatore passivo può esser compresa, spero..
      ma cerco di difendermi come posso
      Ma ho anche la piena coscienza che nei prossimi 5 anni questa velocità sarà aumentata se non addirittura raddoppiata e mi sembra sempre più impari, forse perchè per professione non sto nel ramo scientifico/tecnologico ma sono soltanto un utilizzatore che bene o male recepisco questa Grande onda, prendendo ogni tanto per quanto posso col mio piccolo secchiello.

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  3. E’ vero, la cultura è importante.
    Ma io le affiancherei un’altra cosa: l’educazione.
    Per semplicità riprendo l’esempio dell’automobile: è vero che un giovane può guidarla se ha preso la patente, ma è altrettanto vero che se alle spalle di questo giovane c’è una famiglia che lo ha educato al rispetto della vita propria e degli altri, probablmente sarà più prudente e più rispettoso di pedoni e ciclisti.
    E magari, eviterà di schiantarsi contro un albero per eccesso di velocità sotto l’effetto di alcool e droga.
    Vado oltre: il signore di mezza età che prende la sua Turbo-Diesel per andare a comprare il giornale a due isolati da casa, se avesse un briciolo di educazione al rispetto dell’ambiente ci andrebbe a piedi.
    Aldo

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    1. Verissimo Aldo, ma io aggiungerei che cultura ed educazione vanno a braccetto tra loro.

      Ci sono poi tutti gli altri valori del vivere civile, della civiltà cioè. Tra questi rispetto, comprensione, impegno, onestà, lealtà, ecc. ecc.
      Quanto questi siano radicati in noi, come individui e come comunità, darà la misura della distanza che dobbiamo colmare per poter risolvere i nostri problemi.

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    2. "...ma io aggiungerei che cultura ed educazione vanno a braccetto tra loro."
      Apprezzo l'ottimismo Sergio, ma questa affermazione non mi pare del tutto scontata (purtroppo).
      Aldo

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    3. "Dovrebbero" andare a braccetto insieme

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    4. Proprio così, e questo non è sempre scontato né facile.
      Il signore che prende il Diesel per comprare il giornale potrebbe essere un ingegnere progettista o un pilota esperto: avrebbe un'ottima cultura in campo automobilistico ma la sua scarsa educazione lo porterebbe ad un uso distorto e deleterio dello strumento tecnologico "automobile".
      Aldo

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    5. "ma la sua scarsa educazione..." senso civico, rispetto, empatia...

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  4. Buongiorno,io sono che ognuno di noi deve fare la sua parte ma se “l’aggiornamento” non parte da chi ha il potere di cambiare le cose non possiamo fare molto,essere spettatori è una scelta quasi obbligata!esempio:tra un anno circa vorrei cambiare automobile e orientarmi su una elettrica al 100%...ma come faccio?dove vado a rifornirmi?la prima colonnetta per la ricarica la trovo a 10km da casa...forse...che faccio?non mi danno scelta...e qui ritorno al discorso che tante anzi troppe tecnologie obsolete generano ancora alti profitti a chi ha interesse nel mantenerle attivie nella società.

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    1. Ciao Max, "ma se 'l’aggiornamento' non parte da chi ha il potere di cambiare le cose non possiamo fare molto" è verissimo e condivido in pieno.

      Alla fine è il punto centrale di tutta la discussione. Il potere di cambiare le cose è in mano alla politica e non potrebbe essere altrimenti. Tra poco andremo a votare. Per me non essere passeggeri significa anche informarmi sui candidati e possibilmente chiarirmi su qual'è la loro posizione in merito alle problematiche che sono emerse in questa discussione.

      In altre parole: non faccio il passeggero, QUINDI resto aggiornato sul mondo che mi circonda, ED ALLORA mi rendo conto che occorrerà gestire il progresso tecnologico in qualche modo e prendere scelte politiche importanti, E QUINDI cerco di far sì che con il mio voto io possa mandare in cabina di comando chi veramente vale ed ha la competenza e tutte le altre qualità che servono per gestire il futuro al meglio per la comunità, ANZI lo pretendo perché la cosa riguarda il mio futuro e quello dei miei cari.

