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venerdì 31 dicembre 2010

NGC 1275, una bellissima Galassia lontana, by Hubble!


NEWS SPAZIO :- A 230 milioni di anni luce dalla Terra (molto molto lontano da noi, circa 230.000.000 x 300.000 x 3600 x 24 x 365 = 2,175984 x 10e+21 = 2175.984.000.000.000.000.000 = 2175,984 miliardi di miliardi di Km da noi) si trova la galassia NGC 1275, una delle più "vicine" galassie ellittiche giganti appartenenti al cluster Perseo.

Il Telescopio Spaziale Hubble l'ha fotografata con la fotocamera ACS (Advanced Camera for Surveys), tra Luglio ed Agosto del 2006.

Si osservano fini strutture filamentose nel gas che circonda la galassia. Quelli rossi sono composti da gas "più freddo" - ovviamente tutto è molto relativo - in sospensione nel campo magnetico. Essi sono circondati da gas caldissimo a 55.555.537,78 °C (100.000.000°F) nel centro del cluster.

I filamenti sono la testimonianza di processi di feedback attraverso cui energia viene trasferita dal massiccio buco nero centrale al gas circostante. I filamenti hanno origine quando gas a temperatura più bassa vengono trasportati dal centro della galassia da "bolle" che emergono dal caldissimo gas interstellare.

Immagine, credit NASA, ESA, and the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration; Acknowledgment: A. Fabian (Institute of Astronomy, University of Cambridge, UK).

Nuove crepe trovate nel grande serbatoio dello Space Shuttle Discovery, via alle riparazioni

(Immagine, credit NASA/Frank Michaux)

NEWS SPAZIO :- La NASA ha completato le analisi ai raggi X programmate sul grande serbatoio esterno (ET, External Tank) dello Space Shuttle Discovery che la scorsa settimana era stato riportato all'interno del VAB (vehicle Assembly Building) proprio per compiere ulteriori test.

Purtroppo - o per fortuna - sono state trovate nuove crepe, localizzate sulla cima di tre barre in metallo ("stringers") sul lato posteriore della sezione centrale del serbatoio, dalla parte opposta rispetto al Discovery.


giovedì 30 dicembre 2010

Agenzia Spaziale Europea, il Video di un grande 2010

NEWS SPAZIO :- Ecco un piccolo post per un grande anno appena trascorso. L'Agenzia Spaziale Europea ha realizzato un video per ricordare gli importanti risultati ottenuti in questo spettacolare 2010.

Sono descritte varie aree, tra cui l'osservazione della Terra, le scienze, i voli spaziali con equipaggi umani e le telecomunicazioni.



E se volete i dettagli di questo anno speciale per tutta l'Europa andate a consultare la sezione 'esa' del blog al seguente URL


Enjoy!

Fonte dati, Universe Today.

Sesto ed ultimo lancio del 2010 per il razzo vettore Europeo Ariane 5

(Immagine, credit ESA / CNES / Arianespace / Photo Optique vidéo du CSG)

NEWS SPAZIO :- Ultimo lancio spaziale dell'anno per il razzo vettore europeo Ariane 5, partito ieri 29 Dicembre 2010 alle ore 22:27 (CET, Central Europe Time, equivalente all'ora italiana che per semplicità indico 'ita') dallo Spazioporto Europeo di Kourou in Guiana Francese.

A bordo del lanciatore vi erano due satelliti per telecomunicazioni, Hispasat-1E (Spagna) e Koreasat-6 (Corea del Sud). Il lancio di ieri è stato la 55° missione (in assoluto) per il vettore di classe Ariane 5, la sesta ed ultima per il 2010.

Hispasat-1E sarà posizonato in orbita geostazionaria a circa 30° Ovest e fornirà servizi di televisione 'direct-to-home', di televisione digitale terrestre e di TV ad alta definizione, insieme a nuovi servizi per comunicazioni mobili e per utenti al suolo e per mare.

Koreasat-6 (sempre in orbita equatoriale geostazionaria) sarà invece posizionato a 116º Est. Esso dispone di 24 canali Ku-band per fornire servizi di connessione 'Fixed Satellite Services' (broadcast televisivi, radio e dati, telefonia) e di 6 canali per Direct Broadcast Services (DBS).

Il satellite Spagnolo è stato il primo a separarsi, a 27 minuti e 27 secondi dal lancio, seguito a 34 min e 12 sec da Koreasat-6. Le operazioni di volo di Ariane 5 si sono concluse a 47 min e 34 sec.

Ecco il video YouTube del lancio



Enjoy!

mercoledì 29 dicembre 2010

Le immagini di due spettacolari pozzi su Marte, by MRO!


NEWS SPAZIO :- Torniamo su Marte per dare un'occhiata a questo incredibile paesaggio fotografato dalla sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), dalla fotocamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

Ci troviamo nei pressi dell'equatore del Pianeta Rosso, a nordest del vulcano Ascraeus Mons. Vediamo due "pozzi" di 180 e 310 metri di diametro situati nel mezzo di un grande e sottile deposito (che potrebbe essere cosituito da materiale fuoriuscito dai pozzi stessi o da altre sorgenti e sparpagliato dai venti).

Ecco qui sotto un ingrandimento dei due pozzi.


Queste immagini sono state eaborate per rivelare il maggior numero possibile di dettagli.


Si vedono ciottoli e sedimenti. Lo studio delle pareti e del fondo di tali pozzi così come lo studio del suolo circostante sono fondamentali per meglio comprendere i processi che sono responsabili della loro formazione ed evoluzione.

Immagini, credit NASA/JPL/University of Arizona.

Una valvola difettosa ha causato il mancato inserimento orbitale intorno a Venere della sonda Giapponese Akatsuki

(Immagine, credit JAXA/ISAS)

NEWS SPAZIO :- Un improvviso calo della potenza del motore. Questo è quanto l'Agenzia Spaziale Giapponese JAXA aveva comunicato nei giorni scorsi per spiegare il mancato inserimento della sonda Akatsuki in orbita intorno a Venere.

