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lunedì 27 aprile 2015

Curiosity e lo strano modo di scomparire delle tracce del suo atterraggio su Marte, by NASA!


NEWS SPAZIO :- Eravamo in tanti il 6 Agosto 2012 quando il Mars Science Laboratory Curiosity atterrò all'interno del cratere Gale di Marte.

Poco dopo riuscimmo ad individuare anche le tracce di quello spettacolare atterraggio, macchie scure provocate dai jet che avevano spostato i depositi di polvere più chiara in superficie.

Ebbene, ripetute osservazioni del sito di atterraggio di Curiosity hanno evidenziato che tali macchie si stanno comportando un po' stranamente.



E' ancora la fotocamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolutione Imaging Science Experiment) a bordo della sonda orbitale MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) la protagonista di una serie di foto riprese in questi due anni e mezzo che mostrano che le aree scure dovute al landing di MSL stanno scomparendo in maniera del tutto inaspettata.

Sono quattro i luoghi sottoposti ad osservazione, in ciascuno dei quali è atterrato un "pezzo" di Curiosity (back shell e paracadute, il MSL, lo scudo termico, lo stadio di discesa Sky Crane).

Lo vedete dall'animazione che avete in cima al post, dopo circa un paio di anni in cui le macchie scure andavano via via svanendo, vi è stato un rallentamento nella velocità di dissolvenza, ed alcune "cicatrici" sono addirittura tornate ad essere più scure.

Ingrid Daubar (HiRISE team scientist del NASA Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, California): "Ci aspettavamo di vederle [le macchie scure provocate dall'atterraggio di Curiosity] scomparire via via che il vento spostava la polvere tutt'intorno durante i mesi e gli anni successivi all'atterraggio, invece siamo rimasti sorpresi nel vedere che la velocità di variazione appare essere inconsistente".
Daubar ha usato simili macchie dovute all'atterraggio per individuare nuovi siti di impatto di meteoriti.

Uno dei motivi che ha portato gli scienziati a monitorare queste aree è la possibilità di creare modelli in grado di fare predizioni su quanto tempo ci sarebbe voluto per far scomparire le tracce dell'atterraggio.

L'immagine in alto ci mostra una sequenza di sette immagini delle tracce dell'atterraggio dello stadio di discesa, lo Sky Crane. L'immagine più recente è stata ripresa nel Febbraio 2015 rivela che la "blast zone" invece di continuare a scomparire tende a tornare più scura.

La sequenza qui sotto è relativa al back shell ed al paracadute.


Ecco invece il luogo in cui è atterrato il rover Curiosity. Lo vedete scomparire dopo le prime due foto della sequenza, poiché ha iniziato il suo viaggio.


Le sue tracce, visibili nei frame verso destra sono scomparse con il tempo.

Segue l'ultima sequenza di cinque immagini relativa a dove è precipitato lo scudo termico.


Enjoy!

Immagini, credit NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona.

Fonte dati, NASA, NASA JPL.

6 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Marte è più"vivo", di quanto si credesse..

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  3. I vari pezzi di Curiosity hanno spostato lo strato superficiale del suolo marziano lasciando scoperto un terreno di colore scuro, che con il tempo è stato nuovamente coperto dall'ubiquitaria^^ sabbia rossastra ma che non ha avuto modo di stratificare compattandosi, dunque come il vento l'ha portata il vento la può togliere, anche sulla Terra il paesaggio desertico è in continuo mutamento, certo il clima secco aiuta...comunque mi sembra naturale quello che accade, anche se un pò inaspettato.
    Un'ulteriore prova della vita di Marte, concordo Franci.
    Chissà il sottosuolo cosa ci riserverà!
    Bisogna per forza andare ad indagare tutti questi aspetti di Marte, questi fotogrammi ci mostrano un pianeta in mutamento, simile nel comportamento alla Terra.
    Affascinante!

    By Simo

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    1. Simo, Francy, la cosa eclatante stavolta mi pare il colore scuro che scompare e riappare nei fotogrammi, bene il vento marziano, bene l'atmosfera che ancora è da catalogare a modino, bene le perturbazioni...
      Di certo è che pure in un deserto terrestre se una traccia la copro di sabbia poi non riaffiora al quinto fotogramma...

      L'andamendo è insolito, a dire poco.

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  4. Anche qui io non vedo proprio nulla di strano, concordo con Simo.

    Vari pezzi di materiale metallico e non, nonchè pirotecnico, sono caduti dall'alto impattando il suolo di questo stimolante, caffeinico pianeta e qualcuno sembra essersi, per simpatia tardiva, innervosito più del solito.

    A seguito dell'impatto contro il suolo roccioso gran parte della ubiquitaria sabbia (di quello strato leggero e superficiale di sabbia) si è spostata.
    È schizzata nei dintorni.
    In quelle aree dapprima è rimasto il suolo con meno sabbia, ma arricchito dal timbro di quegli impatti "alieni".
    Il tempo passa, sappiamo che l'atmosfera c'è, leggera ma c'è, ci sono dei venti che soffiano, ci sono anche turbini di vento.
    Il suolo in quei punti può venire dapprima ricoperto da un velo di polvere rossa indigena (si deposita anche sui rovers) e poi può venir spazzata via, in parte o del tutto, da un'altro evento ventoso.
    Laddove il timbro è stato più forte, per massa e imprinting chimico-pirotecnico, ed ha lasciato segni forti sulla roccia, le tracce potranno rimanere più a lungo nel tempo, ma essere coperte dalla sabbia e poi riaffiorare se la sabbia viene spostata.
    Dove invece ci sono stati impatti leggeri e quindi più superficiali, o dove lo strato di sabbia è più profondo, le tracce, il timbro, ovviamente, scomparirà più rapidamente, probabilmente senza più riapparire, o lasciando minime tracce residue nel breve periodo.
    Che c'è di strano o di eclatante?

    Al quinto fotogramma, Marco?
    Tra un fotogramma e l'altro non sono passati secondi di tempo, ma giorni, anzi settimane o dei mesi.

    E poi consideriamo che c'è la notevole variabilità di direzione della luce solare, anche quella fa la sua parte, modificando l'apparenza delle forme, dei colori, dei contrasti e delle ombre.
    Ci possiamo mettere anche una variabilità della leggera umidità del suolo, (H2O od altro).
    Anche questo, se c'è, parteciperebbe a modificarne l'aspetto nel tempo aumentando in sua presenza l'intensità di colori e dei contrasti.

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  5. Claudio e sopratutto Marco, le foto sono state scattate dal momento che Curiosity è atterrato, immagino ad intervalli di molti mesi, nei quasi tre anni di permanenza del rover.
    Sergio è stato chiaro su questo aspetto.

    Già Claudio, a proposito della simpatia tardiva..
    devo ammettere che per un pò ci avevo creduto e questo mi bastava^_^!!
    Adios amigos^^

    By Simo

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