(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
NEWS SPAZIO :- Continuiamo la nostra esplorazione di Marte ed ammiriamo le nuove immagini pubblicate recentemente dal team di missione della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea Mars Express in orbita intorno al Pianeta Rosso.
Siamo nella regione Phlegra Montes, dolci montagne e crinali che si estendono tra la porzione nordest della provincia vulcanica Elysium e le pianure del nord (da 30° a 50° di latitudine).
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
In questa regione le analisi radar hanno rilevato grandi volumi di ghiaccio d'acqua nel sottosuolo, una possibile ottima ed indispensabile sorgente d'acqua per un futuro insediamento umano su Marte.
Le montagne, probabilmente di origine non vulcanica, sono state innalzate da antiche forze tettoniche.
Le nuove immagini della High-Resolution Stereo Camera (HRSC) a bordo di Mars Express registrate il giorno 1 Giugno 2011 hanno permesso di compiere analisi più approfondite sulla regione. Esse hanno mostrato che praticamente ogni montagna presente è circondata da 'lobate debris aprons’, particolari caratteristiche incurvate presenti tipicamente a queste latitudini (box 2 nella figura sottostante).
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
Precedenti studi avevano mostrato che questo materiale sembrava essere sprofondato al di sotto delle pendici delle montagne con il passare del tempo. Esso appare inoltre simile ai detriti che coprono i ghiacciati che si trovano sulla Terra.
L'indizio è quindi che possano esserci ghiacciai sepolti proprio sotto la superficie di questa regione. Questa interpretazione è sostenuta anche dal radar a bordo della sonda NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) che ha "guardato" al di sotto della superficie marziana ed ha mostrato è che i lobate debris aprons sono effettivamente fortemente associati alla presenza di ghiaccio d'acqua, forse a solo 20 metri di profondità.
Ulteriori prove di una relativamente recente glaciazione possono essere trovate all'interno di crateri da impatto che si trovano nella stessa regione (box 3 nella foto in alto). Si ritiene che serie di creste si siano sviluppate quando gli antichi crateri vennero a riempirsi di neve. Con il passare del tempo la neve si è compattata per formare i ghiacciai i quali poi hanno scolpito il fondo dei crateri.
Si ritiene che alle medie latitudini i ghiacciai si siano formati in tempi diversi nelle ultime centinaia di milioni di anni, quando l'asse polare di Marte era significativamente differente rispetto ad oggi, portando a condizioni climatiche anch'esse molto differenti.
Qui sotto avete una panoramica dell'area
due immagini del DTM (Digital Terrain Model) derivato dalle immagini stereo acquisite
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
ed una bellissima foto in 3D
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin, G. Neukum)
Fonte dati, ESA.
Interessante per carità, ma se penso a ciò che potremmo scoprire trapanando i ghiacci di Europa (Giove) e di Encelado (Saturno), riferendomi a possibili oceani (tiepidi) allo stato liquido, proprio mal digerisco questo morboso accanimento nei confronti del pur sempre caro Marte.
RispondiEliminaMa lo sai che Saturno è 9 volte più lontano di Marte? Non siamo ancora in grado di fare una missione con astronauti su Marte e tu vorresti andare assirittura su Encelado? Prima si impara a camminare e poi a correre...
RispondiEliminaX Parker
RispondiEliminaPenso che Bert, intendesesse una missione robotica per mezzo di sonde e non umana (anche se prima o poi accadrà).
Cmq, sono daccordo:
basta sonde solo per Marte, c'è un intero sistema solare da esplorare!
Parker ma che discorso fai? Guarda che su Encelado ci andrebbe un rover automatizzato munito di sonda capace di fondere il ghiaccio mediante il calore sprigionato da radioisotopi. La tencologia è già bella che disponibile, io non saprò camminare ma tu informati meglio che i progetti di missione già esistono... ;-)
RispondiEliminaOK gente, effettivamente io stavo guardando la cosa dal punto di vista dell'esplorazione umana...
RispondiEliminaIl "grande" interesse per Marte ed il motivo per cui vi sono molte missioni di sonde automatiche è anche per aprire la strada alla prima missione con astronauti.