Lunedì scorso, a circa venti giorni dall'incidente, JAXA ha presentato all' Education, Culture, Sports, Science and Technology Ministry's Space Activities Commission i risultati dell'investigazione. Secondo quanto diffuso JAXA aveva identificato ed analizzato cinque possibili cause di malfunzionamento, tutte derivate da una unica ipotesi che diventa appunto la più probabile: il cattivo funzionamento di una valvola nel sistema di pressurizzazione del propellente della sonda, la quale pare non essersi aperta quando invece avrebbe dovuto farlo.

La valvola in questione è un componente assolutamente standard utilizzato in molte missioni spaziali.

L'Agenzia Spaziale Giapponese intende comunque continuare ad investigare per riuscire a determinare il perché la valvola non si è aperta correttamente e per stabilire quanto danno è stato causato all'ugello di spinta di Akatsuki e condurre test. L'obiettivo è capire se la sonda potrà essere manovrata per una immissione in orbita di Venere quanto essa ripasserà in prossimità del pianeta, tra circa sei anni.

Fonte dati, Daily Yomiuri Online.

martedì 28 dicembre 2010

SPINOFF 2010, le tecnologie sviluppate per lo Spazio a beneficio della vita di ogni giorno, by NASA!

(Immagine, credit NASA)

NEWS SPAZIO :- E' disponibile online l'edizione 2010 della pubblicazione annuale NASA Spinoff, relativa alle innovazioni in campo astronautico che hanno avuto ricadute sulla nostra vita quotidiana.

Le attività spaziali per loro natura sono molto "di frontiera", con obiettivi ambiziosi e sfide incredibilmente complesse da vincere. Uno dei più grandi valori aggiunti di tutto questo (da coltivare e costruire) è che lo studio, le invenzioni - in una parola - le Tecnologie sviluppate in ambito spaziale hanno notevoli campi di applicazione anche in altri contesti più tipicamente "terrestri".

Un primo esempio. Un dispositivo progettato per produrre propellente ed ossigeno su Marte può essere trasformato per diventare una fonte di energia "pulita" per noi sulla Terra.

Spinoff 2010 offre uno sguardo in profondità ai risultati NASA che hanno trovato applicabilità come nuove tecnologie commerciali principalmente nei settori sanitario, trasporti, pubblica sicurezza, protezione ambientale, computer, produttività industriale. E l'equazione che ne risulta è abbastanza semplice, applicabile del resto ad ogni nuovo processo produttivo: nuove tecnologie, nuovo business, nuovi servizi per migliorare la qualità della vita, nuovi posti di lavoro, miglioramento dell'economia.

Le parole di Bobby Braun, chief technologist alla sede Centrale NASA di Washington: "Attraverso il lavoro di NASA con i suoi partner commerciali, le tecnologie che ci aiutano ad esplorare il nostro Universo sono ora di aiuto per salvare vite, preservare il nostro ambiente ed incrementare la sicurezza ed i trasporti della nostra nazione. Dal 1976 la pubblicazione NASA Spinoff ha documentato più di 1700 esempi interessanti di ricerche ed innovazioni NASA che sono a beneficio della comunità quotidianamente".

Spinoff 2010 contiene dozzine di esempi che mettono in evidenza come le tecnologie spaziali producono innovazione per noi Terrestri. Alcuni esempi:


algoritmi sviluppati dai ricercatori NASA che sono tecnologia abilitante per diagnosi mediche e previsioni di condizioni di flusso sanguigno cerebrale connesse a malattie quali ictus, demenza, e danno cerebrale traumatico

Modifiche alle ali per ridurre la resistenza dell’aria che hanno già fatto risparmiare alle compagnie aeree più di 2 miliardi di galloni (7.570.800.000 di litri) di carburante per jet

Antenne gonfiabili - sviluppate con finanziamenti NASA - che supportano le necessità di comunicazione in aree remote durante operazioni militari così come in aree in cui si soni verificati disastri

Sensori di immagini inventati da team NASA che sono installati in fotocamere per telefoni cellulari (una su tre)

Un composto di bonifica delle acque sotterranee creato da NASA per il trattamento di strutture di lancio contaminate è adesso utilizzato per pulire aree inquinate un po' in tutto il mondo

Andate al seguente sito NASA per scaricare una copia di Spinoff 2010


Se volete dare un'occhiata alle precedenti edizioni di Spinoff oltre che al sito NASA andate a vedere questi due post del blog



Fonte dati, NASA.

lunedì 27 dicembre 2010

Distrutto il satellite Indiano GSAT-5p a 63 secondi dal lancio, ecco il video!

(Immagine, credit YouTube)

NEWS SPAZIO :- Fallito il lancio del razzo vettore Indiano GSLV-F06 (Geo-Synchronous Satellite Launch Vehicle), avvenuto Sabato 25 Dicembre alle ore 11:34 (ita) dal centro spaziale Satish Dhawan Space Centre di Sriharikota.

A T+47 secondi il lanciatore Indiano ha iniziato a perdere il controllo. Successivamente ha iniziato ad infiammarsi e disintegrarsi. A T+63 secondi è stato necessario comandarne l'autodistruzione, avvenuta ad 8 Km di altezza, a 2,5 km dalla costa dello Sriharikota, nel Golfo del Bengala.

A bordo del lanciatore vi era il satellite per telecomunicazioni GSAT-5P (il quinto della serie GSAT) progettato per dare copertura in uplink e downlink per Asia, Africa ed Europa dell'Est, con una vita operativa di 14 anni. Trentasei transponder per gestire programmi radio e televisivi, conversazioni telefoniche, attività di telemedicina teleinsegnamento, servizi bancari.

