(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech)
NEWS SPAZIO :- A bordo del Mars Science Laboratory Curiosity, nel suo interno, vi sono due strumenti scientifici molto importanti per la missione, due veri e propri laboratori chimici per l'analisi dei campioni di suolo Marziano.
Uno di questi è il CheMin (Chemistry and Mineralogy), in grado di determinare la composizione di un campione esaminato. Si basa sulla diffrazione a raggi X ed è il primo del suo genere ad aver mai volato nello spazio.
Ebbene, Curiosity ha "ingoiato" per la prima volta un po' di polvere prelevata dal suolo, immettendola per l'appunto nel CheMin per analizzarla.
Il braccio robotico di Curiosity ha messo un po' del campione di suolo nell'Observation Try per la prima volta durante il SOl 70 (16 Ottobre) ed in CheMin. Qui sotto vedete il primo di questi, fotografato dalla MastCam (Il vassoio - il 'try' - è di 7,8 cm di diametro)
(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
John Grotzinger (Curiosity project scientist del California Institute of Technology di Pasadena): "Stiamo attraversando una soglia significativa per questa missione con l'uso di CheMin sul suo primo campione. Questo strumento ci dà un potente metodo per identificare i minerali, il più potente mai usato su Marte prima d'ora: la diffrazione a raggi X. Identificare con certezza i minerali è importante perché questi registrano le condizioni ambientali in cui si sono formati".
Il campione analizzato da CheMin è una piccola porzione di suolo prelevata dal sito Rocknest. La quantità è minima, pari all'equivalente di un'aspirina per bambini. Il campione è stato prelevato dalla paletta che abbiamo già visto in funzione (vedi qui). Le prime due "palettate" avevano lo scopo di testare e pulire i dispositivi di raccolta.
Il setaccio ha poi provveduto a selezionare solamente materiale fine, polvere, da utilizzare per le fasi di analisi.
Nei giorni scorsi nel sito Rocknest sono state osservate svariate piccole particelle di materiale chiaro che il team di missione ritiene non siano elementi di "contaminazione" dovute alle operazioni di atterraggio del rover. Si pensa invece che si tratti di materiale originale, Marziano. Eccone una ripresa dalla fotocamera MAHLI (Mars Hand Lens Imager) durante Sol 69
(Immagine, credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
La foto che vedere copre un'area di 4 centimetri di estensione.
Richard Cook (Curiosity Project Manager del NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena: "Abbiamo in programma di saperne di più sia sul materiale del veicolo spaziale [vedi qui] che sulle più piccole particelle chiare".
Ecco il video NASA
Fonte dati, NASA.
Sicuramente ne sarete tutti a conoscenza ma è stato scoperto un pianeta in orbita su alfa centauri B, non vorrei fosse sfuggito.
RispondiEliminaNo, non è sfuggito, è solo che a volte occorre selezionare cosa scrivere e cosa no, specialmente quando il tempo è tiranno...
RispondiEliminaGià, un pianeta extrasolare ad un tiro di schioppo da noi, non è roba di tutti i giorni direi. Soprattutto, poi, quando si trova in orbita attorno ad una componente di un sistema triplo! Per la serie: lì quel pianeta non dovrebbe affatto esserci, viste le sollecitazioni gravitazionali della stella compagna e del terzo incomodo poco più lontano! :-O Ci toccherà modificare ancora i modelli teorici circa la formazione e l'evoluzione planetaria, com'era accaduto in passato con la scoperta delle nane brune... ^^
RispondiEliminaIo avvisto qui, in questa immagine del suolo con la particella chiara al centro, della preziosa luce che illumina il terreno, luce di un alieno, luce solare, luce del Curiosity, ma a me sembra che in questo scatto ritagliato da uno un pò più ampio (è importante guardare il video con lo zoom digitale a minuti 1:33) ci sia solo l'effetto della sovraesposizione di piccole aree molto più illuminate rispetto al resto.
