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martedì 20 settembre 2016

2° record in negativo per il manto ghiacciato del mare Artico, by NASA!

(Credit NASA Goddard Scientific Visualization Studio/C. Starr)

NEWS SPAZIO :- Il manto di ghiaccio che ricopre il mare Artico contribuisce a regolare la temperatura del nostro Pianeta, influenza la circolazione dell'atmosfera e dell'oceano ed impatta sugli ecosistemi e sulle comunità che vivono in quelle regioni.
Questo strato di ghiaccio si restringe periodicamente ogni anno in primavera ed in estate fino a raggiungere un'estensione minima, per poi tornare a crescere durante l'autunno e l'inverno, quando il Sole è al di sotto dell'orizzonte.

Secondo un report della NASA e del NSIDC (National Snow and Ice Data Center, University of Colorado, Boulder) sembra che il minimo per il 2016 sia stato raggiunto il 10 Settembre.
Un livello minimo che è risultato essere il 2° record in negativo dopo il 2007 per la crosta di ghiaccio del mare Artico.



Le analisi compiute con i satelliti di rilevamento mostrano infatti che la minima estensione del manto di ghiaccio per quest'anno è di 4,14 milioni di chilometri quadrati (1,6 milioni di miglia quadrate), il 2° valore più basso dopo il 2007 da quando viene monitorato, a partire cioè dal 1978.
Da allora i ricercatori hanno potuto osservare un rapido declino nell'estensione media del ghiaccio Artico, per ogni mese dell'anno.

Guardate l'illustrazione in cima al post. L'estensione minima del ghiaccio nel mare Artico raggiunta 10 Settembre di quest'anno è di 911.000 miglia quadrate inferiore alla media dell'estensione minima registrata nel periodo 1981-2010 e raffigurata con una linea gialla.

Quest'estate la fusione del ghiaccio artico ha sorpreso gli scienziati, cambiando ritmo più volte. E' iniziata con un record minimo annuale per la massima estensione in Marzo per poi accelerare con una rapida perdita di ghiaccio in Maggio. Ma in Giugno ed in Luglio, le basse pressioni atmosferiche ed i cieli nuvolosi hanno rallentato la fusione del ghiaccio.
Poi, dopo due grandi tempeste che hanno attraversato il bacino Artico in Agosto, la fusione del ghiaccio è ripartita in accelerazione all'inizio di Settembre. Guardate qui



Walt Meier (NASA sea ice scientist, Goddard Space Flight Center, Greenbelt, Md.): "E' abbastanza singolare che l'estensione minima di ghiaccio quest'anno abbia finito per essere la 2° più bassa, per come ha progredito in Giugno e Luglio. [Questi mesi] sono normalmente mesi chiave per la fusione [del ghiaccio] perché è quando si hanno 24 ore di luce al giorno - eppure quest'anno in questi due mesi abbiamo perso velocità".

Decine di anni fa la stagione in cui il ghiaccio fondeva iniziava a rallentare intorno alla metà di Agosto, quando il Sole iniziava a tramontare nell'Artico.
Meier: "In passato avevamo questa banchisa di ghiaccio che resisteva, fatta principalmente di ghiaccio spesso ed antico. Ma ora ogni cosa è mescolata, e ciò rende [il ghiaccio] meno resistente alla fusione, quindi anche a fine stagione si possono avere condizioni climatiche tali da dargli un calcio finale".

Ma la copertura del ghiaccio Artico non è andata bene neanche durante gli altri mesi dell'anno. Lo evidenzia uno studio pubblicato di recente (eccolo) che ha correlato 37 anni di registrazioni con frequenza mensile relativi al monitoraggio sia dell'Artico che dell'Antartico.

E relativamente all'Artico, dal 1986 non si è verificato nessun record di estensione massima del suo ghiaccio. Vi sono stati invece 75 nuovi record in negativo.

La seguente immagine sintetizza lo studio svolto

(Credit NASA Earth Observatory/Joshua Stevens)

Viene rappresentata l'estensione del ghiaccio marino mese per mese per ogni anno che va dal 1979 al 2015. Il grafico in alto mostra l'andamento dell'Artico, nel mezzo è rappresentato il ghiaccio dell'Antartico e l'ultimo grafico in basso fornisce una misura globale.

I quadrati blu più scuri rappresentano mesi in cui il ghiaccio ha raggiunto un'estensione minima relativamente ai mesi precedenti. I quadrati più chiari invece indicano un mese in cui il ghiaccio ha raggiunto un'estensione massima.