      E allora devo costringere i miei candidati a darmi una risposta. Posso andare alla sede del partito X e chiedere informazioni, o contattare la segreteria di partito con email, twitter, Linkedin, ecc. ecc. (usiamo la tecnologia).
      E se non ottengo risposte o se le risposte non mi convincono, non fare il passeggero significa NON votare quel candidato, ma cercarne uno che a me va bene!

      In altre parole, non essere passeggero significa anche questo, impegnarsi per usare al meglio le leve che abbiamo. E' un processo culturale in cui noi cittadini dobbiamo davvero far vedere alla classe politica che devono lavorare per noi. utopia? Abbiamo un voto da spendere, spendiamolo da "protagonisti".
      E se qualcuno ci vuole "passeggero" non caschiamoci. Che alternativa abbiamo?

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  5. Ciao a tutti,
    interessante dibattito su più fronti.
    Inizierei dicendo che la tecnologia serve proprio per far si che nessuno rimanga indietro, mai come oggi si lavora per l’inclusione.
    Le nuove generazioni non hanno le nostre conoscenze, ma maneggiano le nuove tecnologie meglio di noi; come noi le abbiamo maneggiate meglio dei nostri nonni ...in altre parole abbiamo un sacco di nozioni/conoscenze che andavano bene “ieri” ma non sono essenziali nel mondo di domani….. Noi forse abbiamo paura di rimanere indietro, ma gli adolescenti di oggi, come successe per quelli di ieri, non hanno questa paura! pensateci.

    Per quanto riguarda decidere attivamente e non subire il futuro, di alcuni argomenti non sono interessato, ma su altri …..mi butto su un politico (poche volte), faccio parte di un’associazione, partecipo ad alcune raccolte firme (tramite “change.org” soprattutto), espongo la mia idea in un paio di blog, ma credo soprattutto nella forza delle azioni che compio giornalmente, quelle azioni che, secondo me, aiutano a strutturare il modello di futuro che vorrei.

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    1. Infinitamente Grazie Marco per questo passaggio:
      "Le nuove generazioni non hanno le nostre conoscenze, ma maneggiano le nuove tecnologie meglio di noi; come noi le abbiamo maneggiate meglio dei nostri nonni ..."
      &
      "Noi forse abbiamo paura di rimanere indietro, ma gli adolescenti di oggi, come successe per quelli di ieri, non hanno questa paura! pensateci."
      Forse non volendo, ma mi hai ridato ottimismo per il futuro ed ho compreso che si trattava soltanto di mie paure per rimanere indietro, e le nuove generazioni andranno di paripasso con le nuove tecnologie..

      e noi primitivi? sembra che non abbiamo altra scelta "giustamente" e volente o dolente dobbiamo adegarci..
      il Futuro è Oggi, e dobbiamo affrontarlo senza paure.

      Grazie a Sergio ed a Tutti QUI, ritrovo forza per affrontare le prox sfide con più ottimismo.

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    2. Ottimo Francesco, ottimismo prima di tutto!

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    3. Ciao Marco,
      interessante sfaccettatura quella che hai portato a questa discussione, relativamente alla capacità delle nuove generazioni di adattarsi "naturalmente" ai tempi. Verissimo e ti ringrazio per questo punto di vista, che io allargo per includere anche tutti i "giovani" non solo dal punto di vista anagrafico.

      Quando però scrivi "... la tecnologia serve proprio per far si che nessuno rimanga indietro..." ecco questo lo vedo più come un obiettivo, piuttosto che come una realtà. La tecnologia "dovrebbe servire" per far sì che nessuno rimanga indietro, ma più che la tecncologia è "l'uso della tecnologia" che produce un effetto sulla società.
      E' vero, i giovani si adattano meglio, ma chi può decidere di adottare una tecnologia per una collettività è la politica.