RispondiEliminaRaggi di luce solare radente intercettata, (cioè in parte schermata) dal rover e che illuminano alcuni punti ed aree del suolo.
Qui c'è una piccolissima zona, come la parte di un sassolino che sembra brillare di luce propria, non può essere solo un sassolino molto chiaro.
Guardate il video, nell'immagine non ritagliata appare un'area molto più ampia, sulla destra, della stessa brillantezza e che ovviamente è una zona molto illuminata e sovraesposta.
Sassolini e rocce molto più chiare rispetto al resto del terreno ci saranno in altre foto, ma qui no.
Ho trovato lo scatto originale non ritagliato fatto nel Sol 69, sta qui:
RispondiEliminahttp://mars.jpl.nasa.gov/msl/multimedia/raw/?rawid=0069MH0080002000E1_DXXX&s=69
Questo con un esposizione meno lunga mostra anche la zona illuminata dal sole nostrum, non schermata dal rover-trattore.
Mi sembra più che evidente.
Ciao Claudio, in Sol 67 ci sono diverse foto che riprendono il particolare chiaro o riflettente, da diverse angolazioni, rimanendo sempre nella stessa posizione. Oltre a questo ci sono foto senza ombre dove il particolare si differenzia comunque, quindi escluderei il cono di luce, cosa ne pensi??
EliminaBy Simo
Si, le osservate bene sono foto migliori, quelle del Sol 67 non le avevo viste e penso che hai ragione tu.
RispondiEliminaA questo punto mi ricredo e quello che ritenevo un illusione dovuta al limite della tecnologia fotografica digitale, ora mi sembra davvero essere un pezzetto lucido chiaro e molto riflettente dall'aspetto metallico, parte di uno più grande, più lungo che ha un aspetto contrario, più scuro ed opaco.
Io penso a del materiale eruttato da un vulcano, oppure depositatosi a seguito dell'impatto di un meteorite.
Mi fa pensare ad un materiale misto estruso a temperature e pressioni molto elevate.
Sembra una pagliuzza d'oro, o di argento, o di platino, o di un altro metallo.
Mi chiedo se lo hanno potuto raccogliere per vederlo da più vicino ed analizzarlo, o se si è perso durante le escavazioni successive.
Temo che ogni operazione quasi chirurgica e selettiva di questo tipo debba essere molto lenta, sia che ci si possa affidare in totale autonomia al Curiosity, sia che lo comandino passo dopo passo da Terra.
In effetti come riportato da Sergio indagheranno, anche se ci vorrà molto tempo per riuscire ad avere delle risposte che noi tutti vorremmo istantaneamente,
RispondiEliminadue settimane è quanto ci hanno messo per pubblicare i risultati preliminari delle analisi chimiche effettuate sulla roccia Marziana Matijevic!
Ci vorranno dai 3 ai 5 Sol per far acquisire i dati al MSL Science Operations Element of the Mission System consists of one team, the Science Operations Working Group (SOWG)!
Sampling and Analysis Sols....."Unlike the other Sol Types that have activities thought to fit within a single tactical window on Mars, these activities will span 3 to 5 sols because of the required time,
energy, and data volume. As a rule of thumb, sample acquisition, CheMin analyses, and SAM analyses each require at least one sol's worth of resources."Fonte: NASA/JPL
Rendere pubbliche le informazioni è un'altra storia...chissà da quanti uffici governativi passano le scoperte "SENSIBILI" prima che venga autorizzata la diffusione mondiale,
succederà come per la censura nei film??
Verrà fornita una versione riveduta e corretta per il grande pubblico??
Se dalle analisi venisse appurato trattasi di "metallo raro" o più comunemente prezioso come l'oro, l'informazione verrebbe divulgata pubblicamente??
Spero proprio di si e credo che lo sperano anche i probabili competitor nel futuro sfruttamento minerario del Sistema Solare!