Prestiamo attenzione al 1° grafico relativo al mare Artico. Subito a colpo d'occhio possiamo trovare conferma di quanto abbiamo appena letto. Più ci spostiamo in avanti nel tempo (da sinistra a destra) e più aumentano in misura sempre maggiore i quadrati scuri.

Claire Parkinson (senior climate scientist, NASA Goddard), autore principale dello studio: "Relativamente alle temperature è comune sentire l'affermazione che anche quando le temperature sono in aumento, ci si aspetta un po' di freddo ogni tanto.
"Pensare che in questi dati del ghiaccio del mare Artico, che vanno indietro fino alla fine degli anni '70, non ci sia stata a partire dal 1986 una singola registrazione positiva in nessun mese dell'anno, e tuttavia, nello stesso periodo ci siano stati 75 registrazioni negative, è proprio un contrasto incredibile.
"E certamente non è solamente Settembre che sta perdendo ghiaccio. I dati mostrano chiaramente che il ghiaccio non ricresce come dovrebbe, anche nel bel mezzo dell'inverno".

Interessante e per certi versi anche più immediata è la seguente illustrazione che ci mostra, in maniera simile ai grafici di elevazione, l'estensione del ghiaccio Artico ed Antartico, sempre a cadenza mensile per tutto il periodo 1979-2015

(Credit Claire L. Parkinson, Nicolo E. DiGirolamo - fonte http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0034425716302218)

Un altro modo molto significativo per vedere le cose è il seguente

(Credit Climate.gov, dati NSIDC adattati da http://nsidc.org/arcticseaicenews/charctic-interactive-sea-ice-graph/)

che ci mostra l'andamento dell'estensione, sempre per il ghiaccio Artico, anche qui per tutto il periodo di monitoraggio, dal 1979 fino al 13 Settembre 2016.
La linea nera è la media tra il 1981 ed il 2010. La banda grigia intorno mostra ± 2 deviazioni standard per lo stesso periodo.
Le varie estensioni annuali sono colorate per decade: verde dal 1979 al 1989, viola dal 1990 al 1999, blu dal 2000 al 2009 e rosa dal 2010 in poi.

Per ultimo andate a dare un'occhiata ad un grafico interattivo di NSIDC, lo trovate a questo indirizzo


Un'ultima parola relativa all'Antartico, per il quale lo studio mostra che le cose stanno diversamente. 

La tendenza è un aumento del ghiaccio. In tutto il periodo di osservazione (1979-2015) ci sono stati solamente 6 record minimi nelle registrazioni mensili dopo il 1986, e 45 record positivi.

Fonte dati, NASA, NSIDC.

5 commenti:

  1. Buongiorno,avevo gia' letto lo studio Nasa sui ghiacci e mi lascia perplesso l'andamento opposto tra artico e antartico...ho visto recentemente un video che mostra le concentrazioni e i movimenti in atmosfera della co2 dove si nota che nell'emisfero nord abbiamo una incredibile concentrazione di andride carbonica rispetto all'emisfero sud...sembra quasi che l'andamento dei ghiacci sia una specie di compensazione naturale all'intervento dell'uomo...di certo e' preoccupante la velocita' di scioglimento e l'estensione di ghiaccio perso...

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  2. Ecco il link del video della simulazione che dicevo...

    https://youtu.be/x1SgmFa0r04

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  3. l'Antartide rispetto all'Artide è sostanzialmente diverso:
    A sud c'è una notevole massa continentale circondata da una corrente molto fredda che in qualche modo la "protegge" da variazione di temperatura
    A Nord invece la massa di ghiaccio è concentrata principalmente in Groenlandia , il resto è solo Pack marino che è più esposto a variazini di temperaura delle corenti , inoltre le masse terrestri (e quindi le attività umane etc) sono conentrate principalmente nell'emisfero nord.
    Questo comporta una magior vulnerabilità dell Artide rispetto all Antartide.

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    1. Massimiliano sono d'accordo ma l'unica cosa che non mi spiego è l'aumento dei ghiacci antartici...dovrebbero essere stabili,le temperature sono in linea...probabilmente il cambio circolatorio dell'atmosfera porta ad un aumento delle precipitazioni in Antartide...la cosa però che mi affascina è la capacità della natura di compensare gli squilibri causati dall'uomo

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    2. Max il nostro pianeta nella sua lunga storia (5 miliardi di anni se non erro) ne ha visto di tutti i colori , anche se il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacci sul lungo periodo mi preoccupa.

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