(Credit NASA/Wendy Stenzel)
NEWS SPAZIO :- Si è conclusa una delle missioni spaziali più entusiasmanti degli ultimi tempi, una missione che ha rivoluzionato le nostre conoscenze sui lontani sistemi solari e sui pianeti che orbitano intorno ad altre stelle. Sto parlando dello stupefacente lavoro svolto dal telescopio spaziale Kepler, il cacciatore di pianeti lontani simili alla nostra Terra, i cui dati hanno rappresentato un punto di svolta su come guardiamo al cielo.
Ne avevamo parlato a Luglio
il veicolo spaziale stava esaurendo il propellente, ed era inevitabile che arrivasse questo momento.
Dopo 9 anni di lavoro entusiasmante, pensate che i suoi dati ci hanno permesso di sapere che nel nostro cielo vi sono letteralmente miliardi di pianeti nascosti (più pianeti che stelle), Kepler "è rimasto a secco" e la NASA ha deciso di concludere la missione lasciando il veicolo spaziale nella sua orbita eliocentrica.
Più di 2600 esopianeti individuati ad oggi sono la preziosa eredità che ci viene lasciata da Kepler. La sua è stata la prima missione di "caccia agli esopianeti" di dimensioni simili alla nostra Terra. Il telescopio spaziale ha enormemente ecceduto le aspettative iniziali ed ha aperto una nuova strada per l'esplorazione alla ricerca della vita al di là del nostro sistema solare.
Non solo, ha spalancato un nuovo ed entusiasmante campo di ricerca che ha travolto la comunità scientifica. Le sue scoperte hanno dato nuova luce sul nostro posto nell'universo.
Le più recenti analisi sui dati registrati da Kepler indicano che tra il 20 ed il 50 % delle stelle visibili nel cielo notturno hanno con molta probabilità un piccolo pianeta, forse roccioso, simile alla Terra, e che si trova nella fascia di abitabilità della propria stella, in orbita cioè ad una distanza tale dalla propria stella tale da consentire all'acqua di trovarsi nello stato liquido nella loro superficie.
La dimensione più comune dei pianeti individuati da Kepler non esiste nel nostro sistema solare, cioè un mondo di dimensione compresa tra la nostra Terra e Nettuno.
Kepler ha scoperto anche che la natura produce spesso sistemi planetari "compatti", con tanti pianeti che orbitano molto vicino alla propria stella. Il solo nostro sistema solare interno al confronto sembra un sistema stellare molto diradato.
William Borucki (Kepler mission founding principal investigator, NASA Ames Research Center in California, Silicon Valley, adesso in pensione): "Quando iniziammo a concepire questa missione 35 anni fa, non conoscevamo alcun pianeta al di fuori del nostro sistema solare. Ora che sappiamo che i pianeti sono ovunque, Kelper ci ha dato una nuova direzione piena di promesse per le future generazioni per esplorare la nostra Galassia".
Le osservazioni di Kepler hanno permesso agli scienziati di comprendere meglio il comportamento ed alcune proprietà delle stelle, in particolare quelle che hanno portato a studiare gli esopianeti che gli orbitano intorno.
Nuove ricerche, sempre sulle stelle, alimentate dai dati di Kepler stanno promuovendo altre aree dell'astronomia, come la storia della nostra Via Lattea, e le fasi iniziali dell'esplosione delle supernovae (usate per studiate quanto velocemente l'universo si sta espandendo).
I dati registrati dalla missione estesa di Kepler sono stati resi disponibili sin da subito alla comunità scientifica ed al pubblico, consentendo di effettuare scoperte ad un ritmo incredibile e impostando una barra alta per le altre missioni.
Si stima che gli scienziati avranno da lavorare almeno una decina di anni sui dati di Kepler alla ricerca di nuove scoperte.
Jessie Dotson (Kepler project scientist, NASA Ames Research Center in California, Silicon Valley): "Sappiamo che la fine della missione non è la fine delle scoperte di Kepler. Sono entusiasta delle diverse scoperte che devono ancora venire dai nostri dati e da come le future missioni si baseranno sui dati di Kepler".
Gli ultimi dati di Kepler, la campagna di esplorazione 19, faranno da complemento ai dati del nuovo cacciatore di pianeti NASA, il telescopio spaziale TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) lanciato ad Aprile. Se lo volete conoscere meglio andate alla sezione dedicata del blog
e date un'occhiata qui
TESS è stato costruito basandosi su Kepler, il suo obiettivo è andare alla ricerca di esopianeti in orbita intorno a 200.000 stelle tra le più luminose e vicine alla Terra. Mondi che in futuro potrebbero essere ulteriormente analizzati da altre missioni alla ricerca di segni di vita, ad esempio dal nuovo telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è previsto nel 2021.
Un'ultima considerazione personale su Kepler. Una cosa molto bella a disposizione di tutti i lettori del blog, una cosa di cui vado molto fiero, è la sezione di News Spazio dedicata a Kepler che avete qui
dove potete trovare praticamente tutta la sua avventura sin da prima del lancio. Potete trovare tutti i momenti significativi e le meravigliose scoperte che via via venivano pubblicate.
Fonte dati, NASA.
Riposa nel paradiso dei satelliti e grazie per tutto Kepler.
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