Sapere prima dove sono le risorse è strategicamente importante, non credo che divulghino certe notizie, anche gli scienziati del JPL avranno firmato un impegno di riservatezza con il governo che finanzia le missioni, tra l'altro in questa missione gli altri stati hanno collaborato in minima parte, quindi le informazioni potrebbero tranquillamente essere di proprietà degli USA!
Moralmente non li biasimerei se decidessero di tenere le informazione riservate se economicamente rilevanti per il futuro, credo che al loro posto farei lo stesso, tuttavia su altre informazioni scientificamente rilevanti come l'identificazione o contatti di forme di vita aliene, non ammetterei reticenze da nessun governo!
Sembra che il governo americano abbia molte risposte nei suoi archivi TOP SECRET, forse un giorno ci sarà un presidente negli USA che affronterà anche questo problema...di "OPACITA'"^_^
Obama poco prima di essere eletto presidente aveva detto che avrebbe rivelato alcune informazioni riservate che riguardavano gli UFO...peccato
che la notizia dell'annuncio di Obama derivava dalla elaborazione di un software chiamato: WEB.BOT che praticamente genera notizie future a caso:-((sigh ma anche sob!!
Spero di sbagliarmi e prossimamente leggere i risultati degli esami sulla preziosissima particella chiara, aumentando cosi i motivi che permetteranno una prossima esplorazione umana di Marte!!
By Simo
X Giorgio ASTORRE,
...quanti uffici governativi passano le scoperte "SENSIBILI"...
ho notizie un pò datate ma fanno pensare che ci sia poca trasparenza nella divulgazione delle informazioni...,nel rapporto tra governo americano e gli americani/resto del mondo!!
http://www.sitocomunista.it/segreti/topsecretamerica.html
Ehi Stella..e MENO MALE che non sono Cinesi.Quelli vanno si plutone e faranno basi su Titano e MANCO LO SAPREMO.Punto.
EliminaHo letto i post,ma sono scettico sulla interpretazione
RispondiEliminadei molti dati che verranno raccolti dal rover dalla stessa comunita' scientifica o parte di essa.
O meglio, credo che quasi tutti i dati
raccolti possano essere "rigirati", o
meglio possono essere considerati non esaustivi
ne definitivi.
Il fatto e', che la propensione della Nasa all'invio
dei rover (o di curiosity) nei crateri di impatto su di Marte possa
essere il punto debole della veridicita' dei dati raccolti.
Questo proprio per la natura dei crateri da impatto.
Il ritrovamento di minerali, e l'analisi delle rocce potrebbero
essere "impugnate" e "timbrate" come non rappresentative
della geologia Marziana.
La geologia in tali siti infatti e' stata alterata e prodotta
proprio dall' impatto stesso,e con la ricaduta al suolo
dei detriti la zona "contaminata" diventa assai ampia,
senza contare che l'analisi
dei minerali ottenuta, potrebbe rivelarsi (in toto o in parte) la composizione
dell'asteroide e non del suolo originario.
Perfino il rivolo asciutto che ha tenuto testa nelle pagine
dedicate a curiosity potrebbe essersi formato dallo
scioglimento di strati ghiacciati molto profondi a causa del calore
residuo dell'impatto (centinaia d'anni dopo il raffreddamento
della fusione della crosta nel sito dell'impatto).
In oltre tutti i crateri asteroidali Terrestri che sono stati studiati
hanno dato risultati geologici estremamente diversi rispetto alla
geologia delle zona attigua non interessata dall'impatto.
Perfino i minerali ritrovati sono del tutto o in parte estranei, e non a caso
molte miniere si trovano all'interno di giganteschi antichi crateri d'impatto.
Per finire in caso di vita batterica marziana gia' estinta prima dell'impatto,
il medesimo ne avrebbe vaporizzato le tracce residue biologiche per una zona
vastissima intorno al bordo d'impatto.