Il Presidente dell'Agenzia Spaziale Indiana ISRO (Indian Space Research Organisation) ha dichiarato: "... La manovrabilità del veicolo è stata persa dopo 47 secondi perché abbiamo scoperto che il comando per controllarla non ha raggiunto il sistema attuatore del primo stadio del veicolo... abbiamo il sospetto che si sia spezzato un connettore che porta il segnale verso il basso".
I vari comandi elettronici che controllano il veicolo vengono impartiti dall'Equipment Bay, il cervello elettronico del veicolo che risiede in cima al razzo. In questo caso i comandi non hanno raggiunto gli attuatori del primo stadio.

Il personale ISRO sta indagando per determinare le cause esatte dell'incidente.

Si tratta purtroppo di un grave colpo di freno per l'ambizioso programma spaziale Indiano, anche perché questo è stato il secondo fallimento consecutivo per il razzo vettore GSLV dopo quello dell'Aprile scorso per problemi al propulsore criogenico.

Il lanciatore GSLV ha effettuato un totale di 7 voli a partire dal 2001, di cui 4 falliti (incluso quest'ultimo).

Ecco il video YouTube



Aspettiamo maggiori dettagli.

Fonte dati, The Hindu, Xinhua.

venerdì 24 dicembre 2010

Auguri a Tutti!

Space Shuttle Discovery STS-133, manovra di Rollback completata

(Immagine, credit NASA/Frank Michaux)

NEWS SPAZIO :- Piccolo aggiornamento sullo Space Shuttle Discovery STS-133, dopo il "tanking test" svoltosi il 17 Dicembre scorso, il test programmato per verificare la tenuta delle riparazioni effettuate sul grande serbatoio ET (External Tank).

ET è stato riempito con idrogeno ed ossigeno liquidi - superfreddi - simulando le ultime fasi prima del lancio, fermando il conto alla rovescia a T-31 secondi e mantenendo la pressione "at flight level" per cinque minuti. In seguito ET è stato svuotato.

Alcuni numeri. Ottantanove sensori - 39 strain gauges e 50 termocoppie - sono stati inseriti all'esterno del grande serbatoio per monitorare l'andamento dello stress termico e meccanico in seguito al caricamento e successivo svuotamento.

Più di 6 TByte (1 Tera Byte = 1024 GByte, circa il contenuto di tre biblioteche Universitarie) sono i dati raccolti dai sensori, collezionati fino al giorno successivo (18 Dicembre) fino a quando cioè ET è tornato alla temperatura ambiente.

Saranno necessarie alcune settimane per analizzare tutte le informazioni registrate, ad ogni modo dalle prime indicazioni pare che nessuna crepa sia stata individuata nella schiuma isolante esterna del grande serbatoio.

Mercoledì 22 Dicembre alle ore 04:48 (ita) si è svolta invece la manovra di Rollback che ha riportato il Discovery dal Launch Pad 39A nuovamente al Vehicle Assembly Building (VAB) per i successivi esami.

(Immagine, credit NASA)

Per prima cosa verranno tolti i sensori utilizzati per il test precedente. In seguito verranno controllati ai raggi X tutti i 108 "stringers" del grande serbatoio esterno.

Solamente dopo aver analizzato tutti i dati i Responsabili NASA decideranno il da farsi. L'attuale opportunità di lancio è per il giorno 3 Febbraio 2011 alle 07:34 ora italiana.

Fonte dati, NASA.

giovedì 23 dicembre 2010

GlobCover 2009, la nuova mappa del nostro pianeta a più alta risoluzione, by ESA!

(Immagine, credit ESA 2010 and Université Catholique de Louvain)

NEWS SPAZIO :- E' stata pubblicata la release del 2009 di GlobCover, la mappa più completa e dettagliata del nostro globo, generata a partire dai dati del satellite europeo Envisat (Medium Resolution Imaging Spectrometer).

I dati utilizzati sono relativi al periodo 1 Gennaio - 31 Dicembre 2009.
L'Agenzia Spaziale Europea e l'Université catholique de Louvain (Belgio) hanno creato la mappa utilizzando un software sviluppato da Medias France e Brockmann Consult.
La Legenda utilizza sistema di classificazione UN Food and Agriculture Organisation’s Land Cover Classification System.

La precedente versione, di cui abbiamo parlato al seguente URL


è stata scaricata da 8000 persone.

Il progetto GlobCover è parte dell'Earth Observation Data User Element (DUE) dell'ESA. Un network internazionale di partner ha lavorato con l'ESA al progetto, inclusi lo United Nations Environment Programme (UNEP), FAO, European Commission's Joint Research Centre (JRC), European Environmental Agency (EEA), International Geosphere-Biosphere Programme (IGBP), Global Observations of Forest Cover and Global Observations of Land Dynamics (GOFC-GOLD) Implementation Team Project Office.

Dati ed informazioni al seguente Sito dell'ESA


Fonte dati, ESA.

mercoledì 22 dicembre 2010

Allo studio la nuova configurazione della Stazione Spaziale Internazionale

(Immagine, credit NASA)

NEWS SPAZIO :- I responsabili del programma spaziale "International Space Station" sono attualmente impegnati nella valutazione a lungo termine della configurazione della Stazione Spaziale Internazionale, in particolare del segmento US dell'avamposto orbitale.

Nei prossimi anni il nuovo scenario che si aprirà dopo la conclusione del programma Space Shuttle vedrà l'arrivo sulla Stazione di nuovi "veicoli spaziali", primi tra tutti i veicoli commerciali di rifornimento delle società SpaceX (Dragon) ed Orbital (Cygnus) previsti dal contratto NASA COTS (Commercial Orbital Transportation Services).

Secondo i piani attuali solamente quattro sono i punti di attracco (CBM, Common Berthing Mechanism) nel segmento US della Stazione, due nel Nodo 2 Harmony (porte Nadir e Zenith) ed altri due nel Nodo 3 Tranquillity (Forward ed AFT).