      E mi piace l'impegno che viene fuori dalle tue parole, è proprio ciò che intendo quando scrivo che occorre essere protagonisti e non passeggeri.

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    4. Ciao Sergio,
      quando parlo di tecnologia ed inclusione intendo che ...1.000 anni fa siamo partiti con i primi occhiali, oggi Stephen Hawking può "parlare" e "scrivere".
      Prendendo in considerazione lo smartphone, oggetto tecnologico a tutti noi noto, ormai sia che abbiamo una disabilità o che non siamo capaci a configurare una stampante, con lo smartphone e l’opportuna app ci accorgiamo che i gaps si accorciano (inclusione!) ...parlo di videochiamata (i sordomuti “ringraziano”), mappe stradali (mia moglie “ringrazia”), assistente vocale, messaggi di testo o video,...Bepe Vio e tanti come lei “ringraziano”.
      Il termine “ringraziano” è tra virgolette perché in realtà la questione è proprio che NON devono/non dobbiamo ringraziare nessuno! Lo smartphone con le sue app è uno strumento come il cucchiaio con cui mangiamo, non “ringraziamo” chi l’ha costruito o inventato, lo usiamo!

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  6. L'uomo diventa vulnerabile davanti ai robot
    Asseconda i loro desideri
    Gli esseri umani sono emotivamente più vulnerabili del previsto davanti ai robot: lo dimostra l'esperimento nel quale un gruppo di volontari che avrebbe dovuto spegnere un robot si è rifiutato di farlo quando la macchina ha chiesto loro di non farlo. Pubblicato sulla rivista Plos One, l'esperimento si deve ai ricercatori dell'università tedesca di Duisburg-Essen, guidati da Aike Horstmann.

    "Lo studio esplora la sfera delle relazioni tra uomo e robot, quando per la qualità dell'interazione sociale che noi stabiliamo con il robot, tendiamo ad attribuire a un essere artificiale le caratteristiche di un essere vivente. Per cui quando il robot esprime un'obiezione ad essere spento, noi siamo condizionati nel nostro giudizio e inclini ad assecondare la sua volontà" ha detto all'ANSA Antonio Frisoli, del laboratorio di robotica percettiva della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
    L'esperimento ha coinvolto in tutto 89 volontari, che dovevano interagire con un robot umanoide Nao. Alla conclusione del test bisognava spegnere il robot e a quel punto il robot chiedeva di non farlo. Metà dei volontari fungeva da gruppo di controllo, cioè non riceveva dall'androide la 'supplica' di non spegnerlo, mentre 43 volontari si sono confrontati con la decisione di aderire alla richiesta del robot. In questo secondo gruppo, 13 ersone hanno scelto di soddisfare il desiderio del robot, gli altri hanno invece deciso di spegnerlo, ma hanno comunque impiegato più tempo rispetto al gruppo di controllo.

    Questo perché, secondo Frisoli, le persone tendono a concepire "come entità viventi" i robot che abbiano un aspetto simile a quello umano "e, pur essendo consapevoli che non sono esseri viventi, sono influenzate nelle loro decisioni. Questo indica che le persone trattano i robot diversamente a seconda di come essi stessi si comportano". Studi come questo, ha concluso "rivelano i meccanismi comportamentali di base adottati nella relazione uomo-robot e ci consentono di proiettare quale potrebbe essere l'interazione tra uomo e androidi, e anche tra agenti digitali, quando le nostre giornate saranno popolate anche da assistenti robotici".

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  7. interessante! ma facile da immaginare. Ci si imbatte in tante realtà "particolari" e a chiederti qualcosa sono in tanti (dal lavare i vetri dell'auto all'elemosina in chiesa, passando per il barboncino che vuole un pezzo del tuo cornetto) e non è facile dire di no!
    ...ma ad alcuni lo diciamo più facilmente che ad altri!

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  8. ..Sarà comunque interessante vedere come nel tempo si modifica il nostro rapporto con i robot. Quindi ben vengano analisi e studi di questo tipo.
    Grazie Francesco

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