Insomma qualsiasi siano i dati raccolti credo che saranno
oggetto di discussione proprio per il sito di raccolta.
E temo (con rammarico) che alla fine della missione sentiremo ancora
parlare di dati non definitivi o potenzialmente non rappresentativi
esattamente come avvenne per le sonde Viking.
Daniele
Senza risalire alle Viking, con la Phoenix non abbiamo neppure la certezza di aver osservato dell'acqua in forma ghiacciata
EliminaBene, male, anzi perfetto!
RispondiEliminaSono stimoli per discuterne e per continuare con la ricerca e stimoli a progettare nuove missioni.
Non troveranno ancora la verità assoluta, non con il rover Curiosity, ma se trovano i "diamanti" localizzati anche solo attorno all'area di impatto del meteorite, trovano la "vita" per proseguire con ancora più determinazione.
Ragazzi, io quando dissero che a bordo avrebbero installato un generatore "nucleare" e tutto il resto, ebbi la sensazione che già avevano le idee chiare su dove andare e cosa cercare.
RispondiEliminaQuando la missione dei Geologi finirà Curiosity concluderà la sua missione con altre autorità...
Comunque sia, come la storia insegna se vuoi andare su Marte devi chiedere agli Americani e "pagare", perciò più stimoli suscitano nelle altre Nazioni meglio è.
A "conferma" dei "sospetti" appena espressi,
RispondiEliminaho letto un articolo sul National Geographic molto interessante.
Alcuni geolologi hanno affermato che il modus
operandi e la strumentazione a bordo del rover non sembrano finalizzati alla ricerca geologica a fini "accademici" ma piuttosto sembra una vera e propria ricerca mineraria
in zone "promettenti" precedentemente rilevate dalle sonde in orbita.
"Illuminati" anche i commenti di alcuni biologi sulla ricerca di vita sul pianeta rosso.
Essi infatti ricordano, che
la scoperta della vita batterica (e in generale microscopica), sulla Terra non avvenne tramite l'uso di spettrometri e laser, ma fu scoperta subito
dopo l'invenzione del piu' "semplice" "modesto" e anchepiu' economico.... microscopio !
Un microscopio per uso biologico con una piccola telecamera per inviare le foto dei campioni analizzati, sarebbe il mezzo piu'
economico e fornirebbe dati definitivi e assolutamente inoppugnabili qualora vi fosse vita batterca su Marte.
Purtroppo e' l'unico strumento che non e' mai stato invitato sul pianeta rosso,ne installato su nessun rover.
I microscopi di cui sono dotati i precedenti rover e lo stesso curiosity, sono per uso geologico, utilissimi per vedere la natura cristallina delle rocce ma assolutamente inefficaci per poter vedere eventuali
batteri depositati sulle medesime o nei campioni di suolo.
Insomma pare che il vero mistero e' per quale motivo nessuna sonda e' mai stata dotata dello strumento
"madre" e assai piu' economico
per l'analisi della possibilita' di vita extraterrestre.
Daniele
Puoi postare il link all'articolo di National Geographic? Grazie
EliminaNon sono riuscito a ritrovare l'articolo, ma sempre sul sito del national geographic un altro articolo
Eliminane riprende una parte.
Infatti al termine dell'articolo che
trovate al lin qui sotto
http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2012/04/16/news/nasa_aveva_scoperto_vita_su_marte-969223/
Si legge testualmente
"In attesa del disco
Nonostante i ricercatori siano certi che la missione Viking abbia effettivamente rilevato vita su Marte, secondo Miller saranno in pochi a condividere questa convinzione finché non vedranno un video con dei batteri marziani su un vetrino.
"Non so perché, ma la NASA non ha mai inviato su Marte un microscopio che permetterebbe di fare esattamente questo", dice il ricercatore. "Eppure, se fanno arrivare lassù un microscopio per i geologi, potrebbero farlo anche per i biologi”.
Daniele