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mercoledì 2 aprile 2008

"GO!" per il docking ATV-ISS

ATV-1 Jules Verne ha ricevuto oggi il GO definitivo per il primo aggancio con la Stazione Spaziale Internazionale, previsto per domani 3 aprile alle ore 16:41 CEST (foto fonte ESA).
I partner internazionali riuniti nel Management Team per la ISS, dopo aver consultato gli ottimi risultati dei due Demo Day precedenti, hanno dato il VIA "formale" all'aggancio con la Stazione Spaziale Internazionale.
Domani il primo tentativo di Dock vedrà ATV posizionarsi nel punto S41 e da lì tentare la connessione con il portellone del modulo russo Zvezda.
Nel caso il tentativo non andasse a buon fine, la successiva finestra per tentare un altro aggancio si avrà dopo 48 ore, il giorno 5 aprile.

Diretta televisiva su ESA TV a partire dalle 16:00 CEST (http://television.esa.int) ed in stremaing sul sito web dell'ESA.

2 commenti:

  1. Salve,
    seguo il tuo blog ma ho un dubbio. Le attività scientifiche della IIS sono davvero utili? Ho trovato molto interessante l'intervista al grande Steven Weinberg (chi non ha letto 'I primi tre minuti'?) all'indirizzo http://www.thespacereview.com/article/1037/1
    Che ne pensi?

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  2. Ciao,
    ho letto l'articolo del prof. Weinberg, molto stimolante senza dubbio, e che comunque ripropone una discussione ben nota che spesso torna all'attenzione. Discutere ogni punto dell'intervista sarebbe troppo lungo per un post, ma potremmo parlarne direttamente magari anche via email.

    Personalmente non mi trovo d'accordo in molti dei punti trattati. E vorrei ricordare che (1) la ISS non è ancora completa, (2) che la tragedia dello Space Shuttle Columbia del 2003 ha inciso pesantemente sull'intero programma ISS, (3) quando la Stazione arriverà a 6 membri di equipaggio ci sarà la disponibilità massima di ore dedicate ad attività scientifiche. Ciò avrebbe dovuto avvenire nel 2006, ma così non è stato. Quando l'equipaggio era ridotto a sole due persone, molto loro tempo in orbita (ed a volte la quasi totalità) era riservato ai soli compiti di gestione ordinaria e manutenzione della Stazione.

    Nell'intervista vengono mosse critiche alla politica della NASA, ma una cosa che ho osservato e che mi ha colpito è la completa assenza del concetto di "Internazionalità", insito nella "International Space Station" sin dal suo concepimento.
    Ed ultimamamente proprio l'aspetto Internazionale del progetto, quello che poi ci coinvolge direttamente sia come Europei che come Italiani, vive momenti storici: da poco il laboratorio europeo Columbus è in orbita (e gli esperimenti scientifici a bordo del columus sono iniziati solamente pochi giorni dopo la sua attivazione). E' iniziato l'assemblaggio del laboratorio giapponese Kibo.
    A regime la ISS avrà triplicati i laboratori pressurizzati presenti, contare le piattaforme esposte direttamente al vuoto localizzate un pò in tutta la ISS (due siti fanno parte di Columbus, Kibo ha addirittura una propria Exposed Facility, ecc.).
    ATV, la prima navetta robotizata europea si è agganciata per la prima volta alla ISS. Essa, dopo lo Shuttle, è il cargo con magggior capacità di carico. E ATV ha le potenzialità di evolversi anche in navetta dotata di dispositivi automatichi che possano tornare a Terra. Accennerei solamente al mondo dell'industria privata, fortemente interessato all'ambiente spaziale.
    Tra l’altro molti studi vanno ad affermare che per ogni dollaro speso per il progetto Apollo ne sono stati guadagnati tra 7 e 10, nel medio e lungo termine, sia in termini di ricadute vere e proprie che di “evoluzione” tecnico-scientifica che il raggiungimento di un tale obiettivo imponeva.

    Tutto questo per dire che come umanità intera la ISS è una opportunità unica. Stà a tutti noi "gestirla" al meglio per massimizzarne i risultati, che comunque non sono zero come invece indicato nell'intervista.

    Vai qui per la ricerca su ISS http://www.nasa.gov/mission_pages/station/science/payload_ops.html

    E poi vi sono implicazioni importanti non solo di carattere tecnico-scientfico. ISS è il più grande sforzo internazionale che ci sia mai stato nella storia: 16 nazioni (che sessanta anni fa si facevano guerra l'una contro l'altra) hanno deciso di perseguire una strada comune, specificatamente per scopi PACIFICI, insieme.

    E parlando poi di come effettuare l'esplorazione spaziale, se con missioni manned o unmanned, i robot odierni per quanto molto complessi non sono certamente ancora al livello di complessità tale da potersi sostituire completamente all'uomo in una missione indipendente. Per alcuni compiti sì, ed è bene che ciò avvenga, ma il resto per ora è fantascienza (vari incidenti sulla MIR sono stati risolti prima che sfociassero in problemi molto più grandi solamente perchè a bordo vi erano esseri umani).
    Personalmente ritengo che la strada sia quella di affiancare uomo e robot insieme.

    Una cosa comunque è certa: lo spazio è un ambiente a noi ignoto, estremo, con molti pericoli, ed un programma spaziale di esplorazione è certamente molto costoso. Andare avanti è poi nella nostra natura umana, partendo dai primi ominidi che centinaia di migliaia di anni fa sono scesi dagli alberi e sono andati a nord, in climi molto più rigidi, lontano dal caldo delle praterie. Per affrontare quel viaggio hanno dovuto inventare vestiti, strumenti per cacciare... la prima tecnologia.

    E forse la strada l'ha tracciata proprio la ISS: collaborazione! Collaborazione internazionale, collaborazione tra agenzie governative ed industrie private, collaborazione tra uomo e robot...

    ciao ed a presto su questo blog
    Sergio

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