Solamente però le due porte di Harmony sono disponibili, una come porta principale e l'altra come porta di backup. Le porte presenti in Tranquillity invece non possono essere utilizzate per vari motivi, essenzialmente per problemi di ingombro nei confronti delle altre componenti della Stazione.

(Immagine, credit NASA)

La porta Zenith di Tranquillity, inoltre, pur essendo non occupata, non è utilizzabile in quanto nulla potrebbe agganciarvisi per non ingombrare l'antenna della Z1 Truss. Vi è quindi stato installato un punto di aggancio PVGF (Power & Video Grapple Fixture) da utilizzare come locazione di stoccaggio per il robot Dextre (SPDM, Special Purpose Dextrous Manipulator).

Due sono principalmente le nuove necessità che portano a voler aggiungere nuove porte CBM di attracco sulla Stazione. La prima è che si vorrebbe avere la capacità di accogliere sulla ISS due veicoli (VV, Visiting Vehicles) contemporaneamente mantenendo nel contempo libera un'altra porta di backup.

Inoltre, la porta Zenith di Harmony non è utilizzabile come backup per la navetta Cygnus a causa della posizione in cui su di essa è installato il PDGF (Power & Data Grapple Fixture, il punto di aggancio con cui la navetta può essere catturata dal braccio robotico della Stazione). Ad ogni modo la NASA sta lavorando con la società Orbital per determinare se è possibile individuare un differente posizionamento del PDGF sulla navetta Cygnus.
La seconda necessità per la creazione di nuove CBM è legata invece alle esigenze future di espansione della Stazione.

Tra l'altro è previsto che nel 2014 venga installato sulla porta Zenith del Nodo 2 il primo Common Docking Adapter (CDA), il sistema di aggancio che utilizzerà il meccanismo standard di docking IDSS (International Docking System Standard). A seguire un secondo CDA verrà installato anche sulla porta Forward sempre del Nodo 2.
I Program Manager di ISS stanno inoltre esaminando la possibilità di installare il CDA su un'estremità del PMA, invece che direttamente su di una porta CBM.

Consenguenza diretta di quanto sopra è che dopo il 2014 la porta Zenith di Harmony non potrà essere utilizzata come backup per i VV. Resterebbe quindi solamente un CBM disponibile (Nadir di Nodo 2).

E' però in corso lo sforzo per individuare i due CBM richiesti e varie opzioni sono al vaglio, tra cui cambiare la porta di installazione del modulo Permanent Multipurpose Module (PMM) - che verrà installato durante la prossima missione Shuttle STS-133 - oppure spostare la Cupola dalla sua attuale posizione.

Una ulteriore opzione per aggiungere nuove porte di attracco per la Stazione è installare il Nodo 4, detto anche DHS (Docking Hub System, ne abbiamo parlato qui) nella porta Forward di Nodo 2.

Fonte dati, NasaSpaceFlight.

martedì 21 dicembre 2010

Una fantastica quasi-perfetta e delicatissima sfera di gas,by Hubble!

 (Immagine, credit NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team - STScI/AURA)


NEWS SPAZIO :- Ecco una fantastica immagine del Telescopio Spaziale Hubble, molto intonata al periodo natalizio.

Si tratta di una quasi perfetta sfera di gas che colpisce per la sua "delicatezza". E' però il risultato di un evento cosmico tra i più violenti, l'esplosione di una Supernova. Le irregolarità nella sua superficie potrebbero essere causate o da sottili variazioni nella densità del gas interstellare oppure potrebbero dipendere dalle particelle eiettate.

Il suo nome è SNR 0509-67.5 ed è quanto resta di una esplosione stellare avvenuta circa 400 anni fa nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia che si trova a circa 160.000 anni luce dalla Terra.  La bolla ha un'estensione di 23 anni luce e si sta espandendo alla velocità di più di 5000 Km/sec.
 
(Immagine, credit NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team - STScI/AURA)

Il fotografo è la ACS, l'Advanced Camera for Surveys di Hubble che ha ripreso questo spettacolare paesaggio il 28 Ottobre 2006 mediante un filtro che isola la luce dal brillante idrogeno presente nella bolla in espansione.
I dati sono poi stati combinati con le immagini del campo stallare circostante riprese nella banda del visibile dalla nuova WFC3 (Wide Field Camera 3) il 4 Novembre scorso.

Qui sotto vedete invece la stessa immagine ulteriormente combinata con i dati a raggi X (il verde e blu all'interno della bolla) rilevati da un altro osservatorio spaziale, il telescopio Chandra (Chandra X-ray Observatory)
 
(Immagine, credit NASA, ESA, CXC, SAO, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA), and J. Hughes - Rutgers University)

Ancora più natalizia, vero?

fonte dati, Hubblesite.

lunedì 20 dicembre 2010

Nuovo lancio satellitare Cinese per la costellazione di satelliti Beidou

NEWS SPAZIO :- Nuovo lancio Cinese ancora dedicato alla costellazione di satelliti Beidou, il sistema di navigazione satellitare equivalente all'Americano GPS ed all'Europeo Galileo (quest'ultimo in corso di realizzazione).

Venerdì scorso è partito dal centro spaziale Xichang Satellite Launch Center nella provincia del Sichuan un razzo Long March 3A (ore 21:20 ita) con a bordo un nuovo satellite Beidou (immagine, credit China Academy of Launch Vehicle Technology).

Si è trattato del 15° lancio orbitale Cinese per il 2010, lancio avvenuto con successo come comunicato dalla China Academy of Launch Vehicle Technology.

Con questo lancio la costellazione Beidou raggiunge i 7 satelliti in orbita. Nel 2012 dovrebbe iniziare il servizio di navigazione satellitare per l'intera Cina (e paesi limitrofi). La copertura globale invece è prevista a partire dal 2020 con fino a 35 satelliti in orbita.

