Cerca in News Spazio

lunedì 19 giugno 2017

IXION, nuovo studio NASA per realizzare moduli abitativi partendo da stadi propulsivi di razzi vettori "usati"

(Credit NanoRacks)

NEWS SPAZIO :- La prima stazione spaziale Americana fu in assoluto lo Skylab, lanciata in orbita il 14 Maggio 1973. Si trattava in effetti di un meraviglioso concetto di riuso, tanto importante perché da sempre noi umani non abbiamo risorse infinite.

Skylab era infatti il 3° stadio di un razzo Saturn V, il lanciatore che ci permise di mettere piede sulla Luna.

Adesso, lo stesso concetto è nuovamente all'attenzione della NASA con lo studio IXION.



L'ente spaziale Americano con il programma NextSTEP-2 ha infatti commissionato uno studio, sembra per un controvalore di 10 milioni di dollari, a tre aziende: NanoRacks, United Launch Alliance (ULA) e Space Systems Loral. Oggetto del contratto è un nuovo Concept Study, IXION, per costruire un modulo abitativo commerciale di una stazione spaziale utilizzando come "componente" fondamentale proprio l'ultimo stadio di un razzo vettore appena appena utilizzato.

ULA fornirà un secondo stadio "usato" di un razzo Atlas V, per il quale NanoRacks costruirà un laboratorio e gli habitat per gli astronauti, equipaggiato da sistemi robotici realizzati da Space Systems Loral.

L'idea è quella, molto simile a quanto proposto inizialmente da Wernher Von Braun per lo Skylab, di utilizzare cioè due razzi, uno per avere i "pezzi" in orbita e l'altro per mandare in orbita gli astronauti che poi assembleranno la stazione spaziale.

Questo dovrebbe portare ad un'altra strada per diminuire fortemente i costi per avere una stazione spaziale in orbita Terrestre. 

Sono sicuro che molti di noi abbiamo pensato 'Che spreco, ma non si possono riutilizzare?' nel vedere ad esempio la navetta Europea ATV o quella Giapponese HTV, o magari le navette cargo russe Progress, sganciarsi dalla Stazione Spaziale Internazionale a fine missione e distruggersi al rientro con l'atmosfera.

Questa nuova iniziativa NASA va proprio in questa direzione, una direzione che io stresserei molto di più. ATV e Progress hanno anche un proprio sistema propulsivo. Si potrebbero realizzare non solamente singoli moduli, ma intere stazioni spaziali, e non solo, vere e proprie astronavi (grandi) in grado di muoversi, chessò, magari verso la Luna?

Abbiamo detto un buon risparmio, ma occorre anche una nuova strategia costruttiva, una nuova modalità operativa per trasformare in orbita uno stadio di un razzo vettore in un modulo abitativo.
Come prima cosa occorre eliminare ogni propellente e poi "installare" al suo interno sistemi di supporto vitale, sistemi di comunicazione, laboratori scientifici (e quant'altro) che naturalmente dovranno essere appositamente costruiti allo scopo.

E' una bella sfida, ma personalmente credo che sia una strada tanto inevitabile quanto necessaria se vogliamo imparare ad assemblare in orbita strutture anche molto grandi.

Inutile dire che questa idea a me interessa moltissimo.

Stay tuned!

Fonte dati, New ScientistNanoRacks.

1 commento:

  1. In effetti questa è un ottima idea trasformare i 2/3° stadio dei razzi in delle stazioni spaziali/moduli spaziali oltretutto la produzione in serie permetterebbe di abbassare i costi questo sarebbe in concorrenza di moduli gonfiabili come quelli della bigelow.

    RispondiElimina

Chiunque può liberamente commentare e condividere il proprio pensiero. La sola condizione è voler contribuire alla discussione con un approccio costruttivo e rispettoso verso tutti. Evitate di andare off-topic e niente pubblicità, grazie.