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sabato 17 gennaio 2009

Marte ed il metano: qualche notizia in più

(immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ringrazio un lettore, purtroppo rimasto anonimo, che ha commentato il mio precedente post sul metano marziano, segnalandomi che (cito) "...la scoperta del metano marziano sia in realtà da attribuire all'Europa (peraltro ad un esperimento tutto italiano!)... ", fornendo questo link relativo ad un articolo del 2004 del sito web dell'ESA (in italiano) in cui viene descritto che la sonda europea Mars Express (cito) "... ha registrato tracce di metano nell'atmosfera del Pianeta Rosso".

Tutto ciò ha messo in moto la mia curiosità e mi sono messo a fare un po' di ricerche, non tanto per capire chi-abbia-scoperto-prima-cosa (non penso che il blog sia lo strumento/luogo giusto per determinare la paternità di una scoperta scientifica), quanto proprio per saperne di più su questo metano marziano.

Ed in effetti questo gas è una "vecchia conoscenza" degli scienziati terrestri: le prime tracce di metano su Marte provengono addirittura dal 1999.

Tre studi indipendenti
Nel settembre 2003, Michael Mumma, capo scienziato al Planetary and Astrophysical Sciences Laboratory for Extraterrestrial Physics, NASA/Goddard Space Flight Center (sì, proprio lo scienziato relativo alla notizia di ieri) e colleghi presentano un articolo al meeting annuale DPS (Division for Planetary Sciences of the American Astronomical Society) in cui mostrano misurazioni di metano su Marte (nella misura di 10-30 parti per miliardo). La scoperta è stata compiuta mediante osservazioni telescopiche terrestri, utilizzando il NASA's Infrared Telescope Facility (IRTF) in Mauna Kea, Hawaii, il Gemini South Telescope in Chile ed il Keck Observatory Telescope in California.

Nel 2004 Vittorio Formisano (istituto di Fisica e Spazio Interplanetario a Roma) ed il suo gruppo riportano di aver scoperto metano (nella misura di 10-10,5 parti per miliardo) nei dati dello strumento PFS (Planetary Fourier Spectrometer, di cui Formisano è il Principal Investigator) a bordo della sonda europea Mars Express, in orbita intorno a Marte.

Sempre nel 2004 Vladimir Krasnopolsky (adjunct professor alla Catholic University of America a Washington) ed il suo gruppo annunciano di aver trovato anch'essi tracce di metano (nella misura di 10-30 parti per miliardo), compiendo osservazioni da terra usando il Canada-France-Hawaii Telescope in Mauna Kea, Hawaii. Nell'aprile 2004 Krasnopolsky riporta all' European Geosciences Union meeting risultati provenienti da osservazioni compiute nel 1999 dell'intero disco planetario di Marte.

Si tratta quindi di tre studi indipendenti, compiuti con strumenti altrettanto differenti, e che però hanno raggiunto conclusioni molto simili tra loro.

Mumma 2009
La notizia di ieri del team di Michael Mumma ed altri (al momento è disponibile un abstract a questo link) si pone quindi come un aggiornamento sul loro lavoro che ha riguardato anni di osservazione marziana a partire dal 2003. E le novità rispetto al passato sono che per la prima volta sono state realizzate un insieme di mappe della distribuzione del metano su Marte. Tali mappe esaminano come tale distribuzione varia col tempo, secondo un andamento stagionale. Inoltre è stato rilevato che in alcune regioni si Marte vi è una maggiore emissione di metano (una di queste è Nili Fossae).
Queste variazioni della concentrazione di metano in termini spaziali e temporali suggeriscono quindi che vi sia un qualche processo attivo responsabile (geologico o biologico non si sa, come ho già scritto qui). Ed è proprio questo il risultato importante che dovrà essere preso in considerazione per i programmi futuri di esplorazione.

E questo è tutto per ora. Ovviamente se qualcuno conosce/trova altre informazioni lo invito a mandarmele.

Un'ultima considerazione: recentemente USA ed EUROPA pare che abbiano deciso di allearsi per esplorare Marte insieme. Non è anche questa una notizia molto importante? Se davvero ci fosse vita su Marte, alleandoci ed andandoci insieme forse lo scopriremmo risparmiando anni di tempo e parecchi soldi. No?

Riferimenti:
http://planetary.org/news/2004/0402_Methane_Found_on_Mars_Does_That_Mean.html
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/1165243
http://www.sciam.com/article.cfm?id=martian-methane-resuscita
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Acqua_e_metano_su_Marte/1285750
http://www.esa.int/esaCP/SEMS3J57ESD_Italy_0.html
http://www.universetoday.com/2009/01/15/large-quantities-of-methane-being-replenished-on-mars/
http://www.planetary.org/blog/article/00001811/
http://www.marstoday.com/news/viewpr.html?pid=17451
http://www.nasa.gov/home/hqnews/2009/jan/HQ_09-006_Mars_Methane.html

3 commenti:

  1. Il lettore "anonimo" che hai ringraziato in questo post ha un nome:
    Dott. Gianfranco D'Elia

    Magari se vuoi lo potrai correggere togliendo il termine "anonimo".

    Grazie a te e davvero tanti complimenti per il tuo appassionante blog!

    RispondiElimina
  2. Aggiungo tuttavia, a voler essere proprio pignoli, che le prime tracce di metano marziano vennero registrate in realtà già dal Viking 1, che ha operato sul Pianeta Rosso dal 1976 al 1982.

    Invero, uno dei tre esperimenti di biologia installati sui Vikink, il GEx (Gas Exchange), misurò - durante l'incubazione di un campione di suolo marziano - la produzione, tra gli altri gas, di metano (CH4).

    Segnalo un link della NASA sugli esperimenti di biologia che furono imbarcati sulle sonde Viking:
    http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/experimentDisplay.do?id=1975-075C-03

    Anche se poi i risultati ottenuti dai vari esperimenti non hanno mai confermato la presenza di vita su Marte.

    Insomma, Marte ci sfida ancora, continuando a non svelarci (almeno così facilmente) i suoi segreti...

    Dott. Gianfranco D'Elia

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  3. Grazie dei tuoi contributi e dei tuoi complimenti. Marte è davvero una grande e bella sfida.
    E personalmente sono molto curioso di scorpire cosa diventeremo (come umanità) quando riusciremo a svelare i suoi misteri.
    ciao

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