Il servizio sarà gratuito per l'uso civile con risoluzione di circa 10 metri. Analogamente al servizio GPS vi è anche una maggiore precisione a disposizione di utenti governativi e militari.

Trovati aminoacidi in un meteorite caduto sulla Terra nel 2008, by NASA!

(Immagine, credit EUMETSAT)

NEWS SPAZIO :- Nell'Ottobre 2008 un piccolo asteroide dal diametro di circa 5 metri cadde sulla Terra, bruciando a contatto con l'atmosfera Terrestre. Il suo nome è 2008 TC3 e ne avevamo parlato in questi post


Date le piccole dimensioni del corpo celeste esso andò distrutto, ma alcuni suoi resti riuscirono a raggiungere il suolo, in un'area del deserto Nubiano.

Una squadra di ricerca guidata da Peter Jenniskens (astronomo NASA dell'Ames Research Center, Moffett Field, California) e dal SETI Institute (Mountain View, California) composta da 150 studenti dell'Università di Khartoum in Sudan raccolsero circa 600 frammenti del meteorite, per un peso complessivo di più di 8,5 Kg.

Un team internazionale di scienziati ha poi studiato quanto recuperato ed i risultati sono molto interessanti. Innanzi tutto è stato scoperto che tra i campioni vi sono almeno 10 tipologie differenti di meteoriti ed alcuni di essi contengono composti chimici complessi, molecole organiche ed aminoacidi (le “basi” della vita come-noi-la-conosciamo).

Un gruppo di chimici della Stanford University ha trovato molecole organiche PAH (polycyclic aromatic hydrocarbons, idrocarburi policiclici aromatici). Questo tipo di molecole sono distribuite un po' in tutta la nostra Galassia e si formano qui sulla Terra in seguito a combustione incompleta.

un altro gruppo di ricerca, questa volta del NASA Goddard Space Flight Center, ha trovato invece aminoacidi in frammenti fortemente riscaldati dell'asteroide, cosa piuttosto strana poiché tutte le molecole di questo tipo dovrebbero distruggersi con il calore intenso. Sia PAH che gli aminoacidi sono considerati i "mattoni" della vita.

Le parole di Muawia Shaddad, astronomo dell'University of Khartoum che ha guidato le operazioni di recupero dei frammenti di 2008 TC3: "Sin dall'inizio gli studenti si sono sorpresi di trovare così tanta diversità in tonalità e texture del meteorite. Si stima che l'asteroide inizialmente pesasse circa 59 tonnellate...".

Gli scienziati hanno poi determinato che la maggior parte dei frammenti ritrovati appartiene ad un tipo raro di meteorite, dal nome Ureilite. Gli altri sono appartenenti per lo più ad un tipo molto comune, Condriti.

I ricercatori ritengono che gli aminoacidi presenti su 2008 TC3 o siano "arrivati" in seguito ad impatti oppure che si siano formati direttamente da gas intrappolato durante il raffreddamento dell'asteroide successivo a collisioni giganti.

La ricerca è stata pubblicata la scorsa settimana sul Meteoritical Society's journal Meteoritics and Planetary Science.

Fonte dati, NASA.

sabato 18 dicembre 2010

Soyuz TMA-20, Expedition 26 arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale, i video

(Immagine, fonte NASA TV)

NEWS SPAZIO :- Alle ore 21:11 (ita) di ieri Venerdì 17 Dicembre 2010 la navetta spaziale Russa Soyuz TMA-20 si è agganciata al modulo Rassvet mini-research module della Stazione Spaziale Internazionale, a bordo gli altri tre membri dell'Expedition 26, Dmitry Kondratyev, Catherine Coleman e Paolo Nespoli.

L'apertura dei portelli di accesso alla Stazione è avvenuta alle ore 00:02 di quest'oggi.

Ad attenderli sulla ISS il Comandante Scott Kelly ed i Flight Engineers Alexander Kaleri e Oleg Skripochka, a bordo dal 9 Ottobre scorso. L'avamposto spaziale è adesso al completo con sei membri di equipaggio.

Qui sotto il video del docking



e l'ingresso nella stazione



La Soyuz TMA-20 era partita Mercoledì scorso dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan alle ore 20:09 (ita).

venerdì 17 dicembre 2010

Nuove immagini della capsula spaziale orbitale Dragon, by SpaceX!


NEWS SPAZIO :- SpaceX (Space Exploration Technologies) ha pubblicato nuove immagini riguardanti il volo inaugurale della nuova capsula spaziale orbitale Dragon, la prima ad essere stata interamente progettata e realizzata da una società privata, lanciata in orbita, ritornata a Terra e recuperata nell'Atlantico.

Qui sotto trovate informazioni e dettagli sullo storico volo che ha avuto luogo lo scorso 8 Dicembre


SpaceX è diventata quindi la prima azienda privata a lanciare in orbita ed a far tornare a Terra una capsula spaziale, impresa realizzata fino ad oggi solamente da Agenzie Spaziali governative.

Dragon, partita alle 16:43 ora italiana in cima ad un razzo vettore Falcon 9 (sempre di SpaceX al suo secondo volo di test), ha compiuto due orbite intorno alla Terra (velocità 27360 km/h) per poi ammarare nell'Oceano Pacifico subito dopo le ore 20:00, a meno di un miglio (1,6 Km) dal punto target programmato.

Il volo è durato complessivamente 3 ore, 19 minuti e 52 secondi, meno di 1 minuto da quanto pianificato da SpaceX.
Ecco un video SpaceX sui punti salienti del volo (mission highlight)



Potrebbero sembrare dettagli marginali e forse inutili ma non credo. Tenete conto che tutto questo è stato realizzato da una società privata - ed è la prima volta in assoluto - che ha meno di 10 anni di vita (è stata fondata nel 2002).

