NEWS SPAZIO:- Sembra che il settore privato abbia obiettivi chiari ed importanti nel settore spaziale, e sopratutto che li stia perseguendo con determinazione. Il 5 e 6 febbraio scorsi si è svolta in Virginia la 12° Annual FAA Commercial Space Transportation Conference. In quella occasione Will Whitehorn, presidente di Virgin Galactic, ha annunciato i piani futuri della società (vedi la sezione del blog dedicata, qui e più in generale sul settore privato qui).
Il primo volo suborbitale commerciale è attualmente pianificato per il 2010, ma in casa Virgin Galactic si guarda "oltre" il turismo spaziale. Certamente spedire passeggeri oltre i cento chilometri di altitudine e far provare loro la sensazione di galleggiare senza peso per alcuni minuti, nonché ammirare lo spettacolo meraviglioso del nostro pianeta, sono gli aspetti più noti di un volo suborbitale.
Vi sono però tutta una serie di possibili altri campi di applicazione - e quindi di altrettanti nuovi mercati - che possono beneficiare di una infrastruttura aerospaziale in grado di erogare voli suborbitali. Come esempio si pensi a tutte le scienze connesse alla microgravità, al Remote Sensing, all'addestramento degli astronauti, e più in generale a tutte quelle attività scientifiche che attualmente sperimentano le condizioni di microgravità attraverso i voli parabolici.
Ed infatti, nelle parole di Whitehorn, Virgin Galactic è interessata non solamente al turismo spaziale, ma anche agli altri mercati di cui sopra. E per quelle che sono le caratteristiche che avranno i veicoli WhiteKnight2 (WK2) e SpaceShip2 (SS2) (per informazioni vedi qui) pare che Virgin Galactic abbia i numeri giusti per entrare in questi nuovi business. In particolare quattro di essi.
Il primo è la ricerca scientifica suborbitale. SS2 è sufficientemente grande e spazioso per ospitare strumentazione per compiere esperimenti di scienze atmoferiche, scienze spaziali, anche in regime di microgravità. Uno studio di mercato commissionato dalla Virgin ha evidenziato che solamente la NASA ogni anno finanzia l'equivalente di 300 milioni di dollari per esperimenti che potrebbero essere compiuti a bordo di SS2.
Il secondo è l'addestramento degli astronauti. Secondo Whitehorn questo può essere effettuato sia con WK2 che con SS2. Oltre che volare in caduta libera secondo un arco di parabola e riprodurre a bordo una condizione di microgravità, il veicolo può anche riprodurre un'accelerazione fino a 6 G, simulando le forze di lancio e rientro di un veicolo spaziale orbitale.
Il terzo è il test dimostrativo di tecnologie.
L'ultimo, il più "innovativo" è utilizzare WK2 per il lancio e la messa in orbita di piccoli satelliti. In questo scenario WK2 non porterebbe SS2, ma al suo posto un non ancora ben definito lanciatore, in grado di mettere in orbita terrestre bassa (LEO, Low Earth Orbit) fino a 200 Kg di massa. Per questo scopo Virgin sta lavorando con la società Surrey Satellite Technology Limited (SSTL) per verificare la fattibilità di tale approccio. Giusto come nota, la SSTL è stata recentemente acquisita dalla EADS Astrium.
Lo sforzo sarà quello di realizzare un lanciatore in grado di lanciare piccoli satelliti ad un costo non superiore ai 2 milioni di dollari, con la flessibilità di poter compiere il lancio da praticamente qualunque luogo.
Whitehorn ha anche aggiunto che esistono già un certo numero di lanciatori che potrebbero essere riadattati per essere lanciati da WK2. Virgin ha iniziato una prima fase di dialogo con vari costruttori proprio per studiare questa possibilità.
Nelle parole del presidente della Virgin Galactic vi è la seria convinzione che una volta iniziati i voli suborbitali di WhiteKnight2 e SpaceShip2, la compagnia potrebbe ammortizzare le spese e diventare redditizia già nel suo primo anno di attività.
Una bella spinta in avanti, non vi pare?
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