(Credit Ruptly TV)
NEWS SPAZIO :- In questo post voglio condividere il pensiero di un grande nome, il famosissimo fisico teorico professor Stephen Hawking, a proposito dell'esplorazione spaziale umana.
Intervenuto il 20 Giugno scorso allo Starmus Festival svoltosi alla Norwegian University of Science and Technology (Trondheim, Norvegia) il grande scienziato Britannico ha tenuto una lezione intitolata "Il futuro dell'Umanità" ed ha descritto davanti ad una platea di 3000 persone la propria Vision su come superare il limite della nostra Terra.
Hawking più e più volte ha dichiarato che l'umanità non ha più di un secolo o due per lasciare la Terra. Vediamo cosa ha detto.
Nei programmi attuali è ipotesi diffusa che entro 30 anni potrà essere stabilita una base sulla Luna che possa servire come gateway per il resto del sistema solare.
Ed a ciò potrebbe seguire una base su Marte entro 50 anni.
Ed a ciò potrebbe seguire una base su Marte entro 50 anni.
Ma secondo Hawking questa tabella di marcia potrebbe essere notevolmente velocizzata. Dandosi come obiettivi una base Lunare entro il 2020 ed un atterraggio di un equipaggio umano su Marte entro il 2025, tutto ciò "... riaccenderebbe il programma spaziale e gli darebbe il senso di un obiettivo [uno scopo] nello stesso modo in cui l'obiettivo del Presidente Kennedy fece negli anni '60".
Ed alla fine, come pensiero a lungo termine - siamo nell'ordine dei centinaia o migliaia di anni - gli esseri umani potrebbero raggiungere con viaggi di sola andata destinazioni lontane potenzialmente abitabili. Ma non sarà facile, "... It won't be easy!".
E per quanto ciò possa sembrarci molto "estremo", specialmente l'idea di un viaggio di sola andata, ricordiamo che qualcosa di simile è già stato fatto in passato, centinaia di anni fa.
Certamente su scala diversa, sicuro, ma i primi coloni che lasciarono l'Europa per raggiungere il "Nuovo Mondo" dovettero affrontare pericoli mortali. Certo, allora lo scenario era composto da settimane di navigazione su piccole navi, le insidie non erano certo quelle di un viaggio spaziale, ma si trattava di affrontare un ambiente sconosciuto, ostile ed altrettanto pericoloso per la tecnologia navale di allora.
Certamente su scala diversa, sicuro, ma i primi coloni che lasciarono l'Europa per raggiungere il "Nuovo Mondo" dovettero affrontare pericoli mortali. Certo, allora lo scenario era composto da settimane di navigazione su piccole navi, le insidie non erano certo quelle di un viaggio spaziale, ma si trattava di affrontare un ambiente sconosciuto, ostile ed altrettanto pericoloso per la tecnologia navale di allora.
I nuovi coloni dell'era spaziale dovranno affrontare il lungo viaggio portando con sé non certo un veicolo spaziale come quelli che conosciamo noi ora (pensate alla ISS), ma "... un intero nuovo ecosistema per sopravvivere in un ambiente di cui conosciamo molto poco, ed avremo naturalmente bisogno di considerare di trasportare svariate migliaia di persone, animali, piante, funghi, batteri ed insetti".
E qui il discorso si fa interessante, occorreranno - aggiungo io - non soltanto un immenso sforzo scientifico e tecnologico ma anche e (forse) sopratutto un altrettanto grande sforzo filosofico e culturale (evolutivo).
Prendiamolo come spunto per una discussione, accompagnati dalle molte persone influenti che in questi mesi ci espongono le proprie idee.
Pensiamo ad esempio ad Elon Musk ed ai suoi progetti presentati l'anno scorso per la colonizzazione di Marte.
Ed a Jeff Bezos, fondatore di Amazon e di Blue Origin, nella cui Vision immagina milioni di persone che vivono e lavorano nello spazio.
Ed a Jeff Bezos, fondatore di Amazon e di Blue Origin, nella cui Vision immagina milioni di persone che vivono e lavorano nello spazio.
E tornando ad Hawking, il suo pensiero va molto più lontano, molto al di là del nostro sistema solare, e non potrebbe essere altrimenti per un fisico teorico! E' sua convinzione che l'umanità potrà raggiungere la capacità di compiere viaggi interstellari sviluppandone le tecnologie necessarie nei prossimi 200-500 anni.
Tra le varie opzioni - teoriche o se volete ancora allo stato embrionale - vi è certamente il progetto Breakthrough Starshot, supportato dallo stesso Hawking e dal miliardario Russo Yuri Milner.
In breve l'idea è quella di mandare un insieme di piccole sonde nel sistema di Alpha Centauri, propulse da array di antenne equipaggiate con laser.
Altre possibili opzioni per avere una "propulsione interstellare" potrebbero essere motori a fusione o ad antimateria.
Nessuna indicazione però su come potrebbe essere finanziato tutto ciò. Ma vediamo l'intervento del prof. Hawking
Enjoy!
Sicuramente per troppi decenni l'esplorazione umana dello spazio è stata dimenticata si può dire che ormai dopo Apollo 17 l'esplorazione è stata lasciata alle sonde ,penso che sia ancora troppo presto per per parlare di colonie nello spazio ma sicuramente una base sulla Luna e/o in orbita alla Luna è fattibile ,ognuna di queste basi avrebbe un costo di 80 miliardi di dollari quindi per un totale di 160 miliardi questo dovrebbe essere fatto negli anni 20. Per quanto riguarda Marte invece penso a una missione orbitale a fine anni 20 inizio anni 30 e per un missione sulla superficie a fine anni 30 inizio anni 40 il costo dovrebbe aggirarsi introno hai 250/300 miliardi mentre per una base permanente si parla di fine anni 40 inizio anni 50 onestamente non saprei quantificare il costo ma dipenderà da come saremo andati su Marte ma penso centinaia di miliardi per rendere questo fattibile tutte le principali agenzie spaziali dovrebbero raddoppiare il loro budget e destinare questa parte proprio per queste missioni nello spazio profondo ma dubito che ciò succederà anche perchè dubito che l'opinione pubica sarebbe favorevole.
RispondiEliminaIn cerca di terre su Alpha Centauri
RispondiEliminaIl “Near Earths in the AlphaCen Region”, strumento appena costruito per la ricerca di pianeti simili alla Terra e montato al Vlt dell’Eso, sta osservando le stelle A e B di Alfa Centauri, il sistema stellare più vicino al Sistema solare. L’obiettivo è produrre un’immagine diretta di un esopianeta abitabile
Breakthrough Watch, il programma astronomico globale alla ricerca di pianeti simili alla Terra intorno a stelle vicine, e l’Eso (European Southern Observatory), la principale organizzazione astronomica intergovernativa europea, hanno annunciato oggi la “prima luce” di uno strumento appena costruito per la ricerca di pianeti installato sul Vlt (Very Large Telescope) dell’Eso nel deserto di Atacama, in Cile.
Dal 23 maggio gli astronomi dell’Eso stanno conducendo osservazioni al Vlt – per una durata complessiva di dieci giorni – per stabilire l’eventuale presenza di uno o più pianeti nel sistema stellare. Le osservazioni si concluderanno domani, martedì 11 giugno. I pianeti nel sistema, di dimensione pari a due volte la dimensione della Terra o più grandi, sono rilevabili con la strumentazione aggiornata.
URL: https://www.media.inaf.it/2019/06/10/in-cerca-di-terre-su-alpha-centauri/