Questo volo è stato anche il primo volo di test dei tre previsti all'interno del contratto NASA per i rifornimenti cargo alla Stazione Spaziale Internazionale (COTS, Commercial Orbital Transportation Services), denominato COTS Demo 1.
In tale ambito è importante sottolineare che è stato mantenuto un "profilo di volo nominale" per tutta la sua durata, con 9,5 minuti per l'ascesa, 2 orbite percorse, rientro e splashdown. Falcon 9 ha posizionato la capsula Dragon in orbita a 300 Km di altitudine con un'inclinazione di 34,53°.


L'immagine seguente mostra il tracciato orbitale della missione. Il triangolo giallo sopra l'Oceano Atlantico indica il momento della separazione di Dragon dal Falcon 9 ed il quadrato giallo ad Ovest delle cose Americane mostra il punto dell'ammaraggio di Dragon.


Si è trattato di un successo completo per la capsula spaziale, la quale ha centrato tutti gli obiettivi di questa prima missione di test, tra cui il mantenimento dell'assetto orbitale, il controllo termico e le comunicazioni con la Terra.


La foto che vedete qui sopra è stata scattata dopo la separazione del primo stadio del Falcon 9. Si nota quest'ultimo che cade verso Terra ed il secondo stadio in accensione.
Dopo tale separazione il cono di protezione di Dragon è stato espulso correttamente. Il secondo stadio ha quindi acceso il suo propulsore Merlin per quattro minuti e mezzo fino a raggiungere la velocità orbitale, dopodiché Dragon si è separata ed ha continuato il proprio volo da sola.

Qui sotto vedete un'immagine ripresa dalla cima del secondo stadio. Sebbene la foto sia ad alto contrasto si vedono bene la capsula Dragon (il cerchio bianco al centro dell'immagine) ed una "fetta" della Terra. I rettangoli mostrano la posizione di tre degli otto nanosatelliti rilasciati sempre nella stessa missione.


Dopo la separazione con la capsula Dragon il secondo stadio del Falcon 9 ha nuovamente acceso il motore Merlin portandosi ad un'altitudine di 11.000 Km. Sebbene in un tipico profilo di missione che abbia come obiettivo la Stazione Spaziale Internazionale non sia richiesta una riaccensione del secondo stadio è però importante poter contare su tale asset ad esempio per posizionare payload in GTO (Geosynchronous Transfer Orbit).

La prima immagine che vedete pubblicata in cima al post è stata scattata dalla capsula Dragon ed inviata a Terra mentre questa passava sopra le isole Hawaii durante la sua prima orbita.

Qui sotto avete il video di Dragon in orbita



Per le manovre orbitali Dragon ha 18 motori Draco, ciascuno in grado di produrre circa 90 pounds di spinta (circa 33,6 Km). A T+2:32 (due ore e 32 minuti dall'inizio della missione) essi si sono accesi per iniziare la frenata di sei minuti per far tornare a casa Dragon, come rappresentato dalla seguente illustrazione


Durante il rientro in atmosfera lo scudo termico in PICA-X ha protetto Dragon da temperature che hanno raggiunto fino a 3.000°F (circa 1650°C). I tecnici SpaceX hanno lavorato con NASA per svilupparlo come variante dello scudo termico NASA in PICA (Phenolic Impregnated Carbon Ablator).


Si tratta ad oggi del più avanzato scudo termico che abbia mai volato. Esso può sopportare anche temperature maggiori, che si posono avere ad esempio in un atterraggio sulla Luna o su Marte.


A circa 10.000 piedi (3570 metri) si sono aperti i tre paracaduti principali (diametro 41,4 metri ciascuno) per frenare la discesa della capsula fino a 16-18 ft/sec (5,7-6,4 m/sec) assicurando così un rientro "morbido", come richiesto per i voli spaziali con equipaggi umani (manned space flights).


Qui sotto vedere le squadre di SpaceX al lavoro per recuperare la capsula Dragon "ammarata".



Ed ecco Dragon dopo il suo recupero


Immagini, credit SpaceX.

Fonte dati, SpaceX.

giovedì 16 dicembre 2010

Paolo Nespoli in volo verso la Stazione Spaziale Internazionale, il video del lancio

(Immagine, credit NASA/Carla Cioffi)

NEWS SPAZIO :- Alle ore 20:09 (ita) di ieri è partita in perfetto orario la navetta russa Soyuz TMA-20 diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale.

A bordo l'astronauta Americana NASA Cady Coleman, il cosmonauta Russo Dmitry Kondratyev e l'astronauta ESA di nazionalità Italiana Paolo Nespoli.

L'arrivo alla Stazione è previsto per Venerdì 17 Dicembre alle ore 21:12. Li aspettano a bordo il comandante dell'Expeditio 26 Scott Kelly ed i Flight Engineer Alexander Kaleri ed Oleg Skripochka.

La missione di Paolo Nespoli, denominata MagISStra, durerà circa sei mesi. Paolo è il primo astronauta Italiano che resterà sulla ISS per una missione di lunga durata.
Al seguente URL il dettaglio della sua missione


Ecco il video del lancio



Enjoy!

Una nuova navetta spaziale per il trasporto di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale, by Orbital!


NEWS SPAZIO :- La Orbital Sciences Corporation (Orbital) è una delle due società private a cui la NASA ha assegnato un contratto per servizi di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale nell'ambito del programma COTS (Commercial Orbital Transportation Services). L'altra è SpaceX, che proprio pochi giorni fa ha effettuato con grande successo il volo inaugurale della propria capsula orbitale Dragon a bordo del loro lanciatore Falcon9.

Il "passo successivo" è riuscire a realizzare servizi di trasporto per astronauti da e verso la Stazione Spaziale Internazionale. Siamo parlando del programma NASA CCDev, o Commercial Crew Development portato avanti dal NASA Commercial Crew and Cargo Program Office (C3PO).

