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mercoledì 9 luglio 2008

Strategie di esplorazione Lunare congiunte NASA ed ESA

(immagine, fonte NASA)

Negli ultimi sei mesi, rappresentanti della NASA e dell' ESA sono stati impegnati nella valutazione dettagliata di potenziali programmi e tecnologie che, realizzati in cooperazione, potrebbero un giorno sostenere un avamposto umano sulla Luna. I risultati sono stati presentati il 7 e l'8 luglio scorsi alla sede ESA olandese ESTEC.
Lo studio congiunto, iniziato nel gennaio 2008, era destinato a valutare quanto i progetti di esplorazione delle singole agenzie potessero eventualmente integrarsi, ampliarsi o migliorarsi insieme. Squadre di tecnici delle due agenzie sono stati impegnati congiuntamente per valutare il potenziale scientifico ed i possibili benefici nell'esplorazione che potrebbero nascere mettendo insieme le capacità dell'ESA e gli attuali progetti NASA per i nuovi veicoli di trasporto spaziale Ares I e V e per l'esplorazione lunare.

La NASA stà attualmente studiando progetti per un ritorno all'esplorazione lunare prima del 2020. Coerentemente con i principi della "Global Exploration Strategy" - un framework per coordinare i piani di esplorazione spaziale delle 14 agenzie spaziali partecipanti provenienti da tutto il mondo - la NASA stà perseguendo i propri piani di esplorazione lunare secondo un approccio "open", inteso a massimizzare le opportunità per la partecipazione internazionale e commerciale.

L'ESA stà attualmente studiando scenari e varie architetture per l'esplorazione spaziale umana, basati sulla sua ampia esperienza di volo spaziale compresi i contributi al programma della Stazione Spaziale Internazionale.
Sebbene gli studi dell'ESA siano ancora ad una fase concettuale, alcuni degli scenari valutati nel presente studio congiunto hanno riguardato: il possibile utilizzo futuro di un sistema automatizzato di atterraggio lunare per cargo basato su di un vettore Ariane 5; sistemi di comunicazione e navigazione made in ESA; capacità di trasporto equipaggio e di avamposto orbitale basati su Ariane 5; moduli abitativi e sistemi di mobilità lunare anche questi realizzati dall'ESA. Lo studio ha inoltre riconosciuto l'importanza di avere capacità ridondate per il trasporto di equipaggi.

Geoff Yoder, Directorate Integration Office Director della direzione missioni NASA per i Sistemi di Esplorazione ha detto: "Siamo molto soddisfatti di aver lavorato con l'ESA in questa valutazione di architettura comparativa. Da quando gli Stati Uniti hanno annunciato la loro Politica di Esplorazione Spaziale, la NASA ha cercato ed accolto con favore il contributo dei suoi partner internazionali sui suoi piani di esplorazione lunare nelle aree di comune interesse. I piani futuri di esplorazione stanno diventando maturi in tutto il mondo, ed è sempre più importante che noi cerchiamo compatibilità tra i piani NASA e quelli dei suoi futuri potenziali partner. Il lavoro che abbiamo condotto con l'ESA servirà come un utile modello per il dialogo con altri potenziali partner nel momento in cui inizieremo a realizzare questa eccitante missione".

Bruno Gardini, Manager ESA per il programma di esplorazione ha dichiarato: "l'ESA si appresta ad una serie di decisioni che segnerà il ruolo dell'Europa nel volo spaziale umano e nell'esplorazione per i decenni a venire. Dopo la soddisfazione per il successo della consegna di Columbus ed ATV noi siamo lieti di rafforzare il nostro ruolo di collaborazione per un lungo e robusto programma di esplorazione dello spazio, in cui volo spaziale umano è la pietra angolare. La Luna è sicuramente un importante case study ed un utile banco di prova per prepararci accuratamente a destinazioni più lontane. Il lavoro svolto è molto utile per dare priorità alle nostre proposte per i decision-maker europei, e per definire una strategia europea. Desidero ringraziare tutte le persone che sono state coinvolte e la NASA per la loro collaborazione".

L'impressione è assolutamente positiva: in fondo mettere a fattore comune gli sforzi, specie se questi sono enormi, è certamente fonte di guadagno per tutti. La Stazione Spaziale Internazionale, del resto, ne è prova lampante.

Fonte: Agenzia Spaziale Europea

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