Ok per le sonde automatiche in tutto il sistema solare, certo, New Horizon si sta avvicinando a Plutone
Secondo me, poi, la vedo veramente dura per uno sbarco umano su Marte diciamo entro i prossimi vent'anni. Non ci sono abbastanza risorse poiché la crisi ha colpito duro, soprattutto negli USA. Almeno ché la Nasa non chieda la cooperazione di altre agenzie spaziali, un po' come è avvenuto per la Stazione internazionale. Inoltre, ci sono ancora numerose problematiche circa la possibilità di un viaggio e di una permanenza così lunga. Ripeto, di sicuro non sarà una cosa a cui assisteremo Noi, forse i nostri figli/nipoti. Ecco perché sostengono di utilizzare queste poche risorse disponibili per altri scopi al di là di Marte, il fantomatico sbarco infatti è tutt'altro che vicino, un po' come il nostro bel ponte sullo Stretto. :-)
RispondiEliminaBeh su Marte se hai l'acqua, hai la gravità e hai un'atmosfera rarefatta (che va comunque pompata e arricchita) riesci a soggiornare semplicemente avendo energia. Sistemando un insediamento umano nella fascia più calda del pianeta una città permanente potrebbe essere più che un'utopia. L'unica motivazione che manca per farla é il perché, visto che le risorse della terra non sono ancora esaurite.
RispondiEliminaPrima o poi l'umanità dovrà andare a colonizzare Marte. Non sarà tra 50 o 100 anni, magari nemmeno 200, ma un giorno o l'altro essere lassù sarà obbligatorio per tutti i motivi che sappiamo. Queste notizie lasciano sperare che le colonie marziane riusciranno ad essere il più autonome possibili dalla Terra. E non è poco.
RispondiEliminaio vedo marte solo come una possibile colonia mineraria, che potrebbe rilanciare l'eventuale economia sulla terra con approvvigionamento di materie prime, del resto marte è un sasso arido con un po di ghiaccio nel sottosuolo...
RispondiEliminatutta la fascia di asteroidi e marte sono ricchi di minerali... invece di trapanare ancora la terra, e impoverirla di risorse, io punterei il dito verso altri pianeti. soprattutto quelli più vicini... venere è improbabile, mercurio forse vicino al terminatore è accessibile, marte è la scelta migliore.
ecco che se ci fosse un interesse sullo sfruttamento, i paesi farebbero a gara per sviluppare missioni spaziali!
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RispondiEliminaSecondo me, se è un mero discorso di sfruttamento minerario, sarebbe molto più efficiente sfruttare la fascia degli asteroidi, non ci sarebbe il fastidio di dover atterrare e ridecollare dalla superficie di un pianeta, basterebbe l'accelerazione di modesti motori a ioni o di vele solari per viaggiare nello spazio. Anzi, si potrebbero installare persino degli impianti automatizzati sui corpi più massicci senza dover scomodare la presenza umana.
RispondiEliminaTra tutti i commenti che ho letto non ne ho trovato nemmeno uno che abbia fatto riferimento alla nostra cara, amata e vicinissima LUNA!!!
RispondiEliminaNon sarebbe tutto più semplice??
GIANNI
Bert, in riferimento alla tua proposta di sfruttare la fascia degli asteroidi io vedo un rischio: quello di perturbare l'orbita di questi più o meno piccoli corpi, col pericolo di modificarla in modo tale da mandarli ad impattare sulla Terra in un lontano futuro. Che ne pensi?
RispondiEliminaGabriele
Dimenticate tutti che l'assenza di gravità e di un'atmosfera complica incredibilmente le operazioni di estrazione: radiazioni, pressurizzazioni, scorte di acqua, scorte di ossigeno... invece su Marte potresti operare con una tuta spaziale abbastanza semplice. A meno di non usare sugli asteroidi dei robot evolutissimi, che a quelle distanze non sono controllabili dagli esseri umani sulla terra. Poi essere vicini o lontani dalla terra é uguale, visto che nello spazio basta imprimere la spinta giusta ai cargo e l'energia richiesta rimane la stessa, cambia solo il tempo di viaggio che nel caso di materiali inerti é indifferente. Infine una stazione mineraria su marte darebbe indubbiamente il via a una città umana via via sempre più sviluppabile, e al terraforming.
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