In questo ambito si colloca la proposta che la Orbital ha inviato alla NASA per la realizzazione di un proprio Commercial Crew Space Vehicle, un nuovo veicolo spaziale per il trasporto di astronauti da e per la Stazione Spaziale Internazionale.


Ecco alcuni dettagli: la nuova navetta spaziale (che vedete nelle immagini di questo post) verrà lanciata in cima ad un razzo vettore e tornerà a Terra praticamente come lo Space Shuttle, atterrando però in una pista convenzionale.

La capienza della nuova navetta sarà di quattro astronauti, del tutto in linea con le attuali necessità NASA per i suoi obiettivi di utilizzo della ISS.

Il suo progetto deriva dagli studi compiuti da Orbital per la NASA tra il 2000 ed il 2003 (Orbital Space Plane program).

La proposta si basa sull'utilizzo iniziale come lanciatore di un razzo Atlas V della ULA (United Launch Alliance), ma avrà sufficiente flessibilità da poter essere lanciata anche da altri razzi vettori.


I maggiori fornitori di Orbital per gli elementi di questo nuovo sistema di trasporto spaziale sono:

  • Thales Alenia Space, responsabile del compartimento pressurizzato degli astronauti
  • Northrop Grumman, per la progettazione delle airframe structures
  • Honeywell e Draper Laboratory, per l'avionica certificata al volo umano (human-rated)
  • United Launch Alliance, responsabile del lanciatore

Ecco quanto ha dichiarato Frank Culbertson, ex astronauta NASA e Senior Vice President Orbital per gli Human Spaceflight Systems: "Abbiamo sottoposto a NASA una ben ponderata soluzione commerciale per il trasporto di astronauti verso e dalla ISS, che è sicura, conveniente e tempestiva. Il nostro team è impaziente di condividere in dettaglio le nostre idee con NASA e di discutere sul come queste [idee] possano essere applicate al meglio per aiutare gli Stati Uniti a continuare ad accedere alla ISS nel modo più sicuro e nella maniera più conveniente possibile, così come supportare le imprese commerciali che stanno cercando un accesso allo spazio".

Immagini, credit Orbital.

Fonte dati, Orbital.

mercoledì 15 dicembre 2010

Tra poco il lancio della navetta Soyuz TMA-20 con a bordo l°astronauta Italiano Paolo Nespoli

(Immagine, credit ESA - S. Corvaja, 2010)

NEWS SPAZIO :- Tra poco più di mezz'ora inizierà la missione MagISStra del nostro astronauta europeo Paolo Nespoli. Alle 20:09 ora italiana di oggi infatti partirà a bordo della Soyuz TMA-20 dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan.


Insieme a lui nella Soyuz vi sono gli ingegneri di volo il cosmonauta Dmitry Kondratyev e l'astronauta Catherine Coleman, che raggiungeranno gli altri tre membri dell'Expedition 26 che li aspettano sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Grande momento importante per noi perché è la prima volta che un astronauta Italiano resterà sulla Stazione per una missione di lunga durata. Qui sotto trovate tutti i dettagli


La diretta del lancio la potete vedere su NASA TV al seguente URL


Potete "seguire" Paolo anche dal suo canale Twitter, qui sotto



Marte, acqua e vento hanno plasmato Schiaparelli


NEWS SPAZIO :- Schiaparelli è un grande bacino da impatto (circa 460 Km di diametro) che si trova nella regione Terra Meridiani dell'equatore di Marte. Il suo nome è un omaggio all'astronomo Italiano Giovanni Schiaparelli (1835-1910), conosciuto per le sue osservazioni del Pianeta Rosso.
Durante la 'Grande Opposizione' del 1877, quando cioè Marte passò vicino alla Terra, Schiaparelli ne fece una mappa, registrando un certo numero di lunghe linee scure e diritte che ne attraversavano la superficie. Egli assunse che si trattasse di canali naturali percorsi da acqua ed usò per definirli - appunto - la parole 'canali'.

Tuttavia altri astronomi ritennero che Schiaparelli intendesse 'canals', parola inglese che indica canali artificiali di irrigazione e di trasporto. Questo portò quindi alcuni astronomi ed un grande numero di pubblico a ritenere che tali canali fossero stati creati da una civiltà intelligente di Marziani.

La scienza della nostra era ci ha fatto scoprire la verità, cioè che i canali di Schiaparelli non sono altro che un'illusione creata dalla bassa risoluzione dei telescopi di allora e che non c'è traccia di acqua nella superficie di Marte.

Ma le recenti osservazioni spaziali hanno provato che l'acqua una volta era presente anche nella regione marziana Schiaparelli, probabilmente addirittura un lago.
La bellissima immagine che vedete è stata ripresa il 15 Luglio 2010 dalla High-Resolution Stereo Camera (fotocamera stereo ad alta risoluzione) a bordo della sonda Europea Mars Express.
La scena mostra un piccola parte dell'area nord-ovest del bacino Schiaparelli con il bordo del cratere, il suo interno e parte delle highlands circostanti. Le prove di una lontana presenza d'acqua sono visibili nella forma di sedimenti scuri che compaiono in superficie, i quali richiamano i depositi di laghi evaporati qui sulla Terra.

L'interno dell'intero bacino è stato modificato da molteplici processi geologici, tra cui la ricaduta del materiale eiettato a seguito dell'impatto iniziale, il fluire di lava che ha creato le pianure ed i sedimenti dell'acqua. Parte di questi sedimenti sono visibili nel riquadro 1.

I sedimenti che hanno formato le pianure (vedi riquadro 2) sono stati modificati dall'erosione del vento e/o dell'acqua per formare contorni smussati come si osserva in basso a sinistra. In altre zone i materiali depositati hanno formato colline e dune.

