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lunedì 2 gennaio 2017

Mars Ice Home, una casa di ghiaccio su Marte

(Credit NASA/Clouds AO/SEArch)

NEWS SPAZIO :- Iniziamo questo nuovo anno che promette di essere per molti versi più spettacolare del 2016, anno che anche lui ha portato molte e molte novità. Tra poco vi proporrò l'ormai consueto sondaggio per conoscere cosa vi ha colpito di più degli ultimi 12 mesi. Ma ecco un'altra bella chicca.

Per fare innovazione è necessario guardare oltre il recinto, pensare "out of the box". Le idee nuove ed originali nascono aprendo la mente ad un numero maggiore di possibilità.

Ecco perché mi ha attirato un nuovo Concept di un gruppo di ricercatori NASA del centro Langley Research Center (Hampton, Virginia), il progetto Mars Ice Dome, una casa su Marte circondata da ghiaccio.



Il gruppo di ricerca, composto da ricercatori NASA, progettisti ed architetti provenienti da industria ed università hanno proposto questo originale concept come una delle varie possibilità per un futuro habitat sulla superficie di Marte.

Il progetto è stato selezionato dal fondo Space Technology Mission Directorate’s (STMD) Center Innovation Fund proprio per incoraggiare la creatività e l'innovazione all'interno dei vari centri NASA.

Sono interessanti le parole di Kevin Vipavetz (NASA senior systems engineer) facilitatore per la sessione di desing: "Dopo un giorno dedicato ad identificare le necessità, gli obiettivi ed i vincoli, abbiamo valutato rapidamente molte idee folli, fuori dagli schemi ed alla fine abbiamo avuto convergenza sul progetto corrente della Ice Home, che fornisce una solida soluzione ingegneristica".

In poche parole il "Mars Ice Home" è una struttura gonfiabile a forma toroidale (a ciambella cioè) che è circondata da un guscio di ghiaccio d'acqua.

Sono parecchi i vantaggi che questo concept possiede. Innanzi tutto è una struttura leggera e può essere trasportata ed installata con dispositivi robotici e poi riempita d'acqua prima che l'equipaggio umano arrivi su Marte.

E l'acqua verrebbe estratta in situ, direttamente dalla superficie di Marte. Inoltre ricordiamo che l'acqua è facilmente convertibile in idrogeno ed ossigeno, quindi può sia soddisfare le esigenze di energia per il team al suolo che diventare propellente per il veicolo di ritorno, il Mars Ascent Vehicle.
Il Mars Ice Home può quindi fare anche da grande riserva d'acqua.

Ma c'è ancora una cosa molto interessante. L'acqua è un eccellente materiale per fare scudi protettivi contro i raggi cosmici galattici. Offre cioè una notevole protezione dalle radiazioni "pericolose" che raggiungono la superficie del Pianeta Rosso.

E' uno dei grossi rischi per una lunga permanenza umana su Marte. Le particelle ad alta energia penetrano all'interno dei tessuti umani danneggiando le cellule ed il DNA. Risultato, un maggiore rischio di contrarre il cancro o nei casi peggiori malattia acute da radiazioni.

Avevamo già parlato dei rischi delle radiazioni per una missione umana su Marte. Molta ricerca è stata prodotta e vari sono i tentativi per vincere questo pericolo. Ecco il post


Un'altra possibile soluzione per proteggere un habitat dalle radiazioni è quella di realizzarlo sotto la superficie, facendo sì che il suolo faccia da scudo. Tuttavia seppellire un habitat prima che l'equipaggio arrivi richiederebbe un supporto robotico molto più impegnativo, complesso e grande anche nelle sue dimensioni (supporto che dovrebbe essere trasportato dalla Terra).

Ecco che in questa ottica il concept di Mars Ice Home offre una possibile soluzione più performante, senza il costo dell'infrastruttura necessaria ad andare sottoterra.

Ancora, lo strato di ghiaccio tutto intorno all'habitat consentirebbe alla luce solare di filtrare al suo interno e regalare così all'equipaggio una luce diffusa.

Inoltre tutti i materiali selezionati per il progetto sono traslucidi, non bloccano cioè la luce solare che diffonde all'interno del guscio di ghiaccio.
Un'altra sfida tecnologica ci viene raccontata da Sheila Ann Thibeault (NASA Langley researcher): "I materiali che costituiscono la Ice Home dovranno sopportare molti anni di utilizzo nel duro ambiente Marziano, incluse radiazioni ultraviolette, radiazioni di particelle cariche, forse ossigeno atomico, perclorati, così come tempeste di polvere".

Un altro importante aspetto del concept è la quantità di acqua che può essere ragionevolmente estratta da Marte. Secondo gli esperti che si occupano proprio di sviluppare sistemi di estrazione per le principali risorse di Marte, sarebbe possibile riempire l'habitat del Mars Ice Home al ritmo di 1 metro cubo d'acqua al giorno.
A tale velocità occorrerebbero 400 giorni per riempire completamente d'acqua la struttura.

Per controllare la temperatura all'interno dell'Ice Home viene proposto di utilizzare l'anidride carbonica come strato isolante tra lo spazio interno e lo strato di ghiaccio (l'atmosfera di Marte è composta dal 99% proprio di CO2).

Sono curioso di vedere come andrà a finire.

Fonte dati, NASA.

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. L'avevo letta anch'io, aveva meravigliato anche me e fatto pensare.
    Talvolta le idee semplici sono vincenti.
    Ma non sarà semplice fare nemmeno questo sul terreno freddo, selvaggio, estremo e desolato come quello di Marte, comunque si deve pur iniziare a costruire in qualche modo e questo mi sembra promettente, molto promettente, non sarà l'unico ma lo vedo fattibile.

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  3. Grandi idee molto stimolanti direi, umilmente scelgo sempre la via di mezzo ed in questo caso userei entrambe le soluzioni cioè creare prima una struttura gonfiabile,circondata da un guscio di ghiaccio d'acqua per poi una volta dentro iniziare a "scavare" tipo in tunnel che ci porterebbero in altri ambienti sotterranei come camere o cantine per depositi e/o laboratori avendo come porta d'accesso e di uscita sempre dentro alla "tranquilla" struttura ghiacciata.

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  4. Sicuramente anche la lunga esperienza in Antartide, potrà servire alla creazione di habitat e personale preparato, anche se su Marte le difficoltà sono maggiori
    Nico

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  5. Progetto molto interessante, prima penso che lo testeranno su qualche deserto sulla Terra e poi lo potrebbero provare sulla Luna per vedere se resiste a radiazioni e micro-meteoriti.

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