(Immagine, credit NASA)
NEWS SPAZIO :- Il 12 Febbraio 2008 è la data che avevo scelto per iniziare quest'avventura, per aprire questo blog, una data scelta appositamente in concomitanza di un avvenimento infinitamente più importante, l'attivazione del laboratorio Europeo Columbus a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Per la prima volta l'Europa - e quindi anche noi! – poteva disporre di un laboratorio di ricerca permanentemente in orbita intorno alla Terra.
L'utilizzo delle facility sulla Stazione è regolato da apposite norme, e relativamente al laboratorio Columbus in questi cinque anni 110 sono stati gli esperimenti scientifici guidati dell'ESA, esperimenti che hanno coinvolto più di 500 scienziati e che hanno riguardato molte aree di studio, tra cui la fisica dei fluidi, scienze dei materiali, fisica delle radiazioni, lo studio del Sole, lo studio del corpo umano, biologia ed astrobiologia.
Per la prima volta con la Stazione Spaziale Internazionale è possibile progettare esperimenti e programmi di esperimenti di lunga durata in ambiente di microgravità.
Martin Zell, responsabile ESA per l'utilizzo di Columbus: "Concentriamo i nostri sforzi nella ricerca e nel raggiungimento di scoperte scientifiche, nello sviluppo di applicazioni e nel far beneficiare le persone sulla Terra, mentre ci prepariamo per le future esplorazioni spaziali".
Lo studio dei colloidi, particolari miscele in cui alcune sostanze sono finemente disperse in un liquido, è in parte ostacolato dalla forza di gravità.
I colloidi si trovano nel latte, nelle vernici ed anche nel corpo umano. Le particelle sono così piccole da essere studiate con un microscopio elettronico. Ed a questa scala la forza di gravità influenza i risultati. Tutto cambia nello spazio e sulla Stazione gli esperimenti possono essere condotti ripetutamente senza questa interferenza.
Gli studi sui colloidi a bordo di Columbus hanno mostrato che le 'forze quantistiche' possono essere usate per controllare la struttura dei colloidi stessi. E' stato possibile dimostrarlo dopo più di 30 anni di predizioni teoriche. Queste scoperte sono parte degli sforzi che porteranno alla creazione di nanomateriali.
La ricerca su Columbus aiuta anche gli scienziati a comprendere meglio il funzionamento del corpo umano. E’ stato osservato che gli astronauti nello spazio assorbono più sale senza assorbire più fluidi, cosa che è in contrasto con le normali conoscenze mediche.
Si è scoperto che diete ad alto contenuto di sale sembrano essere la causa della perdita di massa ossea negli astronauti. Fino ad oggi si riteneva che tale perdita avvenisse a causa dell'effetto fisico di vivere in assenza di gravità. Questo nuovo risultato ha possibili implicazioni anche per le persone che soffrono di osteoporosi qui sulla Terra.
Scavando più a fondo, la ricerca sulle cellule offre spunti, indizi su come controllare l'invecchiamento.
L'esperimento di biologia Roald ha mostrato infatti che certi enzimi nel nostro sistema immunitario sono più attivi nello spazio, mostrando agli scienziati dove andare a cercare per combattere la morte prematura delle cellule.
Vi sono anche vari esperimenti scientifici ospitati in una piattaforma montata all'esterno del modulo Columbus.
(Immagine, credit NASA/ESA)
Il primo di questi della serie Expose ha mostrato ad esempio che vi sono organismi viventi in grado di sopravvivere ai viaggi spaziali.
Alcuni batteri, semi, licheni ed alghe hanno trascorso 18 mesi all'esterno, direttamente nello spazio senza protezione. Quando sono stati riportati sulla Terra nel 2009 i licheni si sono svegliati dal loro stato dormiente. E questo ci indica che è quindi possibile per la vita viaggiare nello spazio magari all'interno di asteroidi e raggiungere corpi celesti per poi risvegliarsi nella nuova casa.
Ancora. Alcune tecnologie sviluppate per la realizzazione di Columbus sono utilizzate negli ospedali e dai vigili del fuoco. Un esempio è un nuovo tipo di termometro progettato per gli astronauti il quale legge continuamente la temperatura attraverso due sensori sulla fronte e sul petto. Questa tecnologia è di grande aiuto in chirurgia cardiaca e per monitorare i bambini appena nati.
Martin: "Il nostro laboratorio Europeo nello spazio è accessibile tutto il giorno e ci consente di condurre ricerca di valore con la comunità scientifica internazionale. Abbiamo già una forte domanda e continuamente riceviamo richieste per fare ricerca su Columbus".
La seguente immagine mostra in verde le nazioni che hanno contribuito alla ricerca ed agli esperimenti scientifici/educativi sull'intera Stazione Spaziale Internazionale, giusto per fare mente locale ancora una volta sul suo carattere di assett scientifico globale
(Immagine, credit NASA)
Fonte dati, ESA.
Tutto questo è estremamente interessante.
RispondiEliminaNon so se era già stato scritto precedentemente, come sono stati messi e trattenuti quei campioni di vita sulla piattaforma messa all'esterno?
Erano proprio tutti senza alcuna protezione, oppure all'interno di contenitori di vetro, o trattenuti da maglie di tessuto?
"Naviga" nel link Expose che trovi anche nel post
RispondiElimina>>Si è scoperto che diete ad alto contenuto di sale sembrano essere la causa della perdita di massa ossea negli astronauti. Fino ad oggi si riteneva che tale perdita avvenisse a causa dell'effetto fisico di vivere in assenza di gravità>>
RispondiEliminaSergio, da come l'hai scritta sembra che è l'alto contenuto salino dei cibi, il VERO responsabile dell'osteoporosi e non la mancanza di gravità...immagino che tu volessi dire che il sale... favorisce la perdita ossea!!
By Simo
Io l'avevo capita così:
RispondiEliminain assenza di gravità se si riduce di molto il sale nell'alimentazione non si riduce la massa ossea, o non così rapidamente.
Quindi agli astronauti in prolungata assenza di gravità è meglio dare il pane azimo che le patatine fritte!
Ma poco sale sarebbe meglio e più sano anche per i chi sta con i piedi per terra.
Ma poi... ci riferiamo solo al sale da cucina (cloruro di sodio), o anche ad altri sali, come quelli di potassio, magnesio, ecc?
La mia fonte è il comunicato ESA, che più di tanto non dice. Sono d'accordo con Simo, magari il sale contribuisce, fa la sua parte... del resto il minore utilizzo delle ossa a causa della permanenza in un ambiente a microgravità è indubbiamente un fattore per la loro decalcificazione. Ed è uno dei motivi per cui gli astronauti in orbita devono fare esercizio fisico quotidianamente.
RispondiEliminaE' comunque importante sapere che si aggiunge una nuova variabile all'equazione, il sale.