Il cratere che si vede nel riquadro 3 ha un'ampiezza di 42 Km e si trova nel bordo interno di Schiaparelli. Esso appare riempito da sedimenti che sembrano formare una terrazza nella parte più a Nord ed una struttura a delta vicino il centro.
Qui sotto avete l'immagine in 3D

Fonte dati, ESA.

Space Shuttle Discovery STS-133, nuovo test per il grande serbatoio esterno e poi Rollback di nuovo nel VAB

(Immagine, credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Torniamo a parlare dello Space Shuttle Discovery STS-133, a terra almeno fino al prossimo 3 Febbraio 2011.

I tecnici del NASA Kennedy Space Center hanno in programma per non prima di Venerdì 17 Dicembre di compiere un nuovo test sul grande serbatoio esterno (ET, External Tank). Le operazioni procedono lentamente per via del freddo e del forte vento in prossimità del Launch PAd e serviranno a testare le riparazioni delle due crepe individuate in precedenza. Sono anche da determinare le cause che le avevano prodotte (durante il conto alla rovescia del 5 Novembre scorso).


I Manager NASA hanno preso anche un'altra decisione. Dopo il prossimo test (quattro o cinque giorni dopo) il Discovery verrà fatto tornare all'interno dell'edificio di manutenzione ed assemblaggio (VAB, Vehicle Assembly Building) per consentire nuovi rilevamenti fotografici sempre al grande serbatoio esterno. La manovra che traslerà il Discovery dal Launch Pad 39A al VAB è detta Rollback.

Una volta nel VAB verranno passati ai raggi X le sezioni di ET che non erano raggiungibili direttamente dal Launch Pad.

Al momento i tecnici hanno sostituito la schiuma isolante di ET dopo aver installato 89 sensori di forza (strain gauges) e di temperatura in preparazione al prossimo test. Il fine è quello di registrare con accuratezza l'andamento dei movimenti, delle sollecitazioni meccaniche e termiche durante il caricamento dei propellenti (ossigeno liquido ed idrogeno liquido entrambi "superfreddi") all'interno di ET e suo successivo svuotamento. L'escursione termica a cui è sottoposto il grande serbatoio durante tutto questo processo è tale da farlo contrarre di 1/2 pollice (1,27 cm).

Solamente dopo aver raccolto e studiato i dati sarà possibile decidere il da farsi. Al momento la pianificazione attuale prevede che il Discovery ritorni al launch pad in Gennaio per l'opportunità di volo del 3 Febbraio 2011 alle ore 1:34 am EST (07:34 ita).

Fonte dati, NASA.

martedì 14 dicembre 2010

Sonda Giapponese Akatsuki, mancata pressione del propellente


NEWS SPAZIO :- E' stata fatta luce sulle cause del mancato inserimento in orbita intorno a Venere da parte della sonda Giapponese Akatsuki, arrivata in prossimità del pianeta lo scorso 7 Dicembre 2010


L'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) ha comunicato che il problema sembra essere stato un improvviso calo della potenza del motore durante la frenata per l'inserimento in orbita, a sua volta provocata da una insufficiente alimentazione del propellente.

JAXA ha analizzato i dati della sonda registrati durante l'accensione del motore di manovra orbitale per ridurre la sua velocità e farsi così catturare dalla gravità di Venere (e raggiungere così l'orbita intorno al pianeta).
Ebbene, le informazioni di diagnostica indicano che la pressione nel serbatoio del carburante ha iniziato a diminuire velocemente subito dopo l'accensione dei retrorazzi. Questo ha provocato una perdita di propulsione e quindi una "non-frenata".


A 2 minuti e 23 secondi (o 31) dopo l'inizio della manovra la sonda ha perso la propria orientazione nell'asse X di 42°, poi recuperata.
In seguito la sonda si è messa in Safe-Mode.

Resta sconosciuta la causa della perdita di pressione, ma i tecnici Giapponesi sospettano che vi siano stati malfunzionamenti nelle condutture e/o nelle valvole usate per iniettare l'Elio.

Nel 1998 venne lanciata la sonda Nozomi, la quale ebbe problemi di iniezione dell'Elio, che portarono ad un abbassamento della pressione del serbatoio del carburante e ad una mancata accensione del motore.

A rendere ancora peggiore la situazione si sospetta che i problemi di accensione del motore di frenata possano aver danneggiato anche l'ugello del motore stesso e questo potrebbe rendere molto più problematici i tentativi di immissione orbitale che potrebbero avere luogo tra sei anni, quando Akatsuki si ritroverà nuovamente in prossimità di Venere.

La foto composita che vedete in alto è l'unione di tre immagini scattate da Akatsuki due giorni dopo aver mancato l'appuntamento orbitale e mostra Venere così come è stata registrata dalle fotocamere di bordo UV1, IR1 e LIR.

Immagini, fonte JAXA/ISAS.

Fonte dati, JAXA-ISAS, Yomiuri, The Planteray Society Blog.

lunedì 13 dicembre 2010

Assolutamente spettacolare questo video in alta definizione della engineering camera delle missioni Space Shuttle

(Immagine, credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Il video che vi propongo è davvero qualcosa di spettacolare. Si tratta delle immagini in alta definizione ed in super slow-motion della engineering camera che monitorizza il lancio e l'ascesa dello Space Shuttle.



Tutti i dettagli sono attentamente analizzati dal personale di terra (Shuttle imaging team) alla ricerca di ogni evento "strano" che possa in qualche modo avere rilevanza dal punto di vista della sicurezza delle missioni spaziali.

Realizzato da Matt Melis al NASA Glenn Research Center questo bellissimo video è di fatto una compilation relativa alle missioni STS-114, STS-117 e STS-124.

L'audio è in inglese ma vale la pena di guardare questo filmato per tutta la sua durata!

Fonte dati